venerdì 28 marzo 2008

Grave incidente sul lavoro in porto a Trieste

“Questa volta non è morto nessuno!”

Mentre tutti ci stiamo arrovellando sul perché la compagna elettorale non decolli e subiamo volontariamente l’onere del commento e dell’interpretazione dei sondaggi, anche nella nostra città c’è chi continua a lavorare pericolosamente, in condizioni di assoluta insicurezza. Paradossalmente, proprio nel giorno in cui apprendiamo che la maggior parte dei cittadini di Trieste auspica un forte rilancio del Porto di Trieste, in questo stesso porto i lavoratori continuano a rimanere soli, schiacciati dalle dichiarazioni pubbliche di chi predica maggiore flessibilità del lavoro e tariffe concorrenziali, lasciando da parte qualsiasi considerazione su dignità e sicurezza del lavoro. Per le “teste dure” vogliamo precisare che chi svolge lavori pericolosi e di fatica non deve essere costretto a costruirsi la paga giorno per giorno. Non deve dover sommare al rischio sul lavoro le preoccupazioni e le ansie di una vita precaria.
In confronto agli ultimi episodi di Genova e Porto Marghera, a Trieste stavolta non è morto nessuno, anche se un lavoratore ha perso la gamba finendo sotto ad un treno.

Trieste, 28 marzo 2008

Igor Kocijančič

giovedì 27 marzo 2008

pubblicato sul MERIDIANO DI TRIESTE

Nota sul porto

Il questionario tra i portuali dell’ottobre 2005 ci ha dato le indicazioni necessarie per seguire le vicende del porto di Trieste dal punto di vista dei lavoratori. Va riconosciuto alla Autorità Portuale con la presidenza Boniciolli di aver affrontato con particolare attenzione l’organizzazione del lavoro e il rispetto delle regole nel porto. Va apprezzata una sintonia di fondo tra le dichiarazioni del presidente Boniciolli e le rivendicazioni dei portuali.
L’applicazione della legge 84/94 a quattordici anni dalla sua approvazione con la costituzione dell’art. 17 comporta una serie di ingiustizie e discriminazioni tra i portuali. In più occasioni i lavoratori, e noi con loro, hanno chiarito che la attuazione dell’art. 17 non è che uno dei passi necessari per affrontare e risolvere i problemi dell’organizzazione del lavoro interna al porto. E’ necessario che venga riconosciuto a tutti i lavoratori del porto il diritto all’applicazione del contratto nazionale di lavoro, che le eventuali nuove assunzioni riguardino chi ha lavorato in porto in questi anni senza discriminazioni, che si arrivi in tempi brevi a definire i numeri necessari ad un buon funzionamento delle banchine ampliando il numero dei lavoratori interessati dall’art.17. E’ indispensabile per il raggiungimento di questi obiettivi un aumento generalizzato delle tariffe per mettere fine alla rincorsa al ribasso del costo del lavoro che ha voluto dire in questi anni un peggioramento costante delle retribuzioni dei portuali.
In assenza di questi ulteriori provvedimenti, che i lavoratori hanno indicato, la semplice applicazione dell’art. 17 (pool di manodopera) comporterà solo una legittimazione delle agenzie del lavoro interinale all’interno dello scalo triestino. Che poi le agenzie si chiamino Manpower o InTempo la sostanza non cambia.
Per questi motivi riteniamo che non siamo di fronte ad un ulteriore capitolo della contrapposizione tra Compagnia e Consorzio, che ha pesantemente condizionato gli anni passati e danneggiato indistintamente i lavoratori. Si è aperta una nuova fase, senza nostalgia per le passate gestioni, e un nuovo protagonismo dei portuali.

Igor Kocijancic

reddito di base

“Per il reddito di base in regione ed il reddito sociale in Italia”

Nel corso della conferenza stampa che ha avuto luogo stamattina, Igor Kocijančič e Giorgia Visintin, candidati de la Sinistra l’Arcobaleno alle prossime elezioni regionali hanno ribadito che il reddito di base per la cittadinanza è una delle migliori e più innovative misure legislative varate dall’amministrazione Illy nella precedente legislatura, perché hanno consentito a molte persone (pensionati sociali o al minimo, cassintegrati e disoccupati) di migliorare realmente le proprie condizioni di vita. Il fatto che emergano alcune criticità ed una domanda crescente soprattutto nelle realtà metropolitane di Trieste e Monfalcone significa solo che non in tutte le province della regione vi sono le stesse criticità. Quindi si trattera di ricalibrare diversamente le risorse destinate e disponibili, non di rivedere il provvedimento.
Hanno altresì ricordato che è stato istitutio in primis per garantire ed assicurare il sostegno ai progetti di vita individuali, basando sulla libera assunzione di responsabilità delle persone il patto sociale tra ente e singolo cittadino. Non si tratta solamente di intervenire contro la povertà e la precarietà ma anche di forme di sperimentazione ed incrementazione di distribuzione del reddito.
Nel suo intervento Alberto Burgio, capolista de la Sinistra l’Arcobaleno in Friuli Venezia Giulia per il Senato ha sottolineato che la proposta, a livello nazionale, di un reddito sociale (di 8.500 euro lordi l’anno + 2.500 euro di reddito indiretto) per inoccupati e precari risponde ad una fondamentale esigenza di equità oggi negata dalla drammatica emergenza salariale e dalla condizione precaria di tante lavoratrici e tanti lavoratori. Burgio ha anche osservato che il successo nella caccia agli evasori fiscali da una parte e la possibilità di ridurre l’elevata spesa militare procurerebbero risorse più che sufficienti a copertura di una misura che darebbe a decine di migliaia di persone la possibilità di vivere dignitosamente e di contribuire anche allo sviluppo economico del paese.

Trieste, 26 marzo 2008

martedì 25 marzo 2008

sicurezza nei porti

sabato 22 marzo 2008

Cartiera Burgo

“Dalla parte dei lavoratori della Cartiera Burgo”

E’ un vero peccato che la grana Cartiera sia scoppiata dopo la chiusura delle liste e dopo il passaggio del candidato premier Veltroni a Trieste. Fosse successa qualche settimana prima avrebbe sicuramente inserito nelle liste del Partito Democratico qualche dirigente della Cartiera, ma anche (forse) un operaio di quella stessa fabbrica.
Questo è uno di quei momenti in cui si comprende chiaramente che la realtà del confronto concreto niente ha a che fare con gli slogan e le parole di una campagna elettorale.
Le dichiarazioni dell’assessore provinciale Adele Pino riportate oggi dalla stampa ci danno una idea del “nuovo corso” immaginato dai dirigenti del Partito Democratico nelle relazioni sindacali e industriali: “Chiediamo a entrambe le parti di fare un passo indietro che rassereni il confronto”, avrebbe dichiarato l’assessore ex sindacalista. Visto che gli oggetti del contendere tra lavoratori e proprietà sono la flessibilità, la precarietà e la sicurezza sul lavoro risulta che è proprio su questi temi che l’assessore chiede ai lavoratori di fare un passo indietro.
Noi riteniamo sarebbe più importante far fare un passo indietro alle pretese della proprietà, della dirigenza , dei “padroni” della Cartiera lanciando immediatamente una campagna di sostegno da parte dei lavoratori di altre categorie e delle loro rappresentanze sindacali agli operai della Cartiera Burgo.
Anche se a Veltroni non piacerà siamo convinti quando diciamo padroni: non vi è memoria recente o passata di una simile condotta antisindacale da parte di una proprietà, che rifiuta financo di discutere. Sarà interessante verificare se la concertazione riuscirà a ricomporre questa situazione scandalosa o se servirà la buona, vecchia e cara lotta di classe.

Trieste, 22 marzo 2008

Igor Kocijančič

venerdì 21 marzo 2008

REDDITO DI BASE

“Reddito di base per la cittadinanza, una misura utile da non strumentalizzare”

Non è utile né far scoppiare né alimentare strumentalmente polemiche elettorali in ordine al reddito di base per la cittadinanza. Riteniamo sia stata uno dei migliori provvedimenti di Intesa Democratica nella legislatura appena chiusa. Quanto sta succedendo in questi giorni a Trieste conferma nei fatti quanto intuivamo già e quanto temevamo potesse succedere: la necessità di percepire il reddito di base, anche nella nostra regione, è molto più presente e pressante nelle aree urbane ad alta densità abitativa. Non è un caso che le richieste a Trieste ed a Monfalcone abbiano superato le previsioni.
Ciò, tuttavia, non significa che si tratta di un intervento sbagliato: non si alimenta l’etica del non lavoro riuscendo a dare risposte concrete a chi il lavoro non lo può trovare o a chi percepisce pensioni sociali o salari vergognosi, come sta succedendo nelle nostre grandi città.
Si tratta piuttosto di perfezionare lo strumento e di capire dove i bisogni e le risorse necessarie sono maggiori. E’ un discorso che va declinato insieme alla questione dell’emergenza abitativa, molto pressante a Trieste, meno drammatica in altri luoghi della regione.

Trieste, 21 marzo 2008

Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC - SE
Candidato de La Sinistra L'Arcobaleno
alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia

Sinistra Arcobaleno in Intesa Democratica

“la Sinistra l’Arcobaleno ancora con Riccardo Illy ed Intesa Democratica: il perché di un voto utile di sinistra alle prossime elezioni regionali.”

Stamattina, nell’accogliente cornice del caffè Tergesteo, ha avuto luogo la conferenza stampa nella quale Giuliana Zagabria, Igor Kocijančič e Giorgia Visintin, teste di lista de “La Sinistra L’Arcobaleno” alle prossime elezioni regionali nella circoscrizione di Trieste, sono intervenuti in merito al valore dell’unità riconfermata a livello regionale con la chiusura di un buon accordo programmatico, che consente ad Intesa Democratica di riconfermare ancora una volta che è possibile presentarsi con un programma di governo condiviso sia dal centro che dalla sinistra e confutare la tesi emersa a livello nazionale, dell’impossibilità di giungere ad intese tra “visioni politiche troppo diverse”. Nel rimarcare che l’esperienza del governo Prodi non è fallita perché il programma di governo era inapplicabile, ma, al contrario, perché non era stato applicato a dovere, i tre capilista de La sinistra l’Arcobaleno hanno valorizzato la scelta controtendenza che è stata resa possibile nel Friuli Venezia Giulia soprattutto partendo da un dato oggettivo: l’esperienza del primo mandato di Intesa Democratica è stata prevalentemente positiva ed il programma con il quale le forze che sostengono al candidatura di Riccardo Illy a presidente della Regione risulta qualitativamente migliore di quanto non fosse il programma del 2003. Molte delle proposte avanzate dalle Forze che si riconoscono nella Sinistra l’Arcobaleno sono state recepite e valorizzate nel nuovo programma di Illy ed Intesa Democratica, quanto alle criticità ed alle divergenze su alcuni punti, presenti sempre e comunque in qualsiasi tipo di coalizione, i partner di Intesa democratica hanno già dimostrato, nella prima legislatura di riuscire a reggere anche forti contrasti dialettici trovando soluzioni e ricomposizioni condivise. Non vi è alcuna ragione per ritenere che ciò non sia possibile anche in futuro.
Trieste, 20 marzo 2008

Giuliana Zagabria, Igor Kocijančič, Giorgia Visintin
Candidati teste di lista de La Sinistra L'Arcobaleno
Alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia

mercoledì 19 marzo 2008

Tondo senza idee e proposte

“Tondo senza idee e proposte”

Non riesco a celare l’immenso senso di perplessità nel leggere e sentire le dichiarazioni programmatiche di Renzo Tondo, candidato presidente del PdL. Sembra non abbia alcun programma, alcuna visione del futuro di questa regione. Finora si è limitato a dichiarare cosa abolirà o abrogherà, di quanto fatto dalla Giunta Illy, nel caso sia eletto.
Fossi nei panni delle cittadine e dei cittadini di questa regione (e lo sono), mi preoccuperei fortemente di uno che si limita a promettere di distruggere il lavoro fatto da altri e che non è riuscito ancora a dire e proporre cosa intenda fare o costruire di suo.
Uno così certamente non lo voterei.


Trieste, 14 marzo 2008

Igor Kocijančič
Capogruppo consiglio regionale PRC – SE
Candidato de La Sinistra L'Arcobaleno alle
prossime elezioni regionali

lunedì 17 marzo 2008

PORTO sulle concessioni demaniali

Il PRC invita Zanzottera a non generalizzare

Il titolo, in linea con il clima di insofferenza verso la politica, i partiti e le istituzioni presente nell’intero paese (La politica resti fuori dal Porto di Trieste), ma anche alcune considerazioni svolte degli operatori sul presunto asse Illy – Dipiazza riguardo al conferimento della potestà di rilascio delle concessioni per il Porto Vecchio alla Regione necessitano di alcune precisazioni, destinate all’opinione pubblica in generale e particolarmente al sig. Zanzoterra, il più veemente dei critici alle intrusioni della politica in questioni portuali.
Innanzitutto è sempre bene non generalizzare, perché non solo continua a valere la banale realtà che né i partiti né i politici sono tutti uguali, ma vale la pena sottolineare che la posizione espressa dal sig. Zanzoterra, da altri operatori portuali e dal sindacato (pieno appoggio alle dichiarazioni rese dal Presidente Boniciolli in relazione a ruolo e funzioni in capo all’Autorità Portuale) è la stessa che il nostro partito ha recentemente espresso pubblicamente, sia negli interventi sulla stampa sia nei materiali diffusi in città e tra i lavoratori portuali, a dimostrazione del fatto che non vi è alcuna posizione unica e trasversale sul futuro del Porto di Trieste.
Va inoltre senz’altro sottolineato che in quest’occasione è casomai il Sindaco ad andare contro il proprio Comune. Il consiglio comunale di Trieste ha approvato a maggioranza (25 voti a favore), nella seduta straordinaria del 2 agosto, una mozione presentata dai nostri consiglieri ed articolata in tre punti: a) mantenimento dello status di porto internazionale e di interesse nazionale; b) mantenimento dell’attuale struttura e assetto con l’Autorità Portuale come unico soggetto deputato al rilascio delle concessioni di aree demaniali; c) invito alla regione ad operare per ribadire, in accordo con il Governo, il carattere di rilevanza economica internazionale e di preminente interesse nazionale che giustifica la competenza legislativa ed amministrativa dello Stato sul Porto di Trieste e sulle aree portuali connesse. Questo è ilo testo che impegna il sindaco a presentare e sostenere tale posizione in tutte le sedi istituzionali e politiche. Se il Sindaco afferma o dichiara altre cose o lo fa a titolo personale o sta tradendo un mandato vincolante votato dal consiglio comunale. Si tratta comunque di posizione diversa dalla posizione ufficiale del Comune di Trieste.

Trieste, 20 settembre 2007
Igor Kocijančič
Presidente gruppo consiliare regionale PRC - SE

SERTUBI

Caso Sertubi tra lavoro, magistratura e politica

Gli avvisi di garanzia notificati a due lavoratori della Sertubi, in relazione ad alcuni incendi dolosi all’interno dello stabilimento, sono un segnale preoccupante che emerge dal mondo del lavoro. Accertare le responsabilità individuali è compito della magistratura per quanto riguarda gli incendi e gli altri episodi riportati dalla stampa, a noi spetta il compito di ragionare e affrontare i disagi che potrebbero essere alla radice di questi accadimenti.
Abbiamo più volte pubblicamente riconosciuto il valore dell’azione della Procura su tutta la vicenda dell’imbrattamento/inquinamento legato alla Ferriera di Servola, un’azione utile alla tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, seppure svolta in presenza di una legislazione vigente probabilmente carente, inadeguata e migliorabile. Buona parte dei lavoratori della Meloni rimasti senza lavoro dopo il fallimento della stessa hanno intrapreso le vie legali per ottenere il riconoscimento dell’accordo che prevedeva il loro rientro alle dipendenze della Wartsila e sono in attesa che la loro causa venga discussa. La magistratura interviene, a fatto avvenuto, per accertare le responsabilità ogni volta che lavoratori o lavoratrici perdono le loro vite sul luogo di lavoro. Noi siamo convinti che esistono scelte politiche e iniziative sindacali capaci di affrontare e risolvere i problemi, molto prima che questi divengano materia di intervento della magistratura. Sulla questione del trasporto dei tubi attraverso le vie cittadine, ritorniamo quindi alla Sertubi, abbiamo presentato da mesi una mozione al Consiglio comunale che finora non è mai stata discussa. Questa indifferenza della politica per i temi del lavoro è negativa anche per la comprensione reale dei grandi progetti e delle piattaforme generali la cui discussione è sempre avulsa dalle ricadute concrete, che invece i lavoratori ben conoscono.
Ci sono temi e problemi di giustizia sociale, di sicurezza sul lavoro, di dignità e di diritti fondamentali che fortunatamente si possono e si potrebbero risolvere sempre, senza dover ricorrere a giudici ed avvocati. Sarebbe bene ricordarsene tempestivamente. Forse riusciremmo anche a colmare un po’ di quel vuoto tra politica e società al quale in questi giorni sembra non esistere alcun antidoto.


Trieste, 19 ottobre 2007

Igor Kocijančič
Presidente gruppo consiliare regionale PRC - SE

FERRIERA la polemica

LA POLEMICA
In risposta a Luca Visentini

Alcuni dei ragionamenti svolti da Luca Visentini appaiono quantomeno curiosi, sicuramente ingenerosi e fuorvianti, almeno nei confronti del nostro partito, che non può essere annoverato tra le forze politiche che “non rispondono” – forse proprio perché sulla questione Ferriera siamo uno dei pochi partiti ad avere le carte in regola, perché sull’argomento abbiamo mantenuto tensione ed attenzione costante negli anni, perché abbiamo contribuito a costituire ed a far vivere il Forum Ferriera (unico tentativo di unificazione di lotte ed interessi di cittadini, lavoratori e sindacato, unico luogo nel quale venivano trattati insieme i temi della salute, del lavoro e dell’ambiente) e perché, in questi ultimi quattro anni siamo costantemente intervenuti sul tema, nelle istituzioni e nella società, forse addirittura con maggiore frequenza dello stesso sindacato. E negli anni non facevamo che ripetere e sottolineare che – rispetto alla paventata chiusura del 2009 - il tempo a disposizione era poco, che non vi era un piano di risanamento, di sviluppo, né di riconversione dello stabilimento e che rischiavamo di arrivare alla chiusura con un drammatico problema di altri 500 esuberi, così come stiamo dicendo puntualmente, in questi anni, che dal 2002 ad oggi è già stata chiusa una Ferriera (i lavoratori in mobilità delle varie aziende che hanno chiuso o delocalizzato in questi anni nella nostra provincia sono più di 500), ma ben poche lavoratrici e ben pochi lavoratori hanno avuto vere possibilità di ricollocazione.
E’ per questo che abbiamo constatato amaramente, alla luce dei dati di inquinamento insostenibile, che la Ferriera sarà chiusa e che questo è un fallimento per la politica, per le istituzioni, per il sindacato e per la città intera, perché non si è riusciti ad imporre alla proprietà di attuare gli investimenti, ma soprattutto gli interventi necessari per migliorare gli aspetti ambientali. Forse sarebbe stato meglio non arrabattarsi per anni assieme a Regione e proprietà per trovare una soluzione, ma uscire dalle pratiche della concertazione e dare maggiori contributi alla produzione di quella pressione sull’azienda, che anche Visentini ritiene essere insufficiente. La Lucchini – Severstal è l’unico vero vincitore in questa vicenda, se è vero, come apprendiamo leggendo in altra parte del giornale, che starebbe “ricercando un’intesa con la magistratura sugli interventi necessari a ridurre l’inquinamento”.
Quanto alle arrampicate sugli specchi ed alle opportunità di sviluppo industriale pulito e di soluzione occupazionale per centinaia di lavoratori, si assuma Luca Visentini, in prima persona, la responsabilità di affermare, a fronte del carente progetto presentato da Gas Natural, che il rigassificatore e la piattaforma logistica (per la quale è stato stanziato finora meno di un terzo del denaro necessario per la sua costruzione) saranno i futuri posti di lavoro per i cinquecento della Ferriera di Servola.

Trieste, 19 giugno 2007
Igor Kocijančič
Segretario provinciale PRC - SE