martedì 29 dicembre 2009

Finanziaria regionale, “immoralia” e Trieste dimenticata

Ci sono tre ragioni di fondo che hanno dettato la necessità di convocare questa conferenza stampa di fine anno e sono tutte riassunte nel titolo. La prima risiede nella necessità di ribadire ulteriormente la pochezza della finanziaria regionale appena approvata, che mette a nudo la fondamentale mancanza di progettualità di questa giunta regionale e di questa maggioranza, che non hanno saputo fare niente più di una banale operazione di taglio chirurgico non improntata a criteri di scelte politiche di priorità ed indirizzo. Gli effetti nefasti delle alluvioni e delle inondazioni di questi giorni in tante località della regione e le polemiche che stanno già prendendo corpo su vari versanti (ATER, cooperazione sociale, personale comparto unico in primis) non faranno che confermare questa valutazione negativa. Sul fronte del lavoro, a parte gli stanziamenti per gli ammortizzatori in deroga e le risorse per gli enti bilaterali, non possiamo non rilevare che, malgrado le rassicurazioni del premier, anche chi ha diritto alla cassa integrazione (vedi esempio Grossmarket) è costretto ad azioni eclatanti (occupazioni, presidi, bivacchi sui tetti degli stabilimenti) per ottenere quanto gli spetta di diritto e la Regione dimostra di non avere alcuna capacità di intervento.
La seconda ragione risiede nel fatto che, a fronte di una situazione pesante per moltissime categorie di lavoratrici e lavoratori, l’aumento dei rimborsi auto e mensa approvata a larghissima maggioranza dal consiglio regionale è un atto concreto che va in direzione esattamente opposta e contraria ai richiami alla sobrietà, all’austerità ed al senso di responsabilità dei quali ci siamo resi protagonisti un po’ tutti. Riteniamo che in tempi di crisi imperante non si possa eludere la necessità di un atto concreto di autoriduzione da parte della massima istituzione regionale. Per questo abbiamo chiesto ai presidenti Ballaman e Tondo di porre la questione alla prima conferenza dei capigruppo nel 2010.
Infine, non possiamo non rilevare, e non lo diciamo per piccinerie di campanile, di come Trieste sia stata lasciata ai margini di questa manovra finanziaria. Questa è una critica che rivolgiamo alla maggioranza consiliare, in primis alla nutrita pattuglia di colleghi triestini (con un’unica eccezione), che hanno ottenuto un milione di euro per progettazioni aleatorie e probabilmente inutili (Parco del Mare) e non hanno ritenuto importante intervenire per tempo per portare più risorse all’edilizia pubblica sovvenzionata, al Porto di Trieste ed alla società Alpe Adria, strettamente connessa allo sviluppo dello scalo portuale triestino sul tema dei collegamenti ferroviari, della logistica e dell’intermodalità. I presidenti delle autorità portuali dell’Alto Adriatico dimostrano, nei fatti, di saper fare sinergia ed operare in direzione di uno sviluppo comune e dell’incremento di traffici per un’intera area, che va da Ravenna a Fiume, mentre la politica, nelle sue massime espressioni locali, dimostra nuovamente scarsa sensibilità per le sorti dell’unico porto di interesse nazionale ed internazionale presente nel territorio regionale.

Trieste, 29.12.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

giovedì 24 dicembre 2009

Porto di Trieste, logistica ed intermodalità: quale gioco fa la giunta regionale?

Come ha correttamente rilevato “Il Piccolo” (22 dicembre, pagina 9 – Economia), in realtà qualcuno in consiglio regionale si è occupato anche del Porto di Trieste e la giunta regionale ha accolto l’ordine del giorno presentato dal sottoscritto e dal collega Piero Camber, che impegna la stessa giunta a sollecitare presso il CIPE ed il Governo nazionale l’erogazione delle risorse finanziaria necessarie a dare avvio alla costruzione della piattaforma logistica nel Porto di Trieste.
Risulta davvero inspiegabile, invece, perché la giunta regionale non abbia ritenuto di accogliere un ordine del giorno di tenore analogo, che conteneva l’impegno ad aprire, in tempi brevissimi, entro il primo bimestre del 2010, un tavolo di confronto con friulia SpA, Autorità Portuale di Trieste e Trenitalia SpA al fine di reperire risorse aggiuntive da destinare alla società Alpe Adria SpA, società di logistica e servizi intermodali, costituita nel 1991 e partecipata dai soggetti indicati, che ha fortemente sviluppato, in questi anni, il settore della movimentazione di container a livello nazionale ed internazionale e rappresenta indubbiamente una possibilità di ulteriore sviluppo dell’intermodalità sul territorio regionale ed un fattore chiave per il rilancio e l’ulteriore sviluppo del Porto di Trieste.
La società Alpe Adria è stata destinataria, nella finanziaria regionale, di stanziamenti che non le consentono di programmare ulteriori investimenti e quindi condizionano negativamente qualsiasi ipotesi di sviluppo ed ulteriore incremento di traffici ferroviari da e per il porto. Potrebbe essere un fattore importante anche all’interno della riflessione svolta da Roberto Morelli domenica scorsa (Un treno per il nord est). Sicuramente, allo stato attuale, è uno strumento di forte rilevanza in relazione a qualsiasi ipotesi di visione di ulteriore sviluppo del nostro porto e dell’incremento di traffici su rotaia.
Perché il Presidente Tondo ha ritenuto di non accogliere nemmeno un impegno a verificare la disponibilità di ulteriori risorse per Alpe Adria e quindi per il porto di Trieste? E’ un atteggiamento che sottende disimpegno ed una linea di condotta ostile che presuppone un orientamento che va in direzione decisamente opposta a quanto più volte asserito e dichiarato: lavorare per lo sviluppo ed il rilancio dello scalo portuale triestino.


Trieste, 22.12.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

ORDINI DEL GIORNO su PORTO e su ALPEADRIA

Kocijančič, Camber



DDL n. 92
“Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale e annuale della Regione
(Legge finanziaria 2010)”

ORDINE DEL GIORNO N.RO ______

OGGETTO: INTERVENTO A SOSTEGNO DEL PORTO DI TRIESTE.-


IL CONSIGLIO REGIONALE


Premesso che in questi giorni i mezzi di comunicazione locali hanno pubblicato con rilievo la notizia che il CIPE ha approvato il progetto di attuazione di una piattaforma logistica nel Porto di Trieste, infrastruttura indispensabile per garantire ulteriore sviluppo allo scalo portuale triestino e consentire anche un generale rilancio economico del capoluogo di regione;
Rilevato che gli stanziamenti previsti per avviare l’opera di costruzione della piattaforma logistica (256 milioni di euro) sono stati preannunciati da diversi anni e sia il Governo attuale che quello precedente avevano assunto precisi impegni in tal senso;
Ritenuto grave e preoccupante che a fronte di precisi e pubblici impegni assunti dagli ultimi due Governi nazionali il CIPE, a tutt’oggi, non abbia ancora erogato le risorse finanziarie necessarie;

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

A sollecitare presso il CIPE ed il Governo nazionale l’erogazione delle risorse finanziarie necessarie a dare avvio alla costruzione della piattaforma logistica nel Porto di Trieste.




Kocijančič, Camber



DDL n. 92
“Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale e annuale della Regione
(Legge finanziaria 2010)”

ORDINE DEL GIORNO N.RO ______

OGGETTO: INTERVENTO A SOSTEGNO DELLA SOCIETA’ ALPE ADRIA S.p.A.-


IL CONSIGLIO REGIONALE


Premesso che, a causa dell’attuale congiuntura negativa, della forte recessione economica in atto e di un quadro economico preoccupante in termini generali non è stato possibile garantire incrementi di stanziamento in relazione a molte poste della legge finanziaria regionale per l’anno 2010 ;
Rilevato che la Società Alpe Adria S.p.A., società di logistica e servizi intermodali costituita nel 1991 e partecipata da Friulia S.p.A., Autorità Portuale di Trieste e Trenitalia S.p.A ha fortemente sviluppato, in questi anni, il settore della movimentazione di container a livello nazionale ed internazionale e rappresenta indubbiamente una possibilità di ulteriore sviluppo dell’intermodalità sul territorio regionale ed un fattore chiave per il rilancio e l’ulteriore sviluppo del Porto di Trieste;
Ritenuto che la necessità di reperire ulteriori risorse finanziarie da destinare ad Alpe Adria S.p.A. per investimenti rappresenti una priorità regionale sul versante della crescita dei servizi di logistica ed intermodalità necessari al rilancio dei porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro.


IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

Sulla scorta delle motivazioni indicate in premessa, ad aprire in tempi brevissimi, entro il primo bimestre 2010, un tavolo di confronto con Friulia S.p.A., AP di Trieste e Trenitalia S.p.A. al fine di reperire risorse aggiuntive da destinare ad Alpe Adria S.p.A.

PER UNA RIDUZIONE DELLE INDENNITA’ CONSILIARI ED ASSESSORILI

Kocijančič, Antonaz, Pustetto



DDL n. 92
“Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale e annuale della Regione
(Legge finanziaria 2010)”

ORDINE DEL GIORNO N.RO ______

OGGETTO: PER UNA RIDUZIONE DELLE INDENNITA’
CONSILIARI ED ASSESSORILI.-

IL CONSIGLIO REGIONALE

Premesso che a causa dell’attuale congiuntura negativa, della forte recessione economica in atto e di un quadro economico preoccupante in termini generali, anche nella nostra regione l’anno 2009 è stato contraddistinto da situazioni di crisi che hanno colpito molte realtà produttive e che migliaia di cittadine e cittadini e lavoratrici e lavoratori in vari settori si trovano nella pressante condizione di aver assoluto bisogno di misure di sostegno al reddito;

Rilevato che risulta del tutto evidente che risorse e misure a sostegno del reddito debbano essere individuate e reperite anche in quei settori nei quali la crisi non ha direttamente provocato contrazioni e ridimensionamenti e che ciò vale in molti casi per l’ambito istituzionale e nella fattispecie per i componenti del consiglio e della giunta della Regione Friuli Venezia Giulia;

Appreso dai mezzi di comunicazione che anche i Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale ravvisano la necessità di intervenire per dare anche alla società civile un segnale di sobrietà ed austerità da parte dei livelli istituzionali;


IMPEGNA I PRESIDENTI DI
GIUNTA E CONSIGLIO REGIONALE

1. A procedere celermente, a valere sulle indennità consiliari ed assessorili già a partire dal mese di gennaio 2010 e fino alla fine della legislatura in corso, ad una decurtazione delle stesse nella misura del 10%.

2. Ad accantonare gli importi derivanti da tale decurtazione in un fondo specifico da destinare ad ulteriore misura di sostegno al reddito da definire puntualmente in sede di assestamento del bilancio 2010.

giovedì 10 dicembre 2009

Città e leggende metropolitane

Il dibattito su Trieste città metropolitana che sta animando in questi giorni vari livelli politici ed istituzionali è un dibattito sul nulla, o meglio, come sempre più spesso succede agli esponenti di questa giunta regionali, su enunciazioni per ora non supportate da testi o bozze sui quali confrontarsi.

E’ paradossale che su un semplice annuncio - quello dell’assessore Seganti che poco più di una settimana fa ha anticipato le linee guida della riforma delle autonomie locali e predetto a Trieste un futuro da città metropolitana - si sia già sviluppata e si stia alimentando una discussione di merito. Quelle linee guida non sono ancora nemmeno approdate ad un confronto in giunta regionale, gli altri assessori regionali non ne sanno nulla, eppure si stanno già riempiendo pagine di giornali e spazi televisivi sui contenuti (sic!) della riforma delle autonomie locali e sulle magnifiche sorti future di Trieste città metropolitana.

Come gran parte delle riforme annunciate dalla giunta Tondo e non ancora attuate anche questa potrebbe essere iscritta nel novero delle leggende metropolitane, e comunque, fino a quando non sarà possibile confrontarsi su un testo scritto, è proprio inutile parlarne.

Trieste, 12.12.2009

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

giovedì 26 novembre 2009

Mozione sul crocifisso: ipocrisia senza limiti

Alla fine l’aula, con votazione segreta, ha respinto l’integrazione “federalista” presentata dalla Lega Nord, con la quale si chiedeva l’affissione - non del semplice crocifisso - ma della croce di Aquileia nell’aula del Consiglio regionale ed ha inoltre respinto l’ordine del giorno proposto dall’IdV di affiggere anche il ritratto del Presidente della Repubblica.

Una due giorni, quella che ha caratterizzato la discussione sulla mozione strumentalmente contrapposta alla sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo, nella quale molta parte del consiglio regionale ha dato il peggio di sé. Interpretazioni maccheroniche ed addomesticate della Costituzione, anatemi lanciati ai presunti “laicisti e relativisti” annidati tra le fila dell’opposizione, insomma un approccio ideologico e fondamentalista su un tema serio che richiederebbe ben altri presupposti e ben altri tempi e modalità di discussione.

Da ora in poi, non si sa bene da quando, nell’aula del Consiglio regionale del FVG ci sarà anche un crocifisso, ad imperitura memoria di uno dei peggiori dibattiti e di una delle pagine più buie nella storia di questa istituzione.

Trieste, 25.11.2009

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

lunedì 23 novembre 2009

TAV e Trieste - Divaca: a che gioco stanno giocando ?

Davvero illuminante l’intervista di ieri a Paolo Costa, attuale Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, già sindaco di Venezia, già europarlamentare e presidente della Commissione Trasporti dell’UE, anche se, alla fine, non ha detto niente di diverso rispetto a quanto disse ad un incontro, promosso dall’allora assessore regionale Sonego su Corridoio V° ed infrastrutture ferroviarie e portuali europee, che ebbe luogo nell’ormai lontano 26 marzo 2006 in quel di Udine.
Allora come oggi, a quasi quattro anni di distanza, Paolo Costa, in qualità di presidente della commissione europea per i trasporti affermò che la realizzazione della tratta di Corridoio 5 che interessa il Veneto e la nostra regione è fortemente in ritardo, che l’UE avrebbe dato priorità di finanziamento alla progettazione delle tratte transfrontaliere (cosa effettivamente avvenuta), ma che le risorse necessarie alla realizzazione delle opere avrebbero dovuto essere garantite dai rispettivi governi nazionali.
Sono passati quasi quattro anni (giova ripeterlo), le risorse non ci sono e ove ci fossero, sarebbero sicuramente inferiori alle disponibilità di allora (banche ed imprese con i vari provvedimenti anticrisi sono state destinatarie di drenaggi di denaro impressionanti nei mesi scorsi). Costa ci dice chiaramente che un impegno concreto, anche del Governo italiano, non c’é. Nel frattempo il tempo passa, altri corridoi sono in fase di completamento, sta crescendo il livello di conflittualità ed opposizione sui territori, lo stesso progetto esistente e già finanziato (10 milioni di euro) della Trieste - Divača viene rimesso in discussione (si cerca, saggiamente, di trovare una soluzione non impattante per la Val Rosandra) e il sottosegretario ai trasporti Castelli viene in qualche modo costretto a ribadire (ma ormai non ci credono più nemmeno i bambini) l’interesse prioritario del Governo italiano per la realizzazione della porzione di Corridoio V° che interessa i nostri territori e della TAV.
Non sarebbe ora di finirla e di cominciare di dare ascolto a quanti – l’assessore regionale Riccardi tra questi – stanno dicendo da anni che vanno adeguati i tracciati esistenti all’alta capacità e che nei confronti della Slovenia va aperto un confronto serrato per il collegamento ferroviario tra i porti di Capodistria e Trieste, lasciando perdere altre progettazioni e priorità semplicemente velleitarie? Una scelta in tal senso comporterebbe di realizzare 6 chilometri di tracciato in superficie contro un’ipotesi alternativa di 38 chilometri di tracciato interrato in profondità. Una spesa normalmente sostenibile e preventivabile, una soluzione a basso impatto contro un costo elevatissimo che non si può nemmeno preventivare con approssimazione e dall’impatto notevole: in un paese normale non si perderebbe nemmeno tempo a discutere di cosa convenga fare…

Trieste, 23.11.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

mercoledì 11 novembre 2009

Incontro dei capigruppo d’opposizione con delegazione FIOM

I capigruppo d’opposizione in consiglio regionale (o loro delegati) Kocijančič, Colussi, Pupulin, Agnola e Pustetto hanno incontrato una delegazione della FIOM CGIL, composta dal segretario regionale Gianpaolo Roccasalva e dai segretari provinciali di Trieste e Pordenone, Stefano Borini e Bruno Bazzo, nell’ambito delle mobilitazioni a favore del referendum, contro l’accordo separato sottoscritto da Governo, FIM CISL e UILM e per una corretta informazione mediatica sulle vertenze dei metalmeccanici in atto e, più in generale, sui problemi del lavoro, che ieri hanno coinciso con un presidio di otto ore davanti alla sede della RAI regionale.

Nel corso dell’incontro gli esponenti sindacali hanno trasmesso alle rappresentanze politiche ed istituzionali i contenuti della piattaforma rivendicativa e chiesto il sostegno attivo per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla democrazia sindacale nei luoghi di lavoro e per la certificazione della reale rappresentanza sindacale che la FIOM intende proporre a breve a livello nazionale.

Trieste, 11 novembre 2009



Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC - SE

martedì 10 novembre 2009

DICHIARAZIONE A SOSTEGNO DI MAURIZIO FOGAR
E DEL CIRCOLO CULTURALE ERCOLE MIANI

In questi anni il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha costantemente seguito con grande attenzione tutta la vertenza della Ferriera di Servola, con numerosi interventi e proponendo anche varie iniziative di confronto e di mobilitazione. Le richieste specifiche di valorizzazione e finanziamento del Circolo Culturale Ercole Miani sono state da noi sostenute nelle sedi istituzionali ed anche nell’ambito di iniziative pubbliche dai nostri rappresentanti eletti. Ribadiamo quindi, anche in questa sede, un giudizio negativo sull’operato del centrodestra alla guida di Comune e Regione che, nei fatti, in tutti questi anni si è limitato furbescamente a trarre ampi consensi dalla “solita” politica degli annunci. Sosteniamo quindi anche la richiesta di una ulteriore riunione della Conferenza dei Servizi, perché ci sembra opportuna, a maggior ragione dopo la conferenza stampa delle organizzazioni sindacali che hanno aperto un confronto proprio sulla questione della sicurezza.

In questi anni abbiamo operato per tentare di evitare uno scontro tra rivendicazioni dei cittadini ed interessi dei lavoratori - consapevoli che la soluzione della vicenda arriverà solo nel momento in cui vi sarà una chiara convergenza di obiettivi tra cittadini e lavoratori. Nel ’95 lo stabilimento venne salvato da una mobilitazione comune che vide la città schierarsi. Oggi, all’interno della crisi ed alla luce delle intenzioni di chiusura più volte formulate dalla Severstal-Lucchini, riteniamo si possa ripresentare la possibilità di una mobilitazione comune in difesa dei livelli occupazionali e contro lo sfruttamento intensivo del territorio, unendo cittadini e lavoratori in una difesa comune della salute di tutti.

Su questo percorso ci siamo trovati varie volte in disaccordo con le scelte tattiche operate dal Circolo Miani e dal suo ex presidente Maurizio Fogar, ma questo non ci ha impedito di mantenere un rapporto di continuo confronto e di collaborazione in diverse occasioni - a partire dall’esperienza comune all’interno del Forum Ferriera. Siamo convinti che alla radice della vertenza Ferriera ci siano evidenti ragioni economiche che vanno contrastate con azioni collettive, sia all’interno della fabbrica con scioperi incisivi (vanno cambiate le regole sulla salvaguardia impianti che permettono alla Severstal di fare la normale produzione anche duranti gli scioperi), sia all’esterno. Su questo terreno siamo disponibili ad impegnarci e chiediamo pubblicamente a Maurizio Fogar di interrompere lo “sciopero dei medicinali salvavita” e a tutti gli altri di discutere assieme le forme più appropriate per raggiungere obiettivi significativi.

Trieste 6 novembre 2009

Igor Kocijančič, consigliere regionale PRC – SE

Paolo Hlacia, Commissione Lavoro PRC – SE Trieste

mercoledì 4 novembre 2009

INTERROGAZIONE REGIONALE

Consiglio Regionale

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia


X LEGISLATURA

INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG O AL COMPETENTE ASSESSORE

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


OGGETTO: Situazione di criticità presso lo Slovenski Deželni Inštitut za Poklicno Izobraževanje – Istituto Regionale Sloveno per l’Istruzione Professionale.Quesiti vari.-


Il sottoscritto consigliere regionale

Rilevato che presso lo Slovenski Deželni Inštitut za Poklicno Izobraževanje – Istituto Regionale Sloveno per l’Istruzione Professionale con sede centrale a Trieste sono intervenuti, tra agosto e settembre di quest’anno alcuni importanti cambiamenti e che questo ente di formazione professionale ha assunto una nuova ragione sociale e denominazione - Impresa Sociale “Ad Formandum” che oltre a continuare ad occuparsi di formazione professionale amplierà il proprio ventaglio di offerta formativa anche all’ambito della cosiddetta alta formazione ed alla formazione post universitaria con percorsi e programmi di attività di formazione commerciale altamente qualificata;

Rilevato altresì, che da quanto riportato dalla stampa locale, in particolar modo dal quotidiano Primorski dnevnik, a motivazione, non esclusiva, della modifica di ragione sociale vi sarebbe anche un problema di relazioni con gli uffici della competente Direzione regionale ed un’asserita diminuzione di trasferimenti dedicati, inferiori del 5,9% dalla Regione e del 20,5% dal Fondo Sociale Europeo che avrebbero concorso a determinare significativi disavanzi nel bilanci 2007 e 2008 dell’Istituto, tali da ricondurre ad una previsione iniziale di sei esuberi tra personale docente ed amministrativo;

Ritenuto che nel 2010 i proventi dal FSE potrebbero subire ulteriori diminuzioni stante la prevista utilizzazione di risorse per il finanziamento della CIG in deroga;

Dato atto che il nuovo soggetto Agenzia Sociale “Ad Formandum” ha recentemente presentato pubblicamente un programma di attività che dovrebbe coniugare il settore della formazione professionale con quello della formazione specialistica altamente qualificata;

Preso atto che da un confronto informale con i competenti uffici regionali allo scrivente risulta che l’IRSIP, all’imminente vigilia dell’anno scolastico in corso ha richiesto 30 giorni di proroga perché non in regola con le procedure di accreditamento dei docenti, dei tutor e del personale amministrativo e che gli stessi uffici hanno evidenziato varie criticità negli atti amministrativi presentati;

Rilevato che a tutt’oggi, quale primo ed unico effetto del paventato rilancio dell’IRSIP si segnala la collocazione in cassa integrazione in deroga di 5 dipendenti a tempo indeterminato (quelle con maggiore anzianità di servizio - 3 docenti, 2 amministrative), peraltro tutte in possesso del previsto accreditamento regionale e che a fronte di tale provvedimento si sarebbe proceduto a nuove assunzioni a tempo determinato e part time e ad un improprio utilizzo del personale, che vede collocato in cassa integrazione personale in possesso di competenze adeguate per l’insegnamento di determinate materie attualmente assegnate a docenti e consulenti esterni;

Ritenuto doveroso che la Regione FVG, in qualità di principale finanziatore e sovvenzionatore dei corsi di formazione professionale, abbia un quadro chiaro e completo della situazione presso l’IRSIP;

tutto ciò premesso

Interroga la Giunta regionale per sapere

  1. Se vi siano state sensibili diminuzioni di stanziamenti o contributi regionali dedicati all’attività dell’IRSIP nell’ultimo triennio, stante anche la prevista diminuzione di disponibilità dal FSE per la parte di risorse attinte dallo stesso che andranno utilizzate per la cosiddetta cassa integrazione in deroga .
  2. Se gli uffici della competente Direzione regionale siano a conoscenza dei sopravvenuti cambiamenti e siano in possesso dell’intera documentazione riguardante la costituzione dell’Impresa Sociale Ad Formandum e della posizione dell’IRSIP all’interno del nuovo soggetto giuridico.
  3. Se l’Associazione Temporanea di Imprese EFFE.PI sia a conoscenza dei sopravvenuti cambiamenti e della costituzione dell’Agenzia Sociale Ad Formandum e della posizione dell’IRSIP all’interno del nuovo soggetto giuridico.
  4. Se le richieste, da parte della direzione dell’IRSIP, di ulteriori proroghe in ordine alle difficoltà di accreditamento abbiano consentito di superare le difficoltà ed i problemi alla base della richiesta di proroga.
  5. Se vi siano state, da parte della Direzione regionale competente, note di rilievo in ordine alla gestione amministrativa;
  6. Se nell’ambito degli enti di formazione sia possibile procedere a nuove assunzioni di personale a fronte di una situazione complessiva che vede cinque unità di personale (su 13 complessive) già collocato in cassa integrazione in deroga.

Trieste, 4 novembre 2009

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC - SE

Presidente gruppo consiliare regionale La Sinistra L'Arcobaleno

Ha ragione il sindacato:

prima di chiedere sacrifici
agli altri bisogna essere disposti a farli

Non so a cosa sia dovuta l’ultima uscita estemporanea del collega Ciani, che curiosamente chiede a lavoratrici e lavoratori del Comparto Unico, di peggiorare “volontariamente” la propria situazione finanziaria, rinunciando ad un’ora di retribuzione al giorno (sarebbero 25 o 30 al mese, l’equivalente della retribuzione di una settimana di lavoro) per avvicinarsi maggiormente alla posizione di lavoratrici e lavoratori di altri settori già pesantemente colpiti dalla crisi. Sono abituato a vedere lotte e rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori per migliorare la propria condizione e resto convinto che facciano bene a continuare a rivendicare ciò che loro spetta per contratto e per accordi stipulati con la parte datoriale e non ancora onorati.
Resto convinto che non si può chiedere ulteriori sacrifici “agli altri” predicando da posizioni privilegiate e lo status di consigliere regionale lo è indubbiamente, a maggior ragione di questi tempi. Perciò ritengo che i Presidenti Ballaman e Tondo farebbero bene a prendere in seria considerazione la proposta del segretario regionale della CGIL, Franco Belci. Il nostro consiglio regionale ha già provveduto, con il Presidente Tesini, ad una diminuzione dell’indennità consiliare del 10%. Assumendo un indirizzo simile, motivato proprio dalla forte crisi che morde svariati settori, magari approvandolo nell’ambito della finanziaria (un’ulteriore decurtazione del 10% delle indennità consiliari ed assessorili a partire da gennaio 2010 fino alla fine della legislatura) arriveremmo alle tre mensilità pro capite di cui alla proposta Belci.
Mi dichiaro pronto fin d’ora a votare una proposta simile o analoga.

Trieste, 04.11.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

dalla Corte Europea un provvedimento di laicità

La Corte Europea dei diritti dell’uomo, nel pronunziarsi contro la presenza dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, afferma che il crocefisso nelle scuole pubbliche è contrario al diritto di libera educazione religiosa. Si tratta di un pronunciamento molto importante, che rende giustizia non solo alla persona che promosse il ricorso ormai otto anni orsono, ma anche a tutti quei docenti licenziati per essersi opposti alla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche e ai genitori di alunni di altre religioni. Si tratta di un gesto di autentica laicità e di rispetto della Costituzione Italiana, dei non credenti, ma anche di tutti quei cattolici e cristiani credenti che ritengono non si possa, né debba insinuare la religione attraverso accordi e strumenti legislativi ormai obsoleti (leggi Concordato), che andrebbero assolutamente rivisti ed attualizzati.

Trieste, 04.11.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

lunedì 26 ottobre 2009

Il terminal off-shore di Rovigo basta e avanza : parola di Scaloja

Il nuovo impianto di rigassificazione off – shore Adriatic Lng, inaugurato la settimana scorsa al largo della costa di Rovigo, consentirà di fornire il 10% del fabbisogno nazionale di gas, che sarà garantito per i prossimi 25 anni dal Qatar, primo produttore mondiale di gas naturale.
Entusiasmo della Edison, del Governo tutto ed in particolare del ministro allo sviluppo economico, Claudio Scajola, orgoglioso del nuovo impianto che potrà iniettare in rete fino a 8 miliardi cubi di gas, più o meno il 10% del fabbisogno nazionale (quando però dicono “fino a” significa xche pensano di iniettarne di meno).
Parole di Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison, e dello stesso ministro Scajola: l’impianto di Rovigo, da solo, basta a mettere il paese in sicurezza dal rischio black out, ma non è sufficiente per rendere meno pesanti le bollette delle famiglie.
Il ministro Scajola aggiunge che bisogna accelerare anche sugli impianti di Priolo e Trieste (Zaule), “perché la nostra politica è quella di fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, punto di arrivo e di transito anche per altri paesi europei”.
Nel dire questo Scajola ammette che ulteriori rigassificatori non servirebbero, anche perché negli stessi giorni in cui si inaugurava l’impianto di Rovigo - si è svolto in Russia uno dei vertici “informale” più pubblicizzati degli ultimi anni - quello tra Putin e Berlusconi - che hanno dialogato in videoconferenza con il primo ministro turco Erdogan, lo sceicco del Qatar e l’ex cancelliere tedesco Schroeder, attualmente a capo del comitato internazionale per la costruzione del gasdotto Itgi, meglio conosciuto con la denominazione di South Stream (flusso meridionale), che dovrebbe garantire ulteriori forniture dal bacino del Caspio (bypassando l’Ucraina attraverso Turchia e Grecia) per dieci miliardi di metri cubi di gas all’anno, ben oltre un ulteriore 10% del fabbisogno nazionale. Non parliamo poi degli altri progetti di gasdotto che ci interessano da vicino e dagli investimenti ENI in Russia (tecnologia per ulteriori forniture di gas), che dimostrano profonde sinergie tra i due stati e rendono davvero difficile una previsione di future “chiusure di rubinetti” russe a svantaggio dell’Italia.
E’ evidente, parole del ministro Scajola, che Trieste (Zaule) diventa “indispensabile nella politica energetica italiana” non già per garantire continuità di fornitura a tariffe ridotte, ma solo per poterlo rivendere ad altri paesi dell’UE (e dell’Europa extra UE). Noi ribadiamo di non starci e di non volere un rigassificatore a Trieste, sempre molto impattante e di ora in ora più inutile.

Trieste, 26.10.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

giovedì 24 settembre 2009

sulle dichiarazioni del presidente Tondo

Il Presidente “double face” (o double tongue?)

Destano davvero sconcerto le affermazioni offensive ai danni dei dipendenti regionali che il Presidente Tondo ha proferito con nonchalance alla fine dei lavori della V. Commissione consiliare. Siamo davanti ad un caso di schizofrenia politico-istituzionale o si tratta, molto più banalmente, dell'adeguamento »all'aria che tira« di un vecchio marpione della politica?
E qual'é il vero volto del Presidente? Quello di »candidato buono« che in campagna elettorale gira in camper per catturare la benevolenza dei poveri dipendenti regionali (e di quelli di Insiel) asseritamente vessati dalla giunta Illy - promettendo loro di valorizzarli come meritano – o quello di epigono del ministro Brunetta? Valgono le affermazioni di Tondo rese un anno fa allo stesso Brunetta (noi i nostri fannulloni li abbiamo già eliminati) che potevano passare per una velata difesa dei propri dipendenti o quelle di ieri, quando, generalizzando rozzamente, ha tacciato tutte e tutti indistintamente - di far parte della categoria di approfittatori di una condizione di presunto privilegio (se uno non é sotto osservazione non lavora più).
Non é offensivo solo nei confronti di tutti i dipendenti regionali ma anche dei direttori e dirigenti che questa giunta ha nominato o confermato.
Vorrebbe tremila interinali in Regione? Ci racconti piuttosto di quanti posti di lavoro é riuscito a salvare con le misure anticrisi approvate dalla sua giunta e dalla maggioranza. Si tratta di alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori della nostra regione, in molti casi più abituati ad essere sotto sorveglianza che sotto osservazione. Eppure non lavorano più e le previsioni dicono che il loro numero é destinato ad aumentare, con buona pace delle magnifiche misure anticrisi varate in primavera dal Presidente Tondo.

Trieste, 23.09.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

annunciati tagli alle ferrovie del F.V.G.

In relazione ai tagli di linee e collegamenti ferroviari preannunciati da Trenitalia trasmetto il testo di un’interrogazione urgente presentata in data odierna, alla quale dovrei avere risposta nella prossima sessione di consiglio regionale (29 e 30 settembre, 1° ottobre). Inoltre, in allegato trasmetto il testo di un’interrogazione più articolata, a contenuto analogo, presentata nell’ottobre del 2008 ed alla quale finora non ho ricevuto alcuna risposta.

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO Sui tagli dei collegamenti ferroviari regionali anticipati da Trenitalia-



TESTO
Premesso che ormai un anno fa il sottoscritto aveva presentato - in ordine a rischi di soppressione di linee e collegamenti ferroviari in FVG - un’interrogazione articolata, alla quale a tutt’oggi non ha ricevuto alcuna risposta, nella quale chiedeva all’assessore competente se la giunta regionale condividesse la strategia aziendale di Trenitalia, improntata al taglio di tutti i collegamenti ferroviari per mere ragioni di risanamento finanziario e come la giunta regionale intendesse intervenire per scongiurare l’allora paventato rischio che in questi giorni si sta trasformando in drammatica realtà.
Preso atto che in questi giorni i media hanno riportato con molto clamore la notizia di imminenti tagli di linee e collegamenti ferroviari nella nostra regione.
Rilevato che da alcune fonti collegano i tagli di Trenitalia ai contenuti del contratto di servizio, che nonostante un lunghissimo periodo di gestazione e trattativa (2006 – 2008) sarebbe stato chiuso “al ribasso” dalla Regione FVG.

Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale chiede al Presidente della giunta regionale ed all’assessore competente

Come intenda intervenire la Regione FVG nei confronti di Trenitalia e del Governo nazionale per scongiurare i tagli annunciati ai collegamenti ferroviari che penalizzerebbero ancora più duramente la nostra regione.


Trieste, 23 settembre 2009


Igor Kocijančič
consigliere regionale
La Sinistra l'Arcobaleno

giovedì 10 settembre 2009

NOTA SU TEATRO SLOVENO Comune-Provincia-Regione

Non può non destare stupore la nota congiunta con la quale Comune, Provincia di Trieste e Regione FVG liquidano la situazione di crisi al Teatro Stabile Sloveno definendola »disastrosa«, chiamando in causa cambiamenti gestionali e di governance che finora non si sarebbero visti. Se la situazione di disavanzo dello Stabile sloveno é disastrosa, allora probabilmente non esistono aggettivi in negativo per definire lo stato finaziario di altri teatri (come definire la situazione del Verdi, ad esempio?).
In realtà allo Stabile sloveno in questi ultimi anni vi sono stati cambiamenti ed interventi volti al risparmio. La dotazione organica di attori ed attrici é ridotta all'osso ed anche alcune figure dell'apparato tecnico che sono andate in quiescenza non sono mai state rimpiazzate. Sul versante della contrazione del personale davvero non si può imputare nulla ai vertici del teatro.
Viceversa, possiamo affermare senz'ombra di dubbio che la regione ha iniziato ad onorare il proprio ruolo di socio fondatore dal 2003 in poi, che il Comune ha contribuito alla dotazione del teatro in modo »altalenante« e che – paradossalmente – oggi rivendica dal teatro più di 120.000 euro di interessi passivi, che incidono per più del 25% sul disavanzo reso pubblico ieri.
Che dire poi dell'atteggiamento della Provicnia di Trieste? Alla conferenza stampa l'assessore al bilancio, in rappresentanza della Presidente, si impegna a ricercare tutte le possibili forme di sostegno per consentire l'inizio della stagione, mentre poche ore dopo la Presidente sottoscrive assieme all'attuale Assessore regionale alla cultura ed al Sindaco di Trieste una nota nella quale si afferma che »Regione, Provincia e Comune hanno sempre fatto la loro parte«. Affermazione, quest'ultima, piuttosto impegnativa, molto discutibile e, soprattutto, non veritiera.

Trieste, 09.09.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 4 settembre 2009

Le parole a sproposito del Sindaco

Da un sindaco ci si aspetterebbe che sappia distinguere tra ricorsi al Tar promossi da singole forze politiche e tra prese di posizione dei singoli governi. Il nuovo piano regolatore è nato male, é proseguito peggio (ricordate: »secretazione« e rinvio a consiglio comunale già presente in aula per la discussione?) , ma una volta adottato, vale per tutti i piani regolatori, può essere impugnato davanti al TAR e se un cittadino, un'associazione o un partito – tutti portatori di interessi concreti, decidono di farlo, si deve semplicmente prenderne atto.
Se un legittimo governo di un paese membro dell'UE esprime dei rilievi su un progetto che può avere ricadute ambientali negative »transfrontaliere« (il mare del golfo di Trieste é uno specchio d'acqua comune) ed arriva ad esprimere un parere contrario nel merito, perchè non sono state recepite alcune osservazioni specifiche al progetto medesimo, bisognerebbe rispondere nel merito e non, come fa il sindaco, tirando in ballo indebite ingerenze di paesi stranieri, peggio ancora, come fa il sottosegretario Menia, dire che un paese ex socialista non ha diritto di parola. Rispondano piuttosto nel merito dei rilievi espressi.
Ultima annotazione: la grande confusione sotto al cielo non sempre é indice di condizioni eccellenti. Dipiazza arriva ad affermare che ricorsi al TAR e prese di posizione governative servirebbero per trovare i soldi »per il loro teatro«. Il Teatro Stabile Sloveno é un ente pubblico di produzione artistica e teatrale che tra i propri soci fondatori annovera la Regione FVG, la Provincia ed il Comune di Trieste. Non é, come pensa Dipiazza, il »loro« teatro. Forse nessuno gli ha ancora detto che é anche suo...

Trieste, 04.09.2009
Igor Kocijančič

mercoledì 2 settembre 2009

INTERVENTO pubblicato su KONRAD

PROVIAMO A TROVARE UN ALTRO METODO?

Si tratta di trovare un metodo diverso da quello al quale ci ha abituato il nostro sindaco in questi ultimi anni - il “metodo Dipiazza”: prima entusiasta, poi critico, ma sempre accomodante con i poteri forti.

L’entusiasmo del Sindaco nella prima fase di un progetto è sempre travolgente, poi guadagna consensi anche con le opposizioni perché appare francamente ed onestamente critico, ma la sua furbizia sta tutta nell’evitare che l’attenzione si concentri sul risultato finale. Vediamo insieme alcuni esempi.

Sul problema Ferriera è passato dalla fase dell’aperto sostegno alla Lucchini - Severstal alla richiesta, recentissima, formulata alla Regione in sede di audizione pubblica, di pressare la dirigenza dell’azienda per ridurre i danni. Nei fatti tutto il suo indaffarato agitarsi non ha prodotto alcun risultato concreto per i cittadini ed i lavoratori.

Sulle concessioni di aree del Porto Vecchio per la costruzione della costruenda “sede mediterranea” di Evergreen ha saputo sempre esprimersi favorevolmente nel corso degli ultimi anni, salvo poi denunciare pubblicamente il comportamento di Maneschi e delle sue società. Ma i fatti e le azioni concrete rimangono, e per i prossimi novant’anni le concessioni rimarranno all’Evergreen, anche quando Dipiazza non sarà più sindaco della nostra città.

Entusiasmo a piene mani ed a senso unico è stato profuso dal sindaco anche per il discusso e poco partecipato piano regolatore appena adottato dal consiglio comunale, del quale è stato grande ispiratore (anche di una fase istruttoria “secretata”), sul quale ha poi saputo esprimere alcune conseguenti critiche di circostanza. Rimane il fatto che il piano è stato ritirato nella prima seduta prevista per la sua adozione (su richiesta dei costruttori o per gravi carenze imputabili agli uffici, come è stato spiegato?).

Con simili precedenti siamo pienamente autorizzati a credere che anche sulla vicenda del rigassificatore il comportamento del Sindaco seguirà lo stesso metodo. Attualmente siamo ancora nella fase di alto entusiasmo che caratterizza il nostro sindaco in ogni fase progettuale, quando riesce a scorgere nelle trame di un progetto ancora molto generico e giustamente avversato grandi opportunità per la città, l’occupazione e il lavoro, occasioni per l’ulteriore sviluppo del core business di Acegas Spa, energia a costi più bassi e tariffe ridotte per i cittadini. Probabilmente, come è sempre successo, tra un po’ non tarderà ad accorgersi che alla prova dei fatti neanche questo progetto può reggere. Alla fine dovrà comprendere, gioco forza, che non vi è alcuna sostanziale differenza tra i vertici della Gas Natural e quelli della Lucchini - Severstal, tra la lobby dei costruttori e il terminalista Maneschi.

Cerchiamo di evitare che a pagare per gli entusiasmi del sindaco siano i cittadini di Trieste. Proviamo, insieme, a cercare per Trieste un metodo diverso dal metodo Dipiazza. Ne va del futuro di tutti noi e della nostra città.
Igor Kocijančič

venerdì 7 agosto 2009

Quesito ferragostano: come risolvere il nodo Ikea / Parco del Mare ?

E' proprio vero che le grane peggiori scoppiano d'estate. Industriali ed istituzioni dell'Isontino, a fronte dei disastri di file d'attesa fin qui registrati al casello del Lisert (per sorvolare sul passante di Mestre), mettono tutti in guardia di fronte ad un probabile »rischio imbuto« da autunno in poi, quando a Villesse aprirà il nuovo grande punto vendita di IKEA. Sono previsti 4,5 milioni di visitatori all'anno, pari a 1,5 milioni di automobili (più di 4.100 autovetture al giorno) che provocherebbero file e tappi infiniti a Villesse, over tutto dovesse restare com'é adesso.
Per una volta guardiamo ai progetti presenti dalla strada: se l'IKEA porterà un milione e mezzo di automobili in più sulla A4, sarebbe bene che tutti i sostenitori del progetto »Parco del Mare« a Trieste (Campo Marzio) – con in testa l'esperto di logistica nonchè Presidente della Camera di Commercio e di Alpe Adria logistica ferroviaria, Antonio Paoletti - cominciassero a pensare a come far arrivare gli stimati 900.000 visitatori annuali previsti. Pensano forse di chiedere un contributo per istituire un servizio di mongolfiere dal passante di Mestre a Campo Marzio?

Trieste, 07.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

martedì 4 agosto 2009

Momento istituzionale o cerimonia leghista ?

Confesso che, pur essendovi andato animato dalle migliori intenzioni, mi sono rimasti proprio sullo stomaco quei trenta minuti di cerimonia a Prosecco alla presenza del ministro Zaia. Innanzitutto, perché malgrado il coinvolgimento di tre istituzioni (Comune di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia, Ministero alle politiche agricole) e presumo di tre servizi responsabili del Protocollo o Cerimoniale, anche stavolta si é fatto in modo di evitare accuratamente che ai discorsi di benvenuto e di saluto fosse previsto anche un cenno di saluto in sloveno, magari prevedendo un breve passaggio del presidente della circoscrizione. Invece niente.
Si badi bene, non é la solita recriminazione nostalgico- nazionalista, si tratta in questo caso di aver lasciato cadere un'ulteriore opportunità e la critica non é rivolta tanto al Comune di Trieste, dal quale non ci si aspetta ormai più nulla su questo versante, quanto ai due assessori regionali ed della Lega Nord, che si dicesempre attenta alle sensibilità del territorio.
Sicuramente il Protocollo é stato molto attento alla valorizzazione dei giovani padani e delle loro bandane verdi e vessilli incombenti sulla cerimonia di piantumazione, quasi fosse stata un'iniziativa di partito... Ma ve l'immaginate il frastuono e il clamore che avrebbero provocato costoro fino a un anno e mezzo fa, se a una qualsiasi manifestazione istituzioanle regionale, magari promossa dall'ex assessore Antonaz, fosse spuntata una bandiera dei Giovani Comunisti? Era in isita il ministro alle politiche agricole della Repubblica Italiana o della Padania?
Per il sottoscritto ce n'era a sufficienza per decidere di non partecipare al prosieguo delle iniziative.
Molti dei presenti mi hanno fatto notare, indispettiti dall'assenza dello sloveno, che la vite di Glera é stata piantata all'ombra di un pino. Ministro Zaia, Lei, che ha ribadito anche a Prosecco di essere un ministro »...con le scarpe sporche di terra...« abituato ad andare dagli agricoltori e a non frequentare i convegni, dovrebbe sapere che all'ombra non cresce niente...

Trieste, 03.08.2009
Igor Kocijančič

lunedì 3 agosto 2009

Vogliono ridurre i lavoratori al silenzio ?

Due notizie simili e molto recenti, passate perlatro senza troppa enfasi sulle testate locali, ci fanno esprimere forte preoccupazione per quello che - molto eufemisticamente - potremmo definire »nuovo salto di qualità«, in negativo, nelle relazioni sindacali. La prima riguarda una querela per diffamazione promossa dai vertici della Lucchini Severstal nei confronti di un sindacalista della Failms – Cisal componente della RSU aziendale dello stabilimento di Trieste (ed anche RLS – rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), che sarebbe reo di aver puntualizzato troppo, in un intervista, sulla durezza dei turni di lavoro e la mancanza di correttivi nelle misure di sicurezza, non intervenuti nemmeno dopo la morte del giovane Dusan Poldini, avvenuta l'anno scorso. Il secondo caso invece riguarda il licenziamento di un delegato della CGIL Funzione Pubblica. Il licenziamento sarebbe stato disposto a seguito di un provvedimento disciplinare contestato al lavoratore, anch'esso rappresentante sindacale, anch'esso colpevole – sembrerebbe - di aver protestato per la gravità e l'eccessiva durezza delle condizioni di lavoro, specialmente dei turni notturni massacranti e svolti con un numero di addetti troppo esiguo rispetto al numero di ospiti, in prevalenza anziani non autosufficienti.
Vi é stata poi, sempre in questi giorni, la segnalazione della denuncia di interruzione di pubblico servizio (questa risalente a cinque anni fa) ai danni di un autista che aveva fermato l'autobus (con l'impianto di condizionamento guasto), in seguito ad un malore, proprio per non mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri.
I casi citati sono tutti esempi di un inasprimento a senso unico della parte datoriale (sia essa pubblica o privata) nei confronti di lavoratrici o lavoratori che trovano ancora il coraggio di segnalare situazioni anomale o di lottare per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro e di sicurezza. Nei casi in cui questo lavoro é rivolto ad altre persone (ormai diventano utenti da trattare alla stessa stregua sia gli anziani non autosufficienti di una struttura protetta sia i viaggiatori di un mezzo pubblico) va da sé che il lavoratore non si preoccupa solo delle proprie condizioni, ma anche del potenziale maggiore benessere dei destinatari del servizio che sta svolgendo. Anche riguardo alla Ferriera di Servola è interesse della cittadinanza che i lavoratori possano esprimere liberamente le loro critiche e le loro denunce, tante tragedie nazionali sono avvenute proprio perchè sono state ignorate le denunce dei lavoratori, che sono i più consapevoli di certi pericoli (incidenti ferroviari, disastri ambientali, ecc.). Oltre ad esprimere piena solidarietà ai lavoratori colpiti da tali provvedimenti, credo che quanto segnalato dovrebbe indurre nuovamente le competenti direzioni centrali della Regione FVG (nel caso della Lucchini Severstal e della Casa di Riposo Emmaus) a provvedere a dei controlli accurati sulle condizioni lamentate dai lavoratori, mentre nei confronti della Trieste Trasporti tale iniziativa dovrebbe essere assunta dalla Provincia di Trieste, alla quale spettano verifiche e controlli dell'organizzazione e del funzionamento del trasporto pubblico locale. Abdicare ai propri ruolo istituzionali a fronte di espisodi di tale gravità sarebbe doppiamente colpevole.


Invito le direzioni delle rispettive aziende interessate a verificare le proprie eventuali responsabilità in riferimento a queste denunce e ad abbandonare la via delle denunce ai lavoratori ritirando i provvedimenti e preoccupandosi concretamente dei problemi da risolvere piuttosto che dell'immagine da salvaguardare.

Trieste, 03.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

Prosecco d.o.c.

“Prosecco DOC (DOCG): battaglia vinta o vittoria di Pirro?”

Lunedì prossimo il ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, sarà presente nella nostra regione e nella nostra provincia in particolare, per alcuni appuntamenti istituzionali e di rappresentanza. In particolare, nel primo pomeriggio, il ministro Zaia sarà presente a Prosecco per la piantumazione di un vitigno di Glera (antico vitigno autoctono, presente proprio nel costone carsico che si estende da Barcola a Contovello e Prosecco) dal quale trae origine il Prosecco, vino frizzante rinomatissimo (e molto apprezzato) in tutto il mondo - prodotto prevalentemente in Veneto, che deve la propria denominazione al fatto che, semplificando, la derivazione “frizzante” del Glera prodotta in Veneto è diventata il rinomato vino Prosecco che tutti conosciamo.
Recentemente si è concluso l’iter di valorizzazione e tutela comunitaria ed internazionale del Prosecco. Dal 1° agosto la DOC prosecco e le due DOCG storiche (Conegliano, Valdobbiadene, Prosecco e Colli Asolani – Prosecco) saranno protette come DOP nel registro comunitario. Questo significa anche, che non sarà più possibile utilizzare, in etichettatura e presentazione, la denominazione Prosecco per altre tipologie di vini frizzanti, mentre fino ad oggi, ciò avveniva in molti paesi europei. E’ un fatto analogo a quello riguardante la vicenda della denominazione del Tocai.
In Veneto possono essere giustamente soddisfatti della conclusione rapida di tutto l’iter: Lo possiamo essere altrettanto anche dalle nostre parti? Forse non del tutto: le associazioni di categoria, in primis la Kmečka Zveza (Alleanza Contadina) avevano già scritto al ministro e fatto presente all’assessore regionale all’agricoltura Violino, che questa del Prosecco DOC avrebbe potuto essere un’occasione di sviluppo e rilancio anche per questa porzione di territorio. Nessuno aveva né ha l’intenzione di mettersi di traverso o di fare come gli ungheresi nella vicenda del Tocai, ma dovrebbe essere chiaro (ed anche equo) che tutti i benefici dell’operazione Prosecco non possono andare ad esclusivo vantaggio dei produttori veneti: stiamo parlando di milioni di bottiglie ogni anno, di diverse centinaia di milioni di euro di fatturato. Nello specifico, è stato concordato con la giunta regionale un impegno programmatico articolato in quattro punti: sistemazione del costone carsico (da Barcola /Contovello a Santa Croce/Aurisina), predisposizione, a Prosecco, di un centro per la promozione del Prosecco, piano per il rilancio delle attività e delle produzioni agricole tipiche sul Carso e infine semplificazione o quantomeno adeguamento delle norme derivanti dalla direttiva Natura 2000 nelle zone ZPS e SIC e di vincoli urbanistici e di altra specie che molto spesso condizionano molto negativamente le potenzialità di sviluppo dell’agricoltura sul nostro territorio.
A questi impegni finora la giunta regionale non ha mostrato di voler tenere fede. In sede di assestamento di bilancio non si sono trovati nemmeno centomila euro come segnale di buona volontà da impegnare per la sistemazione del costone carsico, anzi, è stato chiesto perfino di ritirare gli ordini del giorno che impegnavano la giunta a reperire tali risorse con la finanziaria del 2010.
Non vogliamo pensare che quella del ministro Zaia possa rivelarsi una mera passerella istituzionale. Non vogliamo nemmeno pensare che nella partita del Prosecco doc la giunta regionale e la Lega Nord risultino fortemente subordinate al Ministero delle politiche agricole ed alla lega Nord del Veneto e prive di capacità di contrattazione. Non lo vorremmo davvero, ma finora fatti e segnali dimostrano chiaramente che si sta procedendo in direzione opposta a quella definita e questa battaglia del Prosecco doc rischia di diventare, per la nostra gente ed anche per l’intero Friuli Venezia Giulia, una vittoria di Pirro. Non vorremmo dover dichiarare, con il senno di poi, che sarebbe stato meglio fare come gli ungheresi…

Trieste, 01.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 21 luglio 2009

Basta menzogna su ricollocazione lavoratori Ferriera

La pazienza è finita, forse anche il tempo delle buone maniere. Anche oggi, in una sorta di pre audizione sulla Ferriera di Servola, il sindaco non ha mancato di rilevare che i lavoratori della Ferriera saranno ricollocati parte nel costruendo rigassificatore, parte nella nuova centrale elettrica voluta dalla Lucchini e parte nel nuovo stabilimento di produzione di cavi d’acciaio della Severstal. A parte il fatto che si sta discutendo di impianti ancora solo sulla carta, che sicuramente tutto ciò comporterà, durante i tempi di costruzione ed anche a regime (ma non sappiamo davvero quando) – la creazione di molti posti di lavoro (moltissimi a tempo determinato, pochi a tempo iondeterminato) – non si può davvero più tollerare che si continui a lasciar credere che i lavoratori della Ferriera saranno tutti ricollocati nelle ipotetiche tre nuove realtà: non è possibile (la matematica non è un’opinione) e non è previsto (sicuramente non per gli 80 posti previsti a regime da Gas Natural).

La Regione invece potrebbe sicuramente intervenire sulla Lucchini affinché l’organico non subisca ulteriori riduzione: si parla dell’intenzione di non rinnovare il contratto a 50 lavoratori precari. Il giorno dopo i gravi incidenti accaduti nello stabilimento di Piombino, sarebbe davvero criminale se la Regione non intervenisse sull’azienda immediatamente esigendo che non vi sia più alcun licenziamento. Si tratta di intervenire in questo senso soprattutto a garanzia del rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza.

Trieste, 21.07.2009

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

venerdì 17 luglio 2009

rigassificatore tripudi e vuoto pneumatico

Ok al rigassificatore: tripudi ingiustificati e vuoto pneumatico

Apprendere dalla stampa che c’è un tripudio trasversale, del tutto ingiustificato, per il via libera al progetto di rigassificatore di Zaule, fa un po’ specie e non depone a favore della classe politica ed istituzionale locale. In primo luogo, tutti sembrano dimenticarsi che il progetto di gas Natural presenta(va) numerose lacune tecniche e progettuali puntualmente evidenziate nel corso di audizioni pubbliche (consiglio regionale, consiglio comunale di Trieste) e di presentazioni pubbliche, alle quali i rappresentanti di Gas Natural non hanno mai, ci risulta, posto rimedio. Sono le lacune puntualmente evidenziate anche dai consigli comunali di San Dorligo/Dolina e Muggia nelle proprie deliberazioni di parere contrario al progetto.

In secondo luogo, anche i commenti più entusiastici, del tutto trasversali,accentuano molto di più aspetti del tutto marginali - il paventato ritorno ad un regime di “agevolazione” derivante dal fondo preordinato alla riduzione del prezzo alla pompa dei carburanti per i residenti in regioni interessate dall’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nonché dall’attività di rigassificazione anche attraverso impianti fissi ed off shore (ci becchiamo il rigassificatore per un altro po’ di benzina agevolata?), l’abbattimento di accise derivante dal coinvolgimento in un’operazione energetica di interesse nazionale (in assenza di un piano energetico nazionale e regionale si pretende già di fare gli interessi nazionali?), da ultimo, le condizioni che il Comune intende imporre a Gas Natural e le possibili sinergie di business per Acegas SpaA e Lucchini (progetto di nuova centrale elettrica).

Su tutta la ridda di cifre sciorinate negli ultimi due giorni vi sono molte variabili dipendenti ed un’unica costante: gli 80 posti di lavoro (destinati prevalentemente a personale tecnico specializzato già formato) a regime: questo è l’unico dato dichiarato dai vertici Gas Natural e immutato nel tempo. Significa che chi, da ruoli di responsabilità politica, sindacale o istituzionale continua ad asserire che il rigassificatore é fondamentale per la chiusura della Ferriera e la riconversione della siderurgia verso altri settori o è in malafede e sta mentendo spudoratamente, illudendo centinaia di metalmeccanici e migliaia di cittadini, o non ha studiato ed approfondito a dovere “le carte”, o ha cattiva memoria e non ha ascoltato con attenzione quanto dichiarato in varie sedi pubbliche dai dirigenti di Gas Natural.

I toni di tripudio sono quindi del tutto ingiustificati ed immotivati: lo possono essere solo una classe dirigente (locale e nazionale) priva di idee, sempre disposta a plaudire acriticamente a qualsiasi proposta calata sul territorio per gli interessi dei poteri forti e soprattutto, disabituata da un pezzo a porsi domande e ad approfondire la materia: del resto sono domande che rischierebbero di echeggiare senza fine in certe scatole craniche caratterizzate solo dal vuoto pneumatico…

Trieste, 18.07.2009

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 10 luglio 2009

Manovra estiva di assestamento in Regione

“Manovra di assestamento: cavallo di Troia dei nuovi autocrati”

La consueta maratona estiva (più lunga del previsto) si è conclusa con l’approvazione di una norma di assestamento con pochissimi riflessi finanziari - tra l’altro tutti di scarso impatto – mentre in realtà è servita per introdurre tre contenuti “pesanti” (commissariamento delle Comunità Montane, “riforma” sanitaria all’insegna dell’autocrazia e introduzione di ulteriori limiti per l’accesso degli immigrati e al welfare), puntualmente sottratti a tre livelli di discussione: quella istituzionale, quella che investe i soggetti sociali direttamente interessati e quella più larga, di dimensione pubblica. Relegare argomenti di tale portata a livello di emendamenti alla manovrina regionale di assestamento del bilancio significa praticare la più bieca autocrazia, anche nei confronti della propria maggioranza e di quei cittadini che avevano votato un programma elettorale che a questo punto è carta straccia.
Così chi per cinque anni inveiva e lanciava strali, anche motivatamente, nei confronti di un Direttore Generale detentore di eccessivo potere, oggi accetta, senza poter discutere e senza batter ciglio, che il Presidente Tondo mette a capo della sanità regionale la figura di un nuovo direttore centrale con le caratteristiche di un organo monocratico plenipotenziario, che oltre a rispondere del proprio operato unicamente al Presidente della Regione detiene anche prerogative proprie della giunta e dell’assessore competente, che a questo punto diventa un vecchio arnese che non serve più a nulla ed a nessuno.
Una riflessione analoga va fatta sulle modalità con le quali è stato approvato il commissariamento delle comunità montane, contraddicendo testi votati in consiglio regionale e programma elettorale, per non tacere della schifosa mediazione ottenuta tra posizioni apparentemente inconciliabili di Lega Nord ed UDC in base alle quali (ma questa norma sarà probabilmente impugnata dallo stesso governo) gli immigrati regolarmente presenti nella nostra regione hanno l’obbligo di pagare le tasse da subito ma possono accedere ai servizi di tutela sociale appena dopo 8 anni di permanenza nel nostro ridente ed accogliente paese.
Non male per uno che viene definito il presidente amato dalla gente.

Trieste, 10.07.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 16 giugno 2009

intervento al Comitato Politico Nazionale 13-14 giugno

CPN 13 e 14 giugno 2009
Intervento di Igor Kocijančič


Leggendo i resoconti dei lavori della Direzione Nazionale ed anche oggi, ascoltando questo dibattito, mi sembra di essere capitato a Macondo. Chi ha letto “Cent’anni di solitudine” ricorderà che, a un certo punto della narrazione, gli abitanti del villaggio di Macondo iniziano progressivamente a perdere la memoria fino a dimenticare il significato delle parole con le quali avevano scritto i nomi di vari oggetti per non dimenticare cosa fossero. In questo CPN si sta confondendo la linea politica con il progetto di aggregazione a sinistra, la lista comunista ed anticapitalista con l’unità dei comunisti. Eppure abbiamo approvato poco più di tre mesi fa un documento che specificava cosa fosse la lista - il risultato di un confronto programmatico su contenuti condivisi per le elezioni europee, che il confronto con il PdCI sarebbe continuato indipendentemente dall’esito elettorale ed anche che l’unificazione dei due partiti comunisti non fosse affatto scontata.
L’adeguatezza di un progetto politico non si misura esclusivamente con l’efficacia che esso può determinare a breve termine sull’esito elettorale. Ho sentito molti compagni della mozione due parlare della necessità di una proposta chiara e forte, senza peraltro nemmeno tentare di articolare questa proposta. Nella relazione del segretario, che condivido, c’è una proposta delineata, una base concreta dalla quale ripartire: a qualcuno sembrerà insufficiente, ma è molto meglio di proposte “forti” quanto astratte. E ancora, undici mesi fa a Chianciano abbiamo approvato una linea politica e sembrava ci rendessimo conto che dopo il tracollo elettorale ed il fallimento della Sinistra Arcobaleno avremmo affrontato un periodo difficilissimo, che l’affermazione di quella linea passava attraverso il fuoco incrociato delle ostilità aperte nei nostri confronti dal centro destra e da quello che un tempo era il centro sinistra, PD in testa, e della condanna ad una sostanziale estromissione dal circuito mediatico, soprattutto quello televisivo. Tutto ciò sta avvenendo dentro ad un contesto generale di regressione culturale e di disaffezione dalla politica che non abbiamo mai mancato di evidenziare nelle nostre analisi di fase. Regressione e disaffezione riguardano l’intera società italiana, quindi anche il blocco sociale al quale guardiamo e tentiamo di fare riferimento. La scissione di gennaio in minima parte e prevalentemente sul versante interno, ma soprattutto l’esplodere della crisi economica - che ha provocato ulteriore disorientamento ed ha colpito duramente il lavoro salariato in tutte le accezioni del termine, da quello “garantito” a quello precario - non potevano che peggiorare ulteriormente un quadro già di per sé problematico. Abbiamo affrontato la campagna elettorale con tutti i nostri limiti organizzativi ed interni che però in questi ultimi tre anni sono stati una costante, dai tempi dell’Unione ad oggi.
Ritengo sarebbe sbagliato che si prendesse a pretesto il risultato negativo registrato alle europee ed alle amministrative per rimettere in discussione una linea politica condivisa ma ancora non praticata o quantomeno sperimentata con scarso entusiasmo ed efficienza rispetto al trasporto con il quale era stata votata. ed approvata a larghissima maggioranza. Per questo dico subito che sono a favore di una riconferma della segreteria nazionale. Il dibattito palesa il rischio di un’ennesima discussione interna paralizzante. Quasi tutti gli interventi sono partiti dal risultato negativo del voto europeo ed amministrativo per proporre possibili soluzioni, tuttavia quasi nessuno si è soffermato sul fatto che anche contenuti buoni, condivisibili, nettamente alternativi rischiano di rimanere una categoria utopica se non vengono percepiti come obiettivi praticabili e conseguibili. Credo sia questo il principale problema delle comuniste e dei comunisti in questa fase. Non possiamo più richiamarci in senso generale alla centralità del lavoro e ad un’uscita da sinistra dalla crisi senza proposte comprensibili e pezzi di elaborazione concreta che possano risultare interessanti, perseguibili ed utili a cassintegrati, precari - a tutta quella parte di lavoro salariato che si ritrova priva di ammortizzatori sociali e di converso anche a chi ha il compito di tradurre una linea politica e slogan elettorali in proposte chiare ed utili che potrebbero servire a produrre vertenze ed aggregare consensi. Non abbiamo improvvisamente smesso di avere relazioni e rapporti con realtà di movimento, comitati territoriali ed aziende in crisi solo perché abbiamo fatto una lista unitaria con falce e martello. Da questo punto di vista direi da ripartire da quelle situazioni nelle quali è stata percepita l’utilità del nostro partito. Riferendomi alla mia regione ed al nord est in generale direi che abbiamo svolto un buon lavoro di supporto alla manifestazione nazionale della FIOM e che a quella manifestazione, anche se si tratta di una prima limitata esperienza, abbiamo potuto sperimentare in pratica anche un primo tentativo di ricomposizione della frammentazione, perché insieme ai metalmeccanici di Fincantieri vi erano anche molte rappresentanze di lavoratrici e lavoratori delle aziende in crisi del FVG.
Non credo davvero che il rilancio di questo progetto politico passi esclusivamente per una riduzione del numero di dipartimenti o per una diversa strutturazione del partito. Anche affermare che serve una struttura a rete non significa niente, perché esiste una molteplice varietà di strutturazione a rete. Di tutto ciò naturalmente si può e si deve discutere. Sottolineo però che le nostre difficoltà non derivano principalmente da limiti organizzativi o di struttura, più da altri fattori, uno di questi riguarda la praticabilità degli obiettivi indicati. Da questo punto di vista faccio l’esempio del lavoro svolto dal Dipartimento Cultura, l’unico dipartimento che, a mio avviso, ci ha consegnato un’elaborazione che è immediatamente spendibile a livello nazionale e utilizzabile anche a livello territoriale per promuovere ed alimentare vertenze. E’ naturalmente una proposta limitata a lavoratrici e lavoratori del settore culturale, ma se anche gli altri dipartimenti avessero una simile capacità di elaborazione e di proposta, allora forse ci lamenteremmo meno delle inadeguatezze del nostro linguaggio e dell’assenza di proposte concrete e praticabili.
L’esito elettorale, a non voler essere miopi, ci consegna alcuni dati concreti sui quali varrebbe la pena riflettere e adeguare le nostre modalità di iniziativa.
Evitare lo scioglimento di Rifondazione Comunista, presentarsi alle elezioni europee con un simbolo comunista e in più portatore di un progetto unitario non sono stati fattori sufficienti per dare a questo progetto una rappresentanza istituzionale al Parlamento europeo e nel GUE. Da questo punto di vista non credo sia utile esercitarsi tanto sulle presunte ragione dell’insuccesso, visto che dovremmo essere tutte e tutti consapevoli delle difficoltà nelle quali operiamo. Varrebbe piuttosto la pena di interrogarsi sul come recuperare almeno parte del consenso che le forze di sinistra (PRC – SE, PdCI, Verdi e Socialisti Uniti) registrarono nel 2004. Gran parte di quei voti avrebbe dovuto andare alla nostra Lista ed a SeL: ne mancano all’appello 2.227.703: quasi 200.000 in più di quelle che sono state le schede bianche e nulle in questa tornata.
Emerge un problema di mancanza di consenso che nel nord del paese (nel nord est in particolare) è più marcato rispetto al centro ed al sud, dove pure non me la sentirei di dare valutazioni positive al nostro risultato.
Al nord quindi il problema è sicuramente più pressante e complesso, tuttavia è innegabile che esiste un problema generale di relazione con la società che questo partito deve analizzare e comprendere, altrimenti non vi potrà essere alcun rilancio.
Un’ultima battuta su chi ha citato Obama, asserendo che gli USA, a differenza dell’Europa, stanno uscendo dalla crisi a sinistra: forse varrebbe la pena di approfondire se è vero o se invece siamo in presenza di una semplice ristrutturazione interna al capitale, nella quale sta avvenendo un semplice passaggio da un assetto produttivo tradizionale (industria bellica ed automobilistica) ad uno più innovativo (fonti rinnovabili ed energia pulita) che trae ispirazione ed alimentazione anche dalle battaglie e dall’elaborazione teorica di ambientalisti e forze di sinistra.

Roma, 13 giugno 2009
Igor Kocijančič

giovedì 4 giugno 2009

chiusura campagna elettorale Europee

Chiusura campagna elettorale con comizio
in piazza e concerto dei Kraški Ovčarji

A Trieste la Lista Comunista e Anticapitalista chiuderà la campagna elettorale per le europee con un comizio ed un concerto in piazza.
Venerdì 5 giugno, a partire dalle 21.00 in Piazza Cavana avrà luogo il comizio di chiusura, nel quale interverranno Giuliana Zagabria (segretaria provinciale PdCI), i candidati Igor Kocijančič e Sergio Minutillo e Matteo Gaddi, coordinatore della campagna elettorale per la Lista Comunista Anticapitalista nella circoscrizione Nordest.
A seguire festa in piazza e concerto di ritmi e musiche balcaniche con i Kraški Ovčarji.



Sklep volilne kampanje s shodom
Na trgu in koncertom Kraških Ovčarjev

V Trstu bo Komunistična in Antikapitalistična Lista sklenila volino kampanjo za evropske volitve s shodom in koncertom na trgu.
V petek, 5. junija, od 21.00 dalje na Trgu Cavana bo sklepni volilni shod, na katerem bodo posegli Giuliana Zagabria (pokrajinska tajnica SIK), kandidata Igor Kocijančič in Sergio Minutillo ter Matteo Gaddi, koordinator volilne kampanje za Komunistično in Antikapitalistično Listo v severnovzhodnem okrožju.
Sledilo bo praznično razpoloženje ob zvokih balkanskih melodij in ritmov skupine Kraški Ovčarji.

Trieste/Trst, 01.06.2009

LA LISTA ANTICAPITALISTA E COMUNISTA A NORD EST

LA LISTA ANTICAPITALISTA E COMUNISTA A NORD EST: PER UN PROGETTO CHE RIPARTE DAI TERRITORI. APPELLO PER IGOR KOCIJANČIČ.
Queste elezioni europee sono un'occasione importante per rilanciare l'iniziativa della sinistra di alternativa e dei comunisti del nord est valorizzando la centralità dei territori nella elaborazione delle scelte e delle forme e delle strategie politiche.
E ciò è ancora più vero nel laboratorio politico del Nord-Est che, come la storia recente ci ha più volte dimostrato, è anticipatore di processi di trasformazione sociale, economica e politica che poi hanno trovato sistematicamente terreno fertile in ben più ampi contesti transnazionali.
È di vitale importanza, in occasione delle imminenti elezioni europee, esprimere candidature locali che, al fianco delle scelte nazionali, sappiano ricostruire la centralità delle periferie, cogliendo la complessità e le articolazioni dei territori come ricchezza da contrapporre ad una idea centralistica, burocratica e sterile.
La nostra proposta è quindi quella di esprimere una preferenza di voto, congiuntamente a quelle delle due teste di lista indicate dal Partito nazionale, per Igor Kocijančič detto Igor, compagno triestino e sloveno che negli ultimi anni si è dedicato al nostro fianco all'importante esperienza transnazionale del Forum per la Sinistra Alpe Adria.
Il Forum ha saputo rappresentare un luogo di elaborazione importante per leggere i mutamenti e le dinamiche di una regione dell'Europa centrale e del suo modello economico e finanziario, di un laboratorio in cui è cresciuto il pericoloso connubio tra liberismo selvaggio e populismo xenofobo.
Il Forum è stato anticipatore della Sinistra Europea, con la consapevolezza che per radicare una prospettiva capace di risposte credibili nel complesso connubio locale/globale, la dimensione almeno Europea rimane determinante
Quella di Igor Kocijančič detto Igor è una candidatura che guarda a un progetto futuro, da costruire in piena sintonia con il Dipartimento del Nord di Rifondazione Comunista e in stretta collaborazione con le compagne e compagni austriaci, sloveni, dell’Istria Croata. in grado di generare elaborazioni politiche e proposte concrete capaci di diventare scelte nazionali del Partito.
KRISTIAN FRANZIL, segretario regionale PRC SE Friuli Venezia Giulia;
ROBERTO ANTONAZ, consigliere regionale PRC FVG;
ALESSANDRO SAULLO, segretario provinciale PRC Gorizia;
CARMELO SERACUSA, segretario provinciale PRC Udine;
FABIO VISENTIN, segretario provinciale PRC Bolzano – Sudtiroler;
RENATO CARDAZZO, segretario regionale PRC Veneto;
FRANCO PORTA, segretario provinciale PRC Trentino;
MATTEO GADDI, responsabile nazionale Dipartimento Nord del PRC;
VLADIMIR KAPURALIN, Vice presidente SRP – partito socialista operaio della Croazia;
PIETRANGELO PETTENO’, consigliere regionale PRC Veneto;
FRANKO JURI, Parlamentare della Repubblica di Slovenia con il Partito Zares;
MIRKO MESSNER KPO, Partito Comunista Austriaco;
ELIO BONFANTI, Forum Sinistra Europea Alpe Adria Trento
ELENA CARRADORI, segreteria PRC Venezia;
EMILIA BUTTURINI, segreteria regionale PRC Veneto Giovani Comunisti Verona;
FIORENZO FASOLI, segretario PRC Verona;
MAURO SCROCCARO; Forum Sinistra Europea Alpe Adria Venezia;
ANNALISA TESCARI, tesoriera PRC Veneto;
ANTONIO CARAMEL, Forum Sinistra Europea Alpe Adria Trento;
MAURO TOSI, segretario PRC Treviso;
ANTONIO SAULLE, segretario provinciale CGIL FIOM Trieste;
MOIRA FIOROT, segretaria PRC Belluno;
ALESSIO BELLIN, tesoriere PRC Venezia:
ANNALUCIA RIBERTO, segretaria PRC Rovigo;
SEBASTIANO BONZIO, segretario PRC Venezia.





ANTIKAPITALISTIČNA KOMUNISTIČNA LISTA V SEVEROVZHODNEM OKROŽJU: ZA PROJEKT ZAČENŠI OD TERITORIJEV. POZIV ZA IGORJA KOCIJANČIČA
Te evropske volitve so priložnost za preporod pobude alternativne levice in komunistov v severnovzhodnem okrožju z vrednotenjem osrednjosti teritorijev pri oblikovanju izbir ter pojavnih oblik politične strategije.
To je toliko bolj izrazito v severnovzhodnem političnem laboratoriju, saj je novejša zgodovina že večkrat dokazala, da se prav tu najprej kažejo procesi družbene, gospodarske in politične preobrazbe, ki se nato uveljavljajo na veliko širših mednarodnih razsežnostnih.
Prav zato je na bližnjih evropskih volitvah toliko bolj pomembno izraziti krajevne kandidature, ki ob tistih, ki so bile odobrene na vsedržavni ravni, lahko prispevajo k poudajanju centralnosti obrobnih območij, tako da kompleksnost in sestavljenost teritorijev tolmačijo v smislu bogastva, ki lahko kljubuje birokratski in neplodni ideji centralizma.
Predlagamo, da izrazite svoj prefernčni glas, ob preferenci za oba nosilca liste, ki ju priporoča stranka na vsedržavni ravni, za Igorja Kocijančiča, (dovolj je, da napišete Igor), tržaškega in slovenskega tovariša, ki se je v zadnjih letih skupaj z nami posvetil pomembni transnacionalni izkušnji Foruma za Levico Alpe Jadran.
Forum je bil ustrezno mesto za obdelavo in tolmačenje nastalih sprememb celotnega območja znotraj srednje Evrope ter njegovega gospodarskega in finančnega ustroja, osnovnega laboratorija, v katerem se je učvrstila nevarna zveza med divjim liberizmom in ksenofobnim populizmom.
Forum je dejansko nekako prehitel Evropsko Levico, ob zavesti, da ostaja evropska razsežnost odločilnega pomena za krepitev perspektive, ki bi bila zmožna verodostojnih in učinkovitih odgovorov v zapleteni povezavi med krajevnim in globalnim.
Igor Kocijančič Igor je kandidatura, ki gleda na bodoči projekt, ki ga bo treba izgraditi v polnem sozvočju s strankinim Departmajem za Sever v okviru Stranke Komunistične Prenove in v tesnem sodelovanju s tovarišicami in tovariši, ki so Slovenci, Avstrijci, iz hrvaške Istre, in ki lahko prispevajo k obdelavi političnih in konkretnih predlogov, ki se potem lahko uveljavijo kot izbire tudi na vsedržavni ravni.
KRISTIAN FRANZIL, deželni tajnik SKP EL FJK;
ROBERTO ANTONAZ, deželni svetnik SKP EL FJK;
ALESSANDRO SAULLO, pokrajinski tajnik SKP Gorica;
CARMELO SERACUSA, pokrajinski tajnik SKP Videm;
FABIO VISENTIN, pokrajinski tajnik SKP Bozen – Sudtiroler;
RENATO CARDAZZO, deželni tajnik SKP Veneto;
FRANCO PORTA, pokrajinski tajnik SKP Trentino;
MATTEO GADDI, odgovoren za strankin departma za Sever pri SKP;
VLADIMIR KAPURALIN, podpredsednik SRP-a – Hrvaške Delavske Socialistične Stranke;
PIETRANGELO PETTENO’, deželni svetnik SKP Veneto;
FRANKO JURI, poslanec v DZ Slovenije za stranko Zares;
MIRKO MESSNER, KPO – Komunistična Stranka Avstrije;
ELIO BONFANTI, Forum za Evropsko Levico Alpe Jadran Trento
ELENA CARRADORI, pokrajinska tajnica SKP Benetke
EMILIA BUTTURINI, član deželnega tajništva SKP Veneto – Mladi Komunisti iz Verone;
FIORENZO FASOLI, pokrajinski tajnik SKP Verona;
MAURO SCROCCARO, Forum za Evropsko Levico Alpe Jadran Benetke;
ANNALISA TESCARI, blagajničarka SKP Veneto;
ANTONIO CARAMEL, Forum za evropsko Levico Alpe Jadran Trento;
MAURO TOSI, pokrajinski tajnik SKP Treviso;
ANTONIO SAULLE, pokrajinski tajnik CGIL FIOM Trst;
MOIRA FIOROT, pokrajinska tajnica SKP Belluno;
ALESSIO BELLIN, blagajničar SKP Benetke;
ANNALUCIA RIBERTO, pokrajinska tajnica SKP Rovigo;
SEBASTIANO BONZIO, pokrajinski tajnik SKP Benetke.