venerdì 27 febbraio 2009

norme ad hoc sul personale in finanziaria

Norme ad hoc sul personale in finanziaria regionale:
mesto dietrofront della giunta due mesi dopo la “notturna”

verrebbe da esclamare, ve l’avevo detto io… Due mesi dopo la frettolosa ed alquanto arrogante approvazione degli emendamenti all’art. 14 della legge finanziaria regionale, che andavano dall’introduzione dei provvedimenti Brunetta a vere e proprie norme di inquadramento ad hoc, dei quali i media hanno avuto stanno avendo modo di occuparsi ampiamente, la giunta regionale ha comunicato alla conferenza dei capigruppo, per bocca del competente assessore De Anna, la presentazione di un disegno di legge urgente ed interamente abrogativo, con il quale si approverà la soppressione dei commi 34, 35, 36, 40, 41, 42 e 43 dell’art. 14 della legge finanziaria regionale.
Si tratta proprio di quegli stessi commi che compongono l’emendamento presentato in seduta “notturna” la notte tra il 19 e 20 dicembre 2008. rammento che il sottoscritto era intervenuto ponendo l’esigenza di un ulteriore approfondimento in sede di commissione e proponendo lo stralcio dei cinque emendamenti che avrebbero potuto essere trattati e discussi a parte in forma di un miniarticolato denominato “Norme urgenti in materia di personale”.
La maggioranza aveva bocciato la proposta in modo alquanto arrogante, la giunta regionale si era rimessa all’aula, e quindi alla volontà propria e della maggioranza consiliare. Appena due mesi dopo la giunta è costretta, per non aver svolto precedentemente le dovute verifiche, a fare un dietrofront, pena l’impugnazione della legge finanziaria. Da qui in poi le interpretazioni sono libere. Il titolo suggerito è “La corrida – dilettanti allo sbaraglio (ed allo sbando).

Trieste, 26.02.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

sabato 21 febbraio 2009

da Igor Kocijancic sabato 21 febbraio 2009

Da: Kocijancic Igor
Inviato: sabato 21 febbraio 2009 10.03
Oggetto: R: bilancio

Allego alla risposta il testo integrale del comunicato stampa inviato a Il Piccolo.

Valuti Marino (e tutti gli altri destinatari in indirizzo) se vi sono pesanti apprezzamenti sul suo conto e se vi é l'invito a dimettersi. Sicuramente c'é la richiesta di non recare danni al partito. Ma io non mi posso scusare delle interpratazioni di altri. Del resto Marino non si é scusato proprio con nessuno né prima né dopo.

E veniamo al punto. A me le beghe personali non interessano. Si tratta di una questione politica e non si poteva (ne si può) fare altro che intervenire nettamente in relazione al fatto che la votazione a più alta valenza politica in consiglio comunale - il voto sul bilancio - con il quale si definiscono e distinguono maggioranze ed opposizioni venga espresso in difformità.

Nel momento in cui sul giornale, a cose fatte, viene rappresentato l'esito di un voto e vengono attribuite dichiarazioni virgolettate non vedo per quale oscura ragione dovrei chiedere ulteriori spiegazioni a chi non ha ritenuto di chiarire la propria posizione o i propri eventuali disagi o perplessità prima di assumere decisioni e di esprimere voti che hanno conseguenze politiche pesanti ed investono l'intero partito, non certo il singolo consigliere o i suoi elettori. Ignoro quali siano le cose che Marino non può dire in pubblico, ma per quanto mi riguarda le questioni politiche si affrontano nella sede deputata, il comitato politico federale che Marino si ostina a non voler frequentare. Questo per chiarire che nel nostro partito non sono previste, su questioni politiche, riunione a porte chiuse e con pochi presenti.

A proposito dei consigli dei dirigenti: a volte si può anche chiedere o dare consigli. Molto spesso qualcuno chiede o dà, perchè richiesto, consigli o suggerimenti. Ma poichè Marino ammette di aver fatto qualcosa che crea imbarazzo generale e che lo aveva previsto, beh allora a mio modo di vedere é solo un'ulteriore motivazione in più che lo avrebbe dovuto condurre a richiedere una discussione preventiva in sede politica e quindi, in CPF.


Buon fine settimana a tutte/i.
Igor

da Iztok Furlanic consigliere comunale PRC-SE

Da: Iztok Furlanic
Inviato: venerdì 20 febbraio 2009 19.14
Oggetto: RE: bilancio

Caro Marino.

Consentimi di scrivere alcune considerazioni in merito a quanto accaduto in consiglio.Devo inanzitutto esprimere il mio dissenso in merito alla procedura da te scelta, infatti, non ero a conoscenza delle tue intenzioni di astenerti sino a quando non hai espresso questo tuo pensiero al momento della dichiarazione di voto.Non mi pareva giusto soprattutto dopo che ho accettato di "devolvere" la mia dotazione personale di 5000 €, che avrei destinato ad associazioni che di quei soldi hanno bisogno, solo perché, essendo eletto nelle file di rifondazione, ho ritenuto doveroso accettare quanto mi era stato richiesto. Sapendo prima delle tue intenzioni avrei proceduto in modo diverso. Sicuramente facendo ostruzionismo e presentando lungamente ogni mio emendamento con lo scopo di ottenere qualcosa oltre al "fondo comune" di 300.000 €. Pertanto da Capogruppo quale sei mi pare una caduta di stile.Leggendo poi le tue dichiarazioni (io prendo sempre con le molle anche il "virgolettato" del Piccolo perché non sempre corrispondente al vero, ma devo ammettere che erano nel tuo stile) sono rimasto veramente di stucco. Non credo che in Rifondazione si possa dire tutto e il contrario di tutto senza temere conseguenze. O almeno spero sia così. Perchè se non lo fosse vorrebbe dire che Rifondazione non esiste più come partito.Auspico comunque che la disputa sia risolta all'interno degli organismi di cui è dotato il nostro partito. Le pagine di un giornale non possono essere il luogo dove chiarirsi o darsi addosso. Ma scegliendo la strada della dichiarazione a mezzo stampa, caro Marino, non puoi pretendere che poi la risposta arrivi per altre vie.Auspico comunque che vi sia al più presto questo incontro chiarificatore per il bene di tutto il partito.

Saluti comunisti,Iztok

da Marino Andolina capogruppo PRC-SE in Consiglio comunale

Da: Marino Andolina
Inviato: venerdì 20 febbraio 2009 18.51
Oggetto: bilancio

Care/i compagne/i
utilizzo per ora questo indirizzario, che certamente esclude molti.
La lettura del Piccolo di oggi e di ieri merita un'analisi attenta.
Ieri: il capogruppo in comune risulta aver votato "astenuto" il bilancio per apprezzamento dell'operato dell'assessore alle finanze
Oggi il segretario provinciale lo invita a dimettersi.
Spero non diventi prassi, come se si trattasse di rapporti tra PD e PDL, la discussione attraverso i mezzi di stampa.
Sollecito pertanto gli organismi politici e/disciplinari a prendere in carico il problema, possibilmente in una stanza chiusa.
Il danno al Partito è stato rilevante; si assiste sul Piccolo ad una diatriba tra i due esponenti del partito che hanno raccolto la maggior parte delle preferenze nelle ultime e penultime elezioni regionali.
Entrambi abbiamo qualcosa da farci perdonare:
Io ho fatto qualcosa che crea certamente imbarazzo tra i compagni. Lo avevo previsto e sapevo che così facendo mi rovinavo la carriera politica (a me gettoni e stipendi non interessano).
Igor ha messo in piazza una grave crisi entro il Partito.
Io ho votato come ho votato senza chiedere consiglio ai miei dirigenti (del resto mai sentiti sull'argomento)
Igor ha (avrebbe) espresso pesanti apprezzamenti su di me sul Piccolo, avendo letto un articolo, senza sapere se quanto scritto era vero (era abbastanza vero), senza chiedermi cosa avevo detto al giornalista e perchè l'avevo fatto. Il fatto che non stia telefonandomi scusandosi della cattiva interpretazione del suo pensiero, mi fa sospettare che si riconosca in quelle parole.
Se me l'avesse chiesto gli avrei detto quello che non posso dire in pubblico, (se lo dico il mio sacrificio sarebbe inutile) e forse mi avrebbe dato ragione. Sono disposto a discuterne in stanza chiusa con pochi dirigenti; gli altri compagni purtroppo dovranno continuare a ritenermi un coglione.
Dopo gli articoli su due successivi numeri del Lavoratore, che sputtanavano Giulio e Deborah senza dare loro la possibilità di replicare (si chiama diffamazione a mezzo stampa), questo atto, se fossi paranoico, parrebbe configurarsi in un quadro di volontà eliminazione di compagni che danno fastidio.
Se non sarò convocato prima, porterò al prossimo comitato politico un'ordine del giorno con cui chiedo le scuse di Igor, o in subordine la messa in discussione del suo operato.
Pavento l'arrivo di telefonate da giornalisti; urge una risposta che mi permetta di evitare che la baruffa continui sui giornali.

sempre vostro
Marino

STRAPPO NEL PARTITO titola IL PICCOLO

IL PICCOLO VENERDÌ, 20 FEBBRAIO 2009

STRAPPO NEL PARTITO

Rifondazione invita Andolina a dimettersi

Il segretario Kocijancic duro con il capogruppo dopo il voto sul bilancio


È rottura all’interno della sezione triestina di Rifondazione comunista. Il segretario provinciale, Igor Kocijancic, censura il comportamento tenuto dal capogruppo di Rc in Consiglio comunale, Marino Andolina, astenutosi sul bilancio lodando il lavoro di una giunta ”nemica”, ma va ben oltre. E gli chiede di lasciare il partito.
«Fa specie apprendere dalla stampa che il capogruppo del tuo partito nel comune capoluogo di regione ha scelto di esprimere il voto sul bilancio di previsione in base ad un’ispirazione momentanea - scrive Kocijancic in una nota ufficiale -, senza nemmeno fare la consueta telefonata di consultazione o quantomeno di anticipazione di una decisione personale difforme dalle indicazioni del Prc Se». «Non è assolutamente vero - prosegue - che in questo partito “si può dire qualunque cosa che non succede più niente” (come dichiarato da Andolina, ndr)». L’aspetto più grave della vicenda, per Kocijancic, è che «Andolina rischi di aver vanificato anche l’impegno ed il lavoro di chi si è ostinano a partecipare alle periodiche riunioni degli eletti e che nelle proprie sedi istituzionali hanno espresso un voto contrario al bilancio comunale, oppure l’impegno del consigliere Iztok Furlanic, che a fronte di ben 53 emendamenti presentati se ne è visto accogliere uno soltanto, abbastanza irrilevante. Già questo sarebbe stato più che sufficiente a motivare un voto contrario».
Infine, l’invito ben poco velato: «Marino Andolina ha scelto di rimanere in questo partito e di non aderire alla neocostituita Associazione per la Sinistra. Capisco che stia attraversando una fase travagliata e difficile dal punto di vista personale, ma sono davvero costretto a chiedergli, pubblicamente, di essere conseguente con le scelte operate e di non recare ulteriori danni alle tante e tanti iscritti ed all’immagine di questo partito nella nostra città».

comunicato stampa segretario federazione PRC SE Trieste


Fa specie aprire il giornale ed apprendere dalla stampa che il capogruppo del tuo partito nel comune capoluogo di regione ha scelto di esprimere il voto sul bilancio di previsione in base ad un’ispirazione momentanea, senza nemmeno fare la consueta telefonata di consultazione o quantomeno di anticipazione di una decisione personale difforme dalle indicazioni del PRC SE. Era stato proprio Marino Andolina, se non vado errato, a dichiarare pubblicamente, alcuni anni fa, che probabilmente non esiste un partito abbastanza grande da poter contenere tutte le idee e le contraddizioni di una sola persona. Tutti noi siamo ben consapevoli di tutto ciò. Così come siamo consapevoli del fatto che abbiamo aderito liberamente ad un partito, cioè ad un’organizzazione politica che ha delle regole e che, a prescindere dalle difficoltà di fase e dal travagliato ed aspro dibattito interno, non rimane indifferente ai fatti che riguardano l’operato, specialmente pubblico, dei suoi dirigenti e dei suoi rappresentanti nelle istituzioni. Questo per precisare che non è assolutamente vero che in questo partito… “si può dire (e fare) qualunque cosa che non succede più niente.” E’ Andolina che non vuole più dire e discutere dentro al partito e che ha chiesto una sorta deroga alla partecipazione. Si pensava fosse finalizzato ad evitare discussioni a volte anche aspre e polemiche, non ad avere alibi per assumere posizioni pubbliche di carattere personale. Tutta la cronaca della lunghissima discussione sul bilancio comunale viene riassunta mediaticamente nell’astensione di Andolina e nel voto contrario del gruppo della Lega Nord.
L’aspetto più grave di questa vicenda non è tanto l’immagine caricaturale del partito che si desume dalle dichiarazioni del nostro capogruppo, ma il fatto che con una condotta improntata all’insegna della massima leggerezza rischi di aver vanificato anche l’impegno ed il lavoro di quelle e quei consiglieri circoscrizionali che si ostinano a partecipare alle periodiche riunioni degli eletti e che nelle proprie sedi istituzionali hanno espresso un voto contrario al bilancio comunale, oppure l’impegno del consigliere Iztok Furlanič, che a fronte di ben 53 emendamenti presentati se ne è visto accogliere uno soltanto, abbastanza irrilevante. Già questo sarebbe stato più che sufficiente a motivare un voto contrario ed avrebbe dovuto quantomeno dettare ad Andolina l’esigenza di una consultazione con l’altro componente del gruppo consiliare.
C’è un’ultima considerazione da fare: Marino Andolina ha scelto di rimanere in questo partito e di non aderire alla neocostituita Associazione per la Sinistra. Capisco che stia attraversando una fase travagliata e difficile dal punto di vista personale, ma sono davvero costretto a chiedergli, pubblicamente, di essere conseguente con le scelte operate e di non recare ulteriori danni alle tante e tanti iscritte/i ed all’immagine di questo partito nella nostra città.

Trieste, 19.02.2009

Igor Kocijančič, Segretario provinciale
Federazione di Trieste PRC -SE

E ANDOLINA SI ASTIENE da IL PICCOLO

IL PICCOLO GIOVEDÌ, 19 FEBBRAIO 2009

I PADANI ESCONO PRIMA DEL VOTO

Bilancio, è crisi tra la Lega e la coalizione di Dipiazza

E Andolina (Rifondazione) si astiene riconoscendo a Ravidà «un ottimo lavoro»

di PIERO RAUBER


Il numero uno di Rifondazione in aula, Marino Andolina, che porge la guancia al bilancio costruito da un ex manager dell’alta finanza, l’assessore Giovanni Ravidà, cui riconosce attenzione al welfare e massima serietà. E ancora: il neocostituito zoccolo della Lega che, sebbene qui non si parli delle ronde della discordia ma di 30mila euro contesi per nuove telecamere in città, con l’ex capogruppo della Lista Dipiazza Maurizio Ferrara e l’ex forzista Giuseppe Portale si chiama fuori, di fatto, dalla coalizione di centrodestra, facendole mancare due voti. E quei due sì, comunque irrilevanti, che poi tornano in dote alla maggioranza, a sorpresa, dai banchi del Pd, dove Marco Toncelli e Luciano Kakovic sbagliano pulsante. Tutte scene, queste, da una folle maratona di bilancio: quella conclusa martedì notte. Una seduta del Consiglio che poco poteva incidere su un documento contabile già centellinato da Ravidà - da dove è comunque uscito il maxiemendamento bipartisan (senza la Lega) da 300mila euro per un fondo sociale straordinario anti-crisi come sussidiarietà alla povertà - ma che ha scosso lo stesso le impalcature politiche di destra e sinistra. E quest’effetto collaterale, di certo, era meno annunciato di un maxiemendamento su cui si è lavorato «con spirito collaborativo al di là delle contrapposizioni ideologiche», come riconosce proprio Ravidà.
Il primo grande colpo di scena, come detto, arriva in realtà all’ultimo atto: l’astensione di Andolina al momento del voto finale alle due del mattino. Per recuperare un precedente simile - ricordano i consiglieri di lungo corso - bisogna tornare all’epoca di Riccardo Illy, quando ad astenersi, in una sessione di bilancio, fu il suo nemico delle elezioni 1993, Giulio Staffieri. «Ho deciso così - spiega Andolina - per la stima che riconosco a Ravidà, autore di un lavoro ottimo, migliore rispetto ai tempi dello stesso Illy. È difficile sostenere che è sbagliato un bilancio che ha grattato tutto ciò che era possibile grattare per il sociale. E poi anche la maggioranza, dove non nego ci siano quelli che segano panchine e sparano ai cinghiali, come pure i neofascisti rampanti, stavolta si è dimostrata comprensiva trasformando il vecchio mercato delle vacche per i soldi agli amici degli amici in un maxiemendamento con risorse destinate a chi ne ha davvero bisogno». Reazioni da Rifondazione? «No - chiude Andolina - nel mio partito si può dire qualsiasi cosa che non succede più niente. Rivendico infine la soddisfazione di aver votato diversamente dai Democratici di sinistra».
Il capitolo Lega, quindi, non è da meno. Anzi. «Abbiamo abbandonato l’aula - racconta Ferrara - dopo che i nostri due emendamenti sul no al campo nomadi e su un capitolo irrisorio da 30mila euro per le telecamere sono stati bocciati dalla maggioranza. Tutto ciò che è accaduto è stato concordato con l’onorevole Massimiliano Fedriga, il segretario cittadino, e comunicato preventivamente al sindaco Roberto Dipiazza. La linea del partito la ufficializzeremo venerdì in una conferenza stampa». La discussione sul campo nomadi, in realtà, aveva cementato sintonia tra Carroccio e An, raccogliendo peraltro consensi in Verdi e Rifondazione, mentre il fondo telecamere, a testimonianza del ginepraio trasversale, piaceva nel Pd ad Alessandro Minisini. Ma An, poi, non ne ha fatto questione di principio e ha votato in blocco il bilancio. «È la seconda volta - puntualizza la capogruppo aennina Angela Brandi - che la Lega non partecipa al voto su documenti finanziari, l’ha già fatto in occasione delle ultime variazioni di bilancio 2008». «È un brutto segnale politico per i prossimi due anni», ammette dall’Udc Roberto Sasco. «L’unico voto politico è quello sul bilancio e la maggioranza è quella che lo vota, prendo atto che siamo in 23 e non in 25», taglia corto da Forza Italia Piero Camber. «Solo la Lega non ha inteso accogliere in conferenza capigruppo lo spirito del maxiemendamento, secondo cui per la distribuzione del fondo da 300mila euro non si utilizzeranno forme di discriminazione tra autoctoni e stranieri», rincara la dose dal Pd Fabio Omero. Il quale mette ancora un po’ di pepe ricordando che l’altra sera il suo collega «Stefano Ukmar aveva presentato un emendamento per l’autoriduzione del 10% dei gettoni presenza dei consiglieri: bene, la maggioranza l’ha bocciato».

sabato 7 febbraio 2009

presidio 8 febbraio

Contro il golpismo clericale del governo Berlusconi

L’ultima sortita del premier e del suo Governo, di ulteriore pesantissima intromissione nella vicenda di Eluana Englaro e della sua famiglia, in chiaro contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale, assume i contorni di un vero e proprio tentativo di eversione dell’ordine costituzionale e delle prerogative del Presidente della Repubblica. Berlusconi, di fatto, utilizza la vicenda Eluana Englaro per tentare di sovvertire l’equilibrio dei poteri della Repubblica e usa ciò per preannunciare l’ennesima modifica della Costituzione. Siamo di fronte al palese tentativo di un colpo di stato costituzionale che godrà sicuramente l’appoggio del Vaticano, che continua con inammissibili pesanti ingerenze ed ha di fatto dettato al governo le pesantissime forzature degli ultimi giorni.

Rifondazione Comunista sarà presente domani mattina, domenica 8 febbraio 2009, alle 11.00, davanti alla Prefettura di Trieste, per un presidio in difesa della democrazia. Sono invitate/i e partecipare tutte/i le/i nostre/i iscritte/i e tutte le forze ed i soggetti laici, democratici ed antifascisti.

Berlusconi ed il suo governo stanno violando il minimo dei principi alla base della laicità e della sovranità dello Stato repubblicano e la divisione dei poteri tra Stati stabiliti persino dal Concordato tra Italia e Vaticano. Non lasciamoglielo fare.

Trieste, 07.02.2009

Per la Federazione provinciale PRC - SE

Igor Kocijančič

Segretario provinciale PRC - SE

Consigliere regionale PRC – SE e capogruppo

Sinistra Arcobaleno consiglio regionale FVG

lunedì 2 febbraio 2009

elezioni europee

“La soglia del 4% alle europee e le ricadute locali”

Il segretario regionale del PD, Bruno Zvech, ha dichiarato che il dibattito nazionale e parlamentare in ordine alla probabile introduzione di una soglia di sbarramento del 4% alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo non dovrebbe avere ricadute ai vari livelli territoriali e locali e non dovrebbe compromettere situazioni consolidate di esperienze di governo locale positive che tali sono state confermate negli anni anche da un vasto consenso popolare.

In linea di principio saremmo senz’altro d’accordo se non fosse per un piccolo particolare: non riusciamo davvero a comprendere perché in cima alle priorità del PD, incarnato in questo caso dall’azione di Walter Veltroni, che ne è in questo momento il leader nazionale, vi sia proprio l’imperativo categorico di modificare la legge elettorale per l’europee in un senso che delinea un unico obiettivo: quello di estromettere anche dal Parlamento europeo il nostro partito e la sinistra di alternativa, perché davvero non si capisce a cosa altro possa essere finalizzata tale azione. La cosa ci appare ancora più grave dal momento che questo dibattito era già stato messo ad acta a dicembre dal tempestivo ed opportuno intervento del Presidente Napoletano. Ammesso che di tutto ciò vi sia reale necessità, allora se ne poteva riparlare a bocce ferme, cioè dopo la prossima tornata elettorale. Invece dobbiamo registrare con più fastidio che rammarico che è stato proprio il PD a riattualizzare il dibattito proprio a ridosso delle elezioni e ad accelerarne la discussione parlamentare. Per fortuna anche dallo stesso PD si sono levate molte voci discordi, da ultimo il Presidente della Liguria Burlando, mentre nella nostra regione per il momento sull’argomento si è fatto sentire solo il sindaco Honsell, peraltro non iscritto al PD. Dalla dichiarazione di Bruno Zvech si evince che non andrebbe messo a rischio un rapporto di collaborazione a livello locale e nel contempo si esprime una valutazione positiva sulla soglia del 4%, che, giova ricordarlo, riguarda la composizione del Parlamento europeo, organismo che per definizione viene eletto con il proporzionale puro e senza soglie. In questo caso abbiamo quindi il dovere di ribadire che non si può perseguire l’estromissione di una forza politica e di un’area politica a livello europeo e pensare che a livello locale tutto resterà come prima. Nelle condizioni date non possiamo fare altro che prendere atto di tutto ciò, di trarne le debite conclusioni e di predisporci ad agire di conseguenza.

Trieste, 2 febbraio 2009 Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Responsabile regionale EE.LL. PRC - SE

Capogruppo de La Sinistra L'Arcobaleno

Al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia