venerdì 7 agosto 2009

Quesito ferragostano: come risolvere il nodo Ikea / Parco del Mare ?

E' proprio vero che le grane peggiori scoppiano d'estate. Industriali ed istituzioni dell'Isontino, a fronte dei disastri di file d'attesa fin qui registrati al casello del Lisert (per sorvolare sul passante di Mestre), mettono tutti in guardia di fronte ad un probabile »rischio imbuto« da autunno in poi, quando a Villesse aprirà il nuovo grande punto vendita di IKEA. Sono previsti 4,5 milioni di visitatori all'anno, pari a 1,5 milioni di automobili (più di 4.100 autovetture al giorno) che provocherebbero file e tappi infiniti a Villesse, over tutto dovesse restare com'é adesso.
Per una volta guardiamo ai progetti presenti dalla strada: se l'IKEA porterà un milione e mezzo di automobili in più sulla A4, sarebbe bene che tutti i sostenitori del progetto »Parco del Mare« a Trieste (Campo Marzio) – con in testa l'esperto di logistica nonchè Presidente della Camera di Commercio e di Alpe Adria logistica ferroviaria, Antonio Paoletti - cominciassero a pensare a come far arrivare gli stimati 900.000 visitatori annuali previsti. Pensano forse di chiedere un contributo per istituire un servizio di mongolfiere dal passante di Mestre a Campo Marzio?

Trieste, 07.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

martedì 4 agosto 2009

Momento istituzionale o cerimonia leghista ?

Confesso che, pur essendovi andato animato dalle migliori intenzioni, mi sono rimasti proprio sullo stomaco quei trenta minuti di cerimonia a Prosecco alla presenza del ministro Zaia. Innanzitutto, perché malgrado il coinvolgimento di tre istituzioni (Comune di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia, Ministero alle politiche agricole) e presumo di tre servizi responsabili del Protocollo o Cerimoniale, anche stavolta si é fatto in modo di evitare accuratamente che ai discorsi di benvenuto e di saluto fosse previsto anche un cenno di saluto in sloveno, magari prevedendo un breve passaggio del presidente della circoscrizione. Invece niente.
Si badi bene, non é la solita recriminazione nostalgico- nazionalista, si tratta in questo caso di aver lasciato cadere un'ulteriore opportunità e la critica non é rivolta tanto al Comune di Trieste, dal quale non ci si aspetta ormai più nulla su questo versante, quanto ai due assessori regionali ed della Lega Nord, che si dicesempre attenta alle sensibilità del territorio.
Sicuramente il Protocollo é stato molto attento alla valorizzazione dei giovani padani e delle loro bandane verdi e vessilli incombenti sulla cerimonia di piantumazione, quasi fosse stata un'iniziativa di partito... Ma ve l'immaginate il frastuono e il clamore che avrebbero provocato costoro fino a un anno e mezzo fa, se a una qualsiasi manifestazione istituzioanle regionale, magari promossa dall'ex assessore Antonaz, fosse spuntata una bandiera dei Giovani Comunisti? Era in isita il ministro alle politiche agricole della Repubblica Italiana o della Padania?
Per il sottoscritto ce n'era a sufficienza per decidere di non partecipare al prosieguo delle iniziative.
Molti dei presenti mi hanno fatto notare, indispettiti dall'assenza dello sloveno, che la vite di Glera é stata piantata all'ombra di un pino. Ministro Zaia, Lei, che ha ribadito anche a Prosecco di essere un ministro »...con le scarpe sporche di terra...« abituato ad andare dagli agricoltori e a non frequentare i convegni, dovrebbe sapere che all'ombra non cresce niente...

Trieste, 03.08.2009
Igor Kocijančič

lunedì 3 agosto 2009

Vogliono ridurre i lavoratori al silenzio ?

Due notizie simili e molto recenti, passate perlatro senza troppa enfasi sulle testate locali, ci fanno esprimere forte preoccupazione per quello che - molto eufemisticamente - potremmo definire »nuovo salto di qualità«, in negativo, nelle relazioni sindacali. La prima riguarda una querela per diffamazione promossa dai vertici della Lucchini Severstal nei confronti di un sindacalista della Failms – Cisal componente della RSU aziendale dello stabilimento di Trieste (ed anche RLS – rappresentante dei lavoratori per la sicurezza), che sarebbe reo di aver puntualizzato troppo, in un intervista, sulla durezza dei turni di lavoro e la mancanza di correttivi nelle misure di sicurezza, non intervenuti nemmeno dopo la morte del giovane Dusan Poldini, avvenuta l'anno scorso. Il secondo caso invece riguarda il licenziamento di un delegato della CGIL Funzione Pubblica. Il licenziamento sarebbe stato disposto a seguito di un provvedimento disciplinare contestato al lavoratore, anch'esso rappresentante sindacale, anch'esso colpevole – sembrerebbe - di aver protestato per la gravità e l'eccessiva durezza delle condizioni di lavoro, specialmente dei turni notturni massacranti e svolti con un numero di addetti troppo esiguo rispetto al numero di ospiti, in prevalenza anziani non autosufficienti.
Vi é stata poi, sempre in questi giorni, la segnalazione della denuncia di interruzione di pubblico servizio (questa risalente a cinque anni fa) ai danni di un autista che aveva fermato l'autobus (con l'impianto di condizionamento guasto), in seguito ad un malore, proprio per non mettere a rischio la sicurezza dei passeggeri.
I casi citati sono tutti esempi di un inasprimento a senso unico della parte datoriale (sia essa pubblica o privata) nei confronti di lavoratrici o lavoratori che trovano ancora il coraggio di segnalare situazioni anomale o di lottare per il miglioramento delle proprie condizioni di lavoro e di sicurezza. Nei casi in cui questo lavoro é rivolto ad altre persone (ormai diventano utenti da trattare alla stessa stregua sia gli anziani non autosufficienti di una struttura protetta sia i viaggiatori di un mezzo pubblico) va da sé che il lavoratore non si preoccupa solo delle proprie condizioni, ma anche del potenziale maggiore benessere dei destinatari del servizio che sta svolgendo. Anche riguardo alla Ferriera di Servola è interesse della cittadinanza che i lavoratori possano esprimere liberamente le loro critiche e le loro denunce, tante tragedie nazionali sono avvenute proprio perchè sono state ignorate le denunce dei lavoratori, che sono i più consapevoli di certi pericoli (incidenti ferroviari, disastri ambientali, ecc.). Oltre ad esprimere piena solidarietà ai lavoratori colpiti da tali provvedimenti, credo che quanto segnalato dovrebbe indurre nuovamente le competenti direzioni centrali della Regione FVG (nel caso della Lucchini Severstal e della Casa di Riposo Emmaus) a provvedere a dei controlli accurati sulle condizioni lamentate dai lavoratori, mentre nei confronti della Trieste Trasporti tale iniziativa dovrebbe essere assunta dalla Provincia di Trieste, alla quale spettano verifiche e controlli dell'organizzazione e del funzionamento del trasporto pubblico locale. Abdicare ai propri ruolo istituzionali a fronte di espisodi di tale gravità sarebbe doppiamente colpevole.


Invito le direzioni delle rispettive aziende interessate a verificare le proprie eventuali responsabilità in riferimento a queste denunce e ad abbandonare la via delle denunce ai lavoratori ritirando i provvedimenti e preoccupandosi concretamente dei problemi da risolvere piuttosto che dell'immagine da salvaguardare.

Trieste, 03.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

Prosecco d.o.c.

“Prosecco DOC (DOCG): battaglia vinta o vittoria di Pirro?”

Lunedì prossimo il ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, sarà presente nella nostra regione e nella nostra provincia in particolare, per alcuni appuntamenti istituzionali e di rappresentanza. In particolare, nel primo pomeriggio, il ministro Zaia sarà presente a Prosecco per la piantumazione di un vitigno di Glera (antico vitigno autoctono, presente proprio nel costone carsico che si estende da Barcola a Contovello e Prosecco) dal quale trae origine il Prosecco, vino frizzante rinomatissimo (e molto apprezzato) in tutto il mondo - prodotto prevalentemente in Veneto, che deve la propria denominazione al fatto che, semplificando, la derivazione “frizzante” del Glera prodotta in Veneto è diventata il rinomato vino Prosecco che tutti conosciamo.
Recentemente si è concluso l’iter di valorizzazione e tutela comunitaria ed internazionale del Prosecco. Dal 1° agosto la DOC prosecco e le due DOCG storiche (Conegliano, Valdobbiadene, Prosecco e Colli Asolani – Prosecco) saranno protette come DOP nel registro comunitario. Questo significa anche, che non sarà più possibile utilizzare, in etichettatura e presentazione, la denominazione Prosecco per altre tipologie di vini frizzanti, mentre fino ad oggi, ciò avveniva in molti paesi europei. E’ un fatto analogo a quello riguardante la vicenda della denominazione del Tocai.
In Veneto possono essere giustamente soddisfatti della conclusione rapida di tutto l’iter: Lo possiamo essere altrettanto anche dalle nostre parti? Forse non del tutto: le associazioni di categoria, in primis la Kmečka Zveza (Alleanza Contadina) avevano già scritto al ministro e fatto presente all’assessore regionale all’agricoltura Violino, che questa del Prosecco DOC avrebbe potuto essere un’occasione di sviluppo e rilancio anche per questa porzione di territorio. Nessuno aveva né ha l’intenzione di mettersi di traverso o di fare come gli ungheresi nella vicenda del Tocai, ma dovrebbe essere chiaro (ed anche equo) che tutti i benefici dell’operazione Prosecco non possono andare ad esclusivo vantaggio dei produttori veneti: stiamo parlando di milioni di bottiglie ogni anno, di diverse centinaia di milioni di euro di fatturato. Nello specifico, è stato concordato con la giunta regionale un impegno programmatico articolato in quattro punti: sistemazione del costone carsico (da Barcola /Contovello a Santa Croce/Aurisina), predisposizione, a Prosecco, di un centro per la promozione del Prosecco, piano per il rilancio delle attività e delle produzioni agricole tipiche sul Carso e infine semplificazione o quantomeno adeguamento delle norme derivanti dalla direttiva Natura 2000 nelle zone ZPS e SIC e di vincoli urbanistici e di altra specie che molto spesso condizionano molto negativamente le potenzialità di sviluppo dell’agricoltura sul nostro territorio.
A questi impegni finora la giunta regionale non ha mostrato di voler tenere fede. In sede di assestamento di bilancio non si sono trovati nemmeno centomila euro come segnale di buona volontà da impegnare per la sistemazione del costone carsico, anzi, è stato chiesto perfino di ritirare gli ordini del giorno che impegnavano la giunta a reperire tali risorse con la finanziaria del 2010.
Non vogliamo pensare che quella del ministro Zaia possa rivelarsi una mera passerella istituzionale. Non vogliamo nemmeno pensare che nella partita del Prosecco doc la giunta regionale e la Lega Nord risultino fortemente subordinate al Ministero delle politiche agricole ed alla lega Nord del Veneto e prive di capacità di contrattazione. Non lo vorremmo davvero, ma finora fatti e segnali dimostrano chiaramente che si sta procedendo in direzione opposta a quella definita e questa battaglia del Prosecco doc rischia di diventare, per la nostra gente ed anche per l’intero Friuli Venezia Giulia, una vittoria di Pirro. Non vorremmo dover dichiarare, con il senno di poi, che sarebbe stato meglio fare come gli ungheresi…

Trieste, 01.08.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno