lunedì 31 maggio 2010

Sul temporaneo trasferimento della scuola statale bilingue di San Pietro al Natisone.-

Premesso che la sede della scuola statale bilingue di San Pietro al Natisone necessita di completa ristrutturazione e che si pone il problema di individuare una sede idonea al temporaneo trasferimento delle sezioni di scuola materna, scuola primaria di primo e secondo grado operanti in seno alla scuola stessa;
Rilevato che il Presidente della giunta regionale ed il competente assessore regionale hanno entrambi convenuto sulla necessità di mantenere la scuola unita anche per il tempo necessario ai lavori di ristrutturazione, per i quali esiste anche un'ipotesi di progetto per la temporanea sistemazione delle aule necessarie presso il convitto nazionale Paolo Diacono;
Atteso che nei giorni scorsi vi è stata una presa di posizione pubblica di cinque sindaci di comuni delle Valli del Natisone che hanno scritto al ministro degli esteri lamentando che la scuola godrebbe di asseriti privilegi penalizzando altri istituti scolastici del territorio;
Ribadito che la temporanea frammentazione territoriale della scuola bilingue creerebbe di fatto una situazione insostenibile per gli alunni, le famiglie e la continuità didattica.

Tutto ciò premesso
Interroga il Presidente della giunta regionale o il competente assessore regionale

per sapere se mantengano ancora la convinzione sulla necessità di mantenimento della scuola presso un'unica sede per la durata dei lavori di ristrutturazione e se sia possibile impiegare parte delle risorse stanziate dal ministero all'istruzione per i lavori di sistemazione presso il convitto Diacono citati in premessa.

Igor Kocijančič
consigliere regionale
La Sinistra L'Arcobaleno


Trieste, 31.05.2010

venerdì 28 maggio 2010

La Regione difenda l’OGS

Hanno comprensibilmente destato scalpore e preoccupazione le notizie riportate negli ultimi due giorni sulla paventata soppressione dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, che il Governo, stante le anticipazioni giornalistiche, avrebbe inserito nel novero degli enti inutili.
L’OGS è, al contrario, un ente che a livello internazionale gode di grandissimo prestigio ed è una di quelle istituzioni che tengono alto il nome di Trieste e del Friuli Venezia Giulia nel settore scientifico della ricerca e della ricerca applicata.
Il Presidente Tondo deve attivarsi immediatamente presso il Governo per chiarire ruolo, rilievo ed importanza dell’OGS e scongiurare che accada quanto anticipato mediaticamente ed ancora non ufficialmente confermato. Il Governo, (leggi il competente ministero), dovrebbe conoscere approfonditamente gli enti che si sta accingendo ad abolire. Questo è l’ennesima dimostrazione pratica dello scarso livello di considerazione del quale gode la ricerca scientifica nel nostro paese aggravato dal fatto che molto probabilmente i “tagliatori di teste” governativi non sanno nemmeno cosa stiano proponendo di abolire.

Trieste, 28.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 21 maggio 2010

comunicato su Piano Regolatore Porto di Trieste

Finalmente dalla capitale arriva una buona notizia per la nostra città: il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato il piano regolatore del Porto di Trieste. Sembra quasi impossibile, abituati come siamo ad “ingoiare” senza soluzione di continuità i continui rinvii del CIPE sullo stanziamento di fondi per la piattaforma logistica, contro ai quali sembrano non poter far nulla nemmeno le asserite pressioni governative e ministeriali.
Il Porto di Trieste dispone ora dello strumento normativo per poter attuare i piani di allargamento, sviluppo, costruzione e potenziamento di superfici, strutture ed infrastrutture di ambito. Un requisito del quale al momento è privo, ad esempio, il Porto di Monfalcone, che i sostenitori del superporto ormai mettono sullo stesso piano dello scalo triestino.
Questo nuovo significativo e, per la brevità di tempo impiegato, inatteso risultato positivo va ascritto anche alla competenze in capo all’attuale Autorità Portuale ed in primis al suo presidente, Claudio Boniciolli, che, incurante degli ormai numerosissimi e trasversali detrattori, lascia agli altri le chiacchiere e preferisce procedere per fatti, applicando le norme ed ottemperando alla legislazione vigente in materia di portualità.

Trieste, 21.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

martedì 11 maggio 2010

Superporto o scalo portuale regionale?

Apprendo che la giunta regionale starebbe accelerando l'approvazione della deliberazione sull'Autorità portuale unica regionale. Parole impegnative: Superporto di Trieste e Monfalcone con corollario di autorità unica, poteri straordinari »ammazzaburocrazia« e commissario ad hoc.
Avendo già espresso e mantenendo intatte le perplessità sul progetto Unicredit (che non c'é, mentre le chiacchiere si sprecano), confortato in ciò anche dall'opinione di esperti riconosciuti della logistica (ma anche armatori e spedizionieri, che dovrebbero sapere di cosa si sta parlando, riconoscono che i tre milioni di teu sono semplicemente una bufala), di fronte a questa ennesima sortita della Giunta regionale, sempre pronta ad accelerare su qualche cosa, senza però risucire a stringere su niente, rilevo che un paio di questioni importanti non sono state approfondite e continua ad imperare – trasversalmente - la superficialità, il lancio di un progetto »purchessia«, un po' com'era successo per il Parco del Mare: all'inizio progetto di rilancio e sviluppo dell'intera città, attualmente archiviato ad acquario un po' più grande...
Giova ricordare che attualmente, ancorché bistrattato »storicamente« dallo Stato e dai Governi (vedi storia infinita degli stanziamenti CIPE per la piastra logistica), il Porto di Trieste é uno dei 22 porti di interesse nazionale e uno dei pochi al mondo a disporre del regime di porto franco internazionale. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un ddl di »riforma« della legge sulla portualità (legge 84/94), che ha già scatenato ire e proteste dell'Assoporti e di Genova in particolare, città porto per eccellenza, anche perchè, tra l'altro, priva le autorità portuali di autonomia finanziaria.
E allora, anziché schierarsi superficialmente a favore dell'ennesimo annuncio, non sarebbe opportuno verificare anche la conformità di ciò che si vuol fare con i contenuti del ddl governativo? Da quanto anticipato dai giornali si evince addirittura che questa brillante operazione potrebbe risolversi con un »declassamento« del Porto di Trieste, che da scalo di interesse nazionale potrebbe essere ridimensionato, anche se assieme a Monfalcone, a porto di interesse regionale. E allora di quale superporto stiamo parlando?

Trieste, 11.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 7 maggio 2010

“Schizofrenie da maggioranza regionale”

Certo che ad ascoltare i notiziari ed a leggere i giornali di oggi c’è di che rimanere allibiti. Il presidente del consiglio regionale, Edouard Ballaman, autorevole esponente di quella Lega Nord che ribadisce ovunque con forza la propria contrarietà all’insediamento di centrali nucleari, smentendo il proprio capogruppo che dichiara essere questa (la totale indisponibilità ad ospitare centrali nucleari sul territorio regionale) una questione pregiudiziale per la stessa tenuta della maggioranza , si dichiara a favore di una centrale nucleare in regione in cambio di un buono sconto (20% o 30%) sulle bollette per i nostri cittadini. Ingenuo, sembra vivere altrove e non ricorda che su questa balla colossale delle bollette meno pesanti, della libera concorrenza , del privato è meglio, ci stanno fregando da 30 anni, da quando sono state smantellate le aziende municipalizzate e privatizzati i servizi pubblici essenziali. Da allora di libera concorrenza non ci siamo accorti, in compenso paghiamo molto di più per servizi di qualità ben peggiore, per la gioia degli azionisti delle varie multiutility, specialmente di quelle quotate in borsa.
Se oltre alla centrale nucleare ci dichiarassimo disponibili ad ospitare anche depositi di scorie provenienti da altri territori nuclearizzati dell’Ue si potrebbe chiedere uno sconto del 50%...
Secondo dato di schizofrenia regionale: mente il sottosegretario propone di rendere obbligatoria l’intonazione dell’inno nazionale in tutte le scuole primarie (ma è un errore lasciar perdere le materne) Ballaman propone di non insistere sui festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e di tornare piuttosto ad innalzare il vessillo asburgico, contraddicendo in ciò anche Umberto Bossi, che ha dichiarato proprio l’altro ieri di come al Nord non si volesse l’Italia, ma che avevano fatto il Risorgimento per cacciare gli austriaci…
Intanto a Roma il governo boccia tre articoli della legge regionale sulla sicurezza, ma sdogana, per la gioia dell’Assessore Seganti, la norma sui volontari per la sicurezza, altrimenti detti anche ronde padane. Pazienza se non ci sono domande: il Governo ha imposto un’unica integrazione obbligatoria della norma: i volontari, oltre alle uniformi ed all’equipaggiamento di ordinanza, avranno l’obbligo di portare in luogo ben visibile (probabilmente in fronte) due apposite insegne di riconoscimento: friulano tipicamente friulano e Famiglia FVG.
Appreso un tanto, il governatore dell’Arizona, Jan Brewer - emanatore di una delle leggi più liberticide sull’immigrazione di cui si abbia esempio (la polizia può fermare chiunque abbia una “faccia vagamente sospetta”), tanto da aver indotto i giocatori dei Phoenix Suns a indossare una maglia da gioco solidale con la popolazione ispanica nei playoff dell’NBA - ha chiesto di potersi gemellare con l’FVG ed ha inviato alcuni tecnici del proprio dipartimento immigrazione per studiare ed approfondire ulteriori proposte di misure repressive nella regione FVG…

Trieste, 07.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

giovedì 6 maggio 2010

“Lega Nord ed UDC coppia di fatto”

Alla fine, i peggiori contenuti del disegno di legge regionale n.ro 90 denominato “Modifica alle leggi regionali 20/2005 (Sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia) e 11/2006 (Interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità)”, quelli che introducono ulteriori requisiti di discriminazione nei confronti di chi è colpevole di provenire da altri luoghi (basta una regione italiana diversa dal FVG) e che non ha gli ormai canonici 8 anni di residenza in Italia, di cui almeno 1 nella nostra regione, sono stati approvati, sancendo ancora una volta che l’attuale maggioranza regionale di destra (il centro non c’è più da un pezzo) procede compattamente sulla strada della desertificazione sociale, dimostrando peraltro di non conoscere la realtà quotidiana dei territori, come è emerso da molti interventi in aula, che ignorano il drammatico stato d’assedio – non metaforico – ai quali sono sottoposti gli uffici e le unità operative territoriali preposti alla richiesta di assistenza sociale di comuni grandi e piccoli della nostra regione. Un giro sul territorio forse servirebbe loro per rendersi conto dei perversi effetti pratici delle leggi approvate.
Non si tratta di alcuna egemonia culturale della Lega Nord, che in realtà media continuamente al ribasso, si tratta proprio del fatto che nell’ambito di questa maggioranza vige una precisa distribuzione dei ruoli: c’è il poliziotto cattivo incarnato dalla Lega Nord, quello buono rappresentato dall’UDC ed un PdL che finge bonomia paternalista nel gestire le derive di volte in volta centriste o xenofobe dei due partner.
Dopo due anni di legislatura una cosa è chiara: Lega Nord ed UDC non sono partner di coalizione in frequente disaccordo, sono una vera e propria coppia di fatto, di quelle che però provocano disastri nel vicinato.

Trieste, 06.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

mercoledì 5 maggio 2010

“Un incontro che potrebbe diventare un caso scuola”

Oggi in consiglio regionale un’ampia delegazione composta da rappresentanti istituzionali di Sesto San Giovanni (gli assessori Ersilia Brambilla e Giovanni Urro), da RSU e rappresentanze sindacali della Mangiarotti, e dalla FIOM di Milano (Marcello Scipioni), del FVG (il segretario regionale Gianpaolo Roccasalva) e di Trieste (Antonio Saulle) ha incontrato il vice presidente della Giunta regionale ed assessore alle attività produttive, Luca Ciriani e l’assessore regionale al lavoro, Alessia Rosolen, alla presenza dei consiglieri Igor Kocijančič e Gianfranco Moretton. I rappresentanti istituzionali di Sesto San Giovanni e le rappresentanze dei lavoratori hanno chiesto agli assessori di dar vita ad un coordinamento istituzionale per fare in modo che l’apertura di uno stabilimento Mangiarotti Nuclear nella nostra regione non coincida con la dismissione, in Lombardia, dello stabilimento di Sesto San Giovanni, che attualmente impiega 115 lavoratori altamente specializzati.
Gli assessori Ciriani e Rosolen hanno assicurato che contatteranno la proprietà della Mangiarotti Nuclear per sondare ed approfondire i programmi dell’azienda, coinvolgendo in ciò il Comune di Monfalcone, la Provincia di Gorizia (nello stabilimento di Monfalcone dovrebbero essere impiegati 40 lavoratori dell’ex Ineos Film attualmente in mobilità) ed ilConsorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone, mantenendo un canale di comunicazione anche con il Comune di Sesto San Giovanni e con la Regione Lombardia, allo scopo di richiamare l’impresa al rispetto del piano industriale presentato ed al rispetto degli accordi sindacali e degli impegni assunti in Lombardia.
Naturalmente è presto per dire se vi sarà, alla fine, uno sbocco positivo per i lavoratori di Sesto San Giovanni e per le aspettative dei lavoratori e delle istituzioni di Monfalcone. Sicuramente ci sentiamo di dire che questo incontro ed il coordinamento di assetti istituzionali diversi su un unico obiettivo può costituire un buon inizio – un vero e proprio caso scuola – che ci auguriamo vivamente possa diventare una “good practice” efficace nell’ardua impresa di fronteggiare le delocalizzazioni, anche quelle “interne”, come nell’esempio della Mangiarotti Nuclear.

Trieste, 05.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

“Perché gli sloveni non votano PdL e non si riconoscono nel centro destra”

Nel dibattito presente all’interno della comunità slovena sulla necessità di riforma delle associazioni di riferimento e delle organizzazioni primarie e sulle relazioni tra società civile e politica, spesso emerge la consapevolezza di quanto la comunità slovena in Italia si rapporti quasi esclusivamente, istituzioni a parte, con i partiti del cosiddetto campo del centro sinistra.
Rudi Pavšič, presidente dell’SKGZ (Unione Culturale Economica Slovena) - una delle due associazioni di riferimento regionali per gli sloveni d’Italia, ha recentemente dichiarato di essere stato “benevolmente rimproverato” di ciò anche dal senatore Ferruccio Saro, che motiva in parte la tiepidezza istituzionale di Regione, Governo nazionale ed enti locali amministrati dal centro destra nei confronti degli sloveni anche per questa ragione.
L’obiezione di Saro è logica, anche se un politico di lungo corso come il senatore friulano, dovrebbe anche indagare le cause di alcuni fenomeni. E senza dover scomodare vicende del primo dopoguerra o degli anni della cosiddetta guerra fredda, attingo dalla cronaca locale di questi giorni. Il consigliere regionale Piero Camber, prendendo spunto dal fatto che divise ed automezzi della Protezione Civile di alcuni comuni minori della provincia di Trieste sono dotati di scritte bilingui in italiano e sloveno, chiede al competente assessore regionale se tali scritte siano “intelligibili” all’intera popolazione residente in FVG e propone più opportuno permettere diciture identificative solo in italiano e, al limite, in lingua inglese. Credo non serva commentare ulteriormente.
Oggi, nelle more dello scontro tra i cosiddetti “Bandelli boys” ed il sindaco Dipiazza, tutto interno al PdL triestino, il consigliere comunale Andrea Pellarini rampogna il primo cittadino osservando che “anche oggi le famigerate bandiere rosse, tracce del Primo Maggio, fanno bella mostra su tutto l’altipiano.” Ora, a parte il fatto che, come è ormai generalmente risaputo quelle bandiere rosse sono simboli del Primo Maggio in quanto festa del lavoro e dei lavoratori e che la loro presenza si protrae per consuetudine anche qualche giorno dopo la festa (tradizionalmente vengono allestite nella notte tra il 30 aprile ed il Primo Maggio), Pellarini potrebbe piuttosto apostrofare “famigerate” quelle nostalgiche adunate semisediziose e dal carattere apertamente fascista che alcune organizzazioni di estrema destra locali e del vicino Veneto continuano ad organizzare nella giornata del 25 Aprile (per loro festa degli infoibatori) a Basovizza ed alla quale risulta aver partecipato, in passato, anche personalmente.
Ecco due semplici piccoli esempi molto recenti, ma forse serviranno al senatore Saro, e forse anche a qualcun altro per comprendere, perché sembra oggettivamente difficile che gli sloveni, anche quelli più moderati o di centro destra, possano riconoscersi e votare questo PdL. Della Lega Nord ci riserviamo di parlare in altra occasione. Intanto aspettiamo di apprendere che è stata costituita la commissione (va bene anche una consulta) degli sloveni nel PdL.
Trieste, 05.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

lunedì 3 maggio 2010

Su possibili nuovi inattesi sviluppi in ordine alla chiusura della Ferriera di Servola.-

Premesso che la riunione congiunta della terza e quarta commissione consiliare del 27 aprile u.s. non ha fatto registrare alcun elemento di novità in relazione all’esame della situazione dello stabilimento siderurgico di Trieste, denominato Ferriera di Servola e proprietà della multinazionale russa Severstal;
Rilevato che nel corso della riunione lo scrivente ha posto, senza peraltro ricevere risposta, una precisa domanda in ordine alla possibilità concreta che il Governo nazionale proceda, nei confronti della Severstal, ad una liquidazione cumulativa in unica tranche del contributo CIP6 previsto fino al 2015, per mezzo di anticipazione scontata del 6% degli importi previsti;
Appreso infine in data odierna dalla stampa locale che la Severstal potrebbe addirittura cedere “figurativamente” tutti gli stabilimenti dell’ex Gruppo Lucchini, recentemente assorbito, ad altra propria partecipata al fine di “liberare” temporaneamente il proprio bilancio societario da una pesante situazione debitoria ammontante a 800 milioni di euro;

Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale chiede al Presidente della Giunta regionale ed all’assessore competente

1. Per sapere se la Regione FVG sia al corrente di quanto indicato in premessa e se, al di là della proposta di appositi tavoli tematici e delle ipotesi di riconversione dichiarate, abbia instaurato, alla luce degli ultimi eventi citati, un contatto con il Governo in modo di poter far fronte ad un possibile cambio di scenario dell’intera questione riguardante tempi e modalità di chiusura, riconversione dello stabilimento e bonifica del sito in cui insiste la Ferriera di Servola, senza escludere un diritto di rivalsa sul contributo CIP6 nei confronti della proprietà, nel caso Severstal decidesse di anticipare la chiusura dello stabilimento.

Trieste, 3 maggio 2010


Igor Kocijančič
consigliere regionale