venerdì 30 luglio 2010

“Superporto Trieste - Monfalcone, progetto più virtuale che mai”

Adesso, anche in ragione della risposta all’interrogazione a risposta immediata pervenuta ieri al sottoscritto in Consiglio regionale, si può tranquillamente affermare che il dibattito riguardante il cosiddetto Superporto Trieste – Monfalcone resta sostanzialmente un dibattito mediatico su un progetto virtuale, giacché, come ha avuto modo di precisare in aula l’assessore Riccardi “su questa ipotesi di lavoro si sono tenuti finora convegni e tavole rotonde per comprendere il grado di fattibilità della proposta e il grado della sua condivisione da parte delle istituzioni”.

Una risposta chiara, che quantomeno ridimensiona le notizie di qualche giorno fa, con le quali si confermava, da parte di Unicredit Logistics, la presentazione di un progetto completo e corredato di business plan al 30 settembre per il superporto di Trieste e Monfalcone, sottolineando che la ricerca di partner privati per l’operazione non si limita al colosso Maersk ma anche ad altri soggetti leader delle compagnie di navigazione, oltre che ad imprese private del Friuli Venezia Giulia. Inoltre Unicredit, sempre nelle anticipazioni rese dalla stampa, chiederebbe la nomina di un commissario straordinario con “assoluta competenza tecnica e professionale” come condizione irrinunciabile per lo sviluppo del polo logistico di Trieste e Monfalcone.

Nell’interrogazione a risposta immediata il sottoscritto appunto chiedeva se la Regione FVG ritenesse lecito e normale che Unicredit Logistics, fino a prova contraria soggetto privato e finora unico portatore di interesse concreto per la costituzione del cosiddetto superporto, possa richiedere la figura commissariale, definendone anche le caratteristiche, arrivando addirittura alla previsione di un’Autorità Portuale regionale unica e se non ritenga, la Regione, che tutto ciò comporti un rischio di esautorazione delle istituzioni pubbliche preposte a decidere in materia di portualità, e infine, se la causa dei continui ritardi nell’erogazione dei finanziamenti destinati alla piattaforma logistica del Porto di Trieste non sia da ricercare in una corsia preferenziale che il governo nazionale e la regione stessa evidentemente stanno accordando al sunnominato progetto Unciredit.

La risposta dell’assessore, peraltro molto lunga ed articolata in due pagine, pone chiarezza su un punto: non esiste alcun progetto Unicredit, ma un’ipotesi di lavoro, sulla quale si sono fatti convegni e tavole rotonde. Non sono state presentate nemmeno istanze per l’ottenimento di aree demaniali o in concessione nei porti interessati e quindi, parole dell’assessore, non esistono procedure amministrative in atto che richiedono una conclusione del procedimento da parte della regione. Al momento esistono soltanto delle valutazioni di carattere politico e tecnico di ordine generale, di apprezzamento dell’iniziativa, che la Giunta ritiene utile approfondire per non disperdere una occasione possibile di sviluppo della portualità della regione con l’apporto di capitale privato. In questo senso la Giunta ha recentemente assunto una generalità con la quale ha manifestato l’interesse ad approfondire l’ipotesi di sviluppo in parola.

Erano stonati i titoli sparati su giornali e televisioni in ordine all’effettiva consistenza del progettoUnicredit o sono troppo prudenti, rispetto agli enunciati, anche del Presidente Tondo, i passi concreti finora compiuti davvero dalla giunta regionale?

Sarebbe opportuno saperlo, così come sarebbe opportuno affrontare un dibattito serio per capire se un’autorità portuale unica regionale possa rappresentare un effettivo vantaggio o se, al contrario, come riteniamo, porti in sé il rischio di un declassamento di Trieste da porto di interesse nazionale a tassello di un sistema portuale regionale di nicchia, che sicuramente non sarebbe di alcun interesse per la Maersk e per altri ipotetici investitori, così come, evidentemente, sono da ritenersi del tutto ipotetici, alla luce di quanto ufficialmente dichiarato dall’assessore Riccardi, gli ottocento milioni di euro che Unicredit Logistics sarebbe intenzionata ad investire nell’operazione.

Trieste, 29.07.2010

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO: Sulle ultime notizie relative ad Unicredit e “Superporto” Trieste - Monfalcone.-

TESTO
Premesso che recentemente sulla stampa locale è apparsa la notizia che Unicredit Logistics avrebbe confermato la presentazione di un progetto completo e corredato da business plan per il cosiddetto Superporto di Trieste e Monfalcone e che chiederebbe la nomina di un “commissario straordinario con assoluta competenza tecnica e professionale” quale condizione irrinunciabile per lo sviluppo del polo logistico di Trieste e Monfalcone; Rilevato che Unicredit avrebbe già delineato assetto, costi e “cronoprogramma” della struttura commissariale, che dovrebbe operare presso il Commissariato del Governo e supportata finanziariamente da Governo, Regione e Società di corridoio (partecipata da Unicredit e da altre imprese partner) che dovrebbe ricevere in concessione le aree demaniali per avviare i lavori e concluderli entro quattro anni; Dato atto che tali linee di indirizzo sarebbero state discusse in una recente riunione al Consiglio dei Ministri, alla presenza di rappresentanti di vari ministeri (Economia, Esteri, Trasporti), del sottosegretario all’Ambiente, del vice presidente di Unicredit Logistics e dell’assessore regionale ai trasporti;

Tutto ciò premesso, il sottoscritto
Interroga il Presidente della giunta regionale o il competente assessore regionale
per sapere se la Regione FVG ritenga lecito e “normale” che Unicredit Logistics, fino a prova contraria soggetto privato e finora unico portatore di interesse per la costituzione del cosiddetto superporto, possa richiedere la figura commissariale, definendone anche le caratteristiche, arrivando addirittura alla previsione di un’Autorità Portuale regionale unica e per sapere se non ritenga, la Regione FVG, che tutto ciò comporti un rischio di esautorazione delle istituzioni pubbliche preposte a decidere in materia di portualità e se la causa dei continui ritardi nell’erogazione dei finanziamenti destinati alla piattaforma logistica del Porto di Trieste non sia da ricercare in una corsia preferenziale che il governo nazionale e la Regione stessa evidentemente stanno accordando al sunnominato progetto Unicredit.

Igor Kocijancic

mercoledì 7 luglio 2010

Ma quanto è buona la jota della mamma?

Apprendiamo dalla stampa che la mamma dell’assessore regionale Federica Seganti cucina un’ottima jota, addirittura “una delle più buone jote di Trieste”. Quella che a prima vista potrebbe sembrare una dichiarazione resa all’insegna della leggerezza, è invece un’affermazione molto impegnativa, perché presuppone un giudizio di valore espresso in termini assoluti. Quante jote ha assaggiato Federica Seganti per conferire lo status di eccellenza alla zuppa della mamma? Dovrebbero essere migliaia, almeno centinaia. Se così non fosse la sua sarebbe un’affermazione che lascia il tempo che trova e ci indurrebbe a pensare che la jota di sua mamma non sia per niente eccezionale. Mostratemi la figlia (o figlio) degenere che non parla bene della cucina materna.
Se invece il metro di valutazione per la jota della mamma è analogo a quello utilizzato per stilare il bilancio positivo del proprio operato da assessore a pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza, relazioni internazionali e comunitarie, allora saremmo indotti a ritenere che la jota della mamma non dev’essere poi così buona…
L’assessore Seganti si promuove, citando a mo’ di risultati ottenuti il codice dell’edilizia, la rifoma della polizia locale, la soppressione(sic!) delle comunità montane e al riorganizzazione comunitaria. Si dimentica di chiarire che la riforma della polizia locale è stato un risultato raggiunto dal consiglio regionale che ha fatto sintesi tra diversi disegni e proposte di legge già depositati, che la mera soppressione di un’ente non rappresenta il raggiungimento di un risultato e che siamo ancora in trepida attesa di discutere le alternative e il più volte enunciato testo di riforma delle autonomie locali. Non una parola sul fallimento totale delle politiche di sicurezza, nemmeno il barlume di una riflessione autocritica sulla miriade di enunciazioni medianiche rimaste sospese nel vuoto. Insomma un biennio di chiacchiere e di modestissimi risultati.
Tra un po’ la Seganti avrà deleghe sicuramente più “toste”, ad esempio le attività produttive, con lo stuolo di emergenze ad esse correlate. Aspettiamo di poterci confrontare nel merito. La Lega Nord conquista anche nel FVG l’opportunità di dimostrare il proprio valore, ad esempio sul fronte del blocco delle delocalizzazioni. A settembre ci sarà bisogno di vigore e di energie rinnovate. Si consiglia una “flebo de jota” (della mamma).

Trieste, 07.07.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 2 luglio 2010

Primi frutti avvelenati del rimpasto

Qualcuno ha anche la simpatica sfrontatezza di definirla manovra lungimirante. Il rimpasto di giunta annunciato ieri dal Presidente Tondo, ha già dato i primi frutti avvelenati. A parte le polemiche intestine nella componente cosiddetta ex aennina del PdL, orami quotidiane, che da peculiarità triestina sono finalmente diventate di interesse regionale (Ciriani docet), un primo corto circuito si è avuto già a poche ore dall’annuncio. Probabilmente gli assessori non hanno capito bene le parole del Presidente Tondo, segnatamente quella parte del discorso che chiariva di come le nuove attribuzioni di deleghe sarebbero diventate pienamente operative tra uno o due mesi. Fino ad allora avremo a che fare con degli “assessori ombra”: discuteremo della norma di manutenzione dell’ordinamento regionale confrontandoci con molti assessori che tra un po’ avranno altre deleghe. Tra un po’, non subito. L’avessero capito, molto probabilmente Claudio violino non avrebbe fatto fuoco e fiamme su un emendamento proposto da Ciriani, che dovrebbe rimanere al turismo almeno fino a settembre. E invece Violino ha dichiarato che il turismo è già della Seganti…Mai viste tante facce scure in maggioranza come nel pomeriggio e nella serata di approvazione dell’assestamento. Battute al vetriolo, rimproveri, baruffe dentro al PdL, tra PdL ed UDC, Lega Nord che vorrebbe anticipare “l’entrata in vigore” del rimpasto…
I fasti della primavera 2008 sembrano cose d’antan, come vivessimo in altra epoca e fossero passati decenni…
Sarà stato per sdrammatizzare il clima in casa propria, ormai molto pesante, che il neoassessore alla cultura ed alle politiche giovanili ha pensato di fare un po’ di avanspettacolo in chiusura, stracciando anche l’ultimo velo di dignità istituzionale del consiglio regionale e proferendo ad alta voce battute gratuite ed offensive nei confronti del collega Corazza, al quale va tutta la nostra solidarietà?
Forse è ancora presto per dirlo. Possiamo però azzardare la previsione che la seconda metà di legislatura potrebbe essere molto più soddisfacente della prima, anche grazie all’asserita lungimiranza di Tondo.

Trieste, 02.07.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

giovedì 1 luglio 2010

“Il rimpasto di giunta rivelatore di fallimenti annunciati”

La scarna comunicazione con la quale il Presidente Tondo ha reso edotto il consiglio regionale dell’avvenuto rimpasto – redistribuzione di deleghe in seno alla giunta regionale non ha destato troppo stupore: il “toto delega” con il quale si erano sbizzarriti i giornali negli ultimi giorni ci ha preso in pieno e quindi le edizioni di oggi (ieri per chi legge) avevano già anticipato gli abbinamenti corretti cognome – delega.
Più che un rimpasto funzionale alla “riforma della macchina regionale”, che vedrà le direzioni centrali ridimensionate a 10 (da 12 che erano) e che probabilmente creerà più di qualche sommovimento tellurico negli uffici (si pensi solo alla scissione di sanità e welfare), non fosse altro a causa di quanto comporterà un faticoso e duraturo processo di costruzione di nuovi settori interdisciplinari, si tratta chiaramente più di un tentativo di placare le continue tempeste impazzanti nella maggioranza di centro destra e le continue pressioni di segretari e coordinatori regionali di PdL, LN, UDC sempre molto propensi a bordate mediatiche minacciose, che di un progetto definito di riforma e ricomposizione degli assetti regionali.
Ora, è già miserrimo che un’istituzione come la Regione diventi terreno di “predonaggio” per i vari Fontanini, Menia & Company, che dettano al Presidente la collocazione di nomi e deleghe, è ancora peggio che Tondo si presti a tutto ciò sapendo che questo comporterà una sostanziale paralisi di uffici e direzioni nei prossimi mesi.
Poi vi è, al di là di dichiarazione espresse sempre benevolmente, un pesante giudizio politico di valore espresso nei confronti di chi, leggi il vicepresidente della giunta regionale Luca Ciriani, si ritrova sostanzialmente “retrocesso”: via le attività produttive, via il commercio, via il turismo, con tanti saluti alle numerose parole di apprezzamento per l’operato svolto nei settori di competenza. A Ciriani, d’ora in poi, le “deleghe di risulta”, ciò che rimane di meno importante (la Montagna ad un uomo di pianura e l’Energia), Protezione Civile a parte. A conti fatti, nei confronti di Ciriani, è stata fatta un’operazione di ridimensionamento che ha molte analogie con il caso Rosolen. Da adesso largo ai carneadi e navigazione a vista.

Trieste, 01.07.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE