venerdì 2 dicembre 2011

Applicazione discrezionale ed arbitraria del diritto di accesso agli atti ex L.R. 7/2000?.-

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: Applicazione discrezionale ed arbitraria del diritto di accesso agli atti ex L.R. 7/2000?.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che al sottoscritto sono pervenute due segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste riconosciute ed operanti a livello nazionale ed internazionale, WWF e Legambiente, che lamentano di aver presentato richiesta di accesso agli atti in relazione al progetto definitivo di rigassificazione del GNL per il sito di Trieste – Zaule, alla quale la Direzione Centrale ambiente, energia e politiche per la montagna ha risposto con nota del vicedirettore centrale e direttore di servizio con la quale si rigettava l’istanza di diritto d’accesso;
Rilevato che tra le motivazioni addotte nella nota di diniego si dichiara che “La ratio dell’istituto dunque, è quella di consentire al privato di vigilare sull’operato dei soggetti pubblici, al fine di verificarne la correttezza e la conformità agli interessi sociali ed ai precetti istituzionali. Il diritto di accesso non può in nessun caso essere inteso come diritto dei privati di prendere visione di documenti prodotti da altri privati nell’ambito di un procedimento amministrativo che veda interessati questi ultimi. In base a consolidata giurisprudenza del Consiglio di stato gli atti dei privati possono essere oggetto di diritto di accesso solo previo consenso dei privati che li hanno prodotti e solo in quanto utilizzati ai fini dell’attività amministrativa, ovvero solo se abbiano avuto, al di là della loro caratterizzazione soggettiva, una incidenza nelle determinazioni amministrative di cui si vuole controllare la correttezza. Nel caso di specie non si ricade in alcuna delle ipotesi menzionate; sussiste inoltre la necessità di tutelare gli interessi intellettuali, industriali e commerciali della società Gas Natural.”
Considerato che esiste altrettanta consolidata giurisprudenza che sancisce, nei settori dell’edilizia e dell’urbanistica, il diritto di accesso del privato di prendere visione di documenti e progetti prodotti da altri privati;
Rilevato inoltre che il progetto de quo è oggetto da ormai molti anni di un dibattito pubblico e di confronti svolti in varie sedi e a vari livelli istituzionali, nei quali tutti i soggetti menzionati si sono confrontati pubblicamente su questioni e contenuti riguardanti il progetto di rigassificazione del GNL per il sito di Trieste – Zaule;
Atteso che sarebbe opportuno sapere in quale modo la richiesta di accesso e di visione degli atti possa compromettere la necessità di tutelare gli interessi intellettuali, industriali e commerciali della società Gas Natural;
Riservandosi comunque di presentare un esposto dell’accaduto alla competente autorità giudiziaria;


Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente o l’assessore competente
per sapere se

1. Ritenga che l’interpretazione del diritto d’accesso così come rappresentata dal direttore di servizio presso la Direzione Centrale ambiente, energia e politiche per la montagna corrisponda effettivamente ad un’interpretazione autentica della norma.
2. Non ritenga che le due associazioni richiedenti, trattandosi di soggetti riconosciuti ed operanti a livello nazionale ed internazionale e a loro volta portatrici di interesse ed interlocutori riconosciuti dalla Regione e dalle autonomie locali, presenti ai vari livelli istituzionali in sede di pubblica discussione sul progetto in argomento, trascendano la definizione di semplice “soggetto privato”.
3. Ritenga, ed in che modo, la semplice visione degli atti sottoposti a procedimento amministrativo possa mettere a rischio gli interessi intellettuali, industriali e commerciali della società Gas Natural.

Trieste, 2 dicembre 2011

Igor Kocijančič

giovedì 1 dicembre 2011

GRAVE CRISI IDEAL STANDARD

Si allega la nota firmata dai Presidenti dei Gruppi consiliari regionali del Friuli Venezia Giulia, in merito alla grave crisi dello stabilimento "Ideal Standard Italia srl" di Orcenico Inferiore (PN), di cui si riporta il testo qui sotto.



Al Ministro dello Sviluppo Economico,

Infrastrutture e Trasporti

dott. Corrado Passera

Via Veneto 33

00187 Roma





Oggetto: Grave crisi stabilimento “Ideal Standard Italia srl” di Orcenico Inferiore (PN)


Constata la recrudescenza della crisi che interessa lo stabilimento di Orcenico Inferiore di “Ideal Standard Italia s.r.l.”, proprietà del fondo di investimenti “Bain Capital L.L.C.” ;

Rilevato che la situazione appare oggi notevolmente aggravata, rispetto al primo manifestarsi della crisi due anni or sono, in quanto a una oggettiva fortissima contrazione dei volumi produttivi, di per sé molto preoccupante, si aggiungono le notevoli perplessità sulla politiche commerciali e della logistica, attuate dalla compagnia italiana del gruppo che, oltre allo stabilimento di Orcenico Inferiore, riguarda anche quelli di Trichiana (BL) e di Roccasecca (FR) e la piattaforma logistica di Bassano Bresciano;

Considerato che lo stabilimento locale - che con gli attuali 450 dipendenti rappresenta la seconda realtà industriale del Pordenonese in termini occupazionali - ha subito pesanti ridimensionamenti negli anni scorsi ed è stato progressivamente svuotato delle lavorazioni più qualificate;

Considerato inoltre che i lavoratori hanno esaurito i primi due anni di contratto di solidarietà, mentre gli investimenti sono scesi a livelli insignificanti e gli obiettivi del piano industriale risultano largamente disattesi, anche in conseguenza di scelte produttive e commerciali che non escludono la liquidazione delle unità produttive superstiti in Italia, compresa quella di Orcenico Inferiore;

Tutto ciò premesso, i sottoscritti Presidenti dei Gruppi consiliari del Friuli Venezia Giulia,


ritengono assolutamente necessario un intervento attivo e determinato a sostegno della delicata vertenza che vedrà impegnate le organizzazioni sindacali e il management aziendale, presso il Mise il giorno 5 dicembre 2011.


Trieste, 1 dicembre 2011

Daniele Galasso (PDL) Gianfranco Moretton (PD) Danilo Narduzzi (LN-P) Roberto Asquini (MISTO) Edoardo Sasco (UDC) Igor Kocijančič (SA)
Alessandro Corazza (IDV) Stefano Alunni Barbarossa (Cittadini)

mercoledì 16 novembre 2011

Perché è necessaria ed a che punto è la ricapitalizzazione di Banca Mediocredito?

Premesso che

a seguito delle ispezioni in Banca Mediocredito spa la Banca d’Italia ha indicato la necessità di procedere ad un aumento di capitale per un ammontare complessivo di 50.424.887,55. euro, richiesto ai soci dallo stesso cda di Banca Mediocredito;
l’assemblea dei soci e la Regione FVG avevano vincolato il proprio via libera all’approvazione di un piano strategico e di una sintesi progettuale che evidenziassero l’impegno dell’istituto di credito al servizio dell’economia e del territorio del FVG.;
tale atteggiamento prudenziale dei soci sembra derivasse anche da un’opinione critica diffusa all’interno della realtà bancaria regionale, imputabile ad una condotta eccessivamente spregiudicata del Presidente del cda di Banca Mediocredito;
la Giunta regionale del FVG ha deliberato in data 14 ottobre 2011 di procedere alla ricapitalizzazione della Finanziaria MC spa per un importo complessivo di euro 7.771.050,00 al fine di consentire alla stessa di partecipare all’aumento di capitale che venisse deliberato dall’assemblea di Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia SpA;
in data 27 ottobre 2011 l’assemblea di Banca Mediocredito FVG ha votato all’unanimità a favore della ricapitalizzazione dell’istituto di credito regionale.


Tutto ciò considerato e premesso il sottoscritto consigliere regionale


Interpella il Presidente della Regione FVG per sapere quanto segue.
A seguito del voto unanime dell’assemblea dei soci è stata effettivamente attuata la ricapitalizzazione di Mediocredito?
Esiste effettivamente un problema derivante da condotte spregiudicate del Presidente del cda di Banca Mediocredito?
Come intende agire la Regione FVG per tramite della Finanziaria MC nel caso in cui gli altri soggetti componenti dell’assetto di Banca Mediocredito spa non dovessero dare attuazione al voto unanime dell’assemblea?

Il consigliere regionale PRC – SE/Sinistra Arcobaleno
Igor Kocijančič

sabato 5 novembre 2011

“Moratoria degli stacchi: agli impegni seguano i provvedimenti”

Gli studenti ed i giovani delle tende hanno ottenuto una dichiarazione di impegno del Sindaco Cosolini su una moratoria degli stacchi di utenza per chi non riesce a pagare le bollette dell’Acegas Aps. Su questo argomento il ns. partito aveva promosso una raccolta di firme due anni fa e posto il problema all’attenzione del consiglio comunale. Nonostante le risposte ricevute e gli impegni presi dalla Giunta comunale precedente niente era stato fatto in questa direzione.
Ora, grazie ai giovani delle tende, il Sindaco ha annunciato che la prossima settimana sottoscriverà un accordo su questi temi proprio con Acegas Aps. La questione non può considerarsi risolta con la semplice assunzione di un impegno generico in questa direzione: i contenuti dell’accordo andranno verificati, i cittadini informati nel merito dei contenuti di questa decisione e istituiti dei luoghi di monitoraggio, sportelli ed uffici ai quali i cittadini possano segnalare stati di necessità o di aver subito degli stacchi nonostante l’accordo che si andrà a firmare. E’ giusto rilevare, nel caso il Comune non fosse informato, che l’Acegas Aps sta attuando questa pratica odiosa ed iniqua anche nei confronti di famiglie assistite dal Comune di Trieste. Si tratta proprio del classico esempio del cane che morde la mano del proprio padrone.
Inoltre va ricordato che subito dopo le elezioni il consigliere comunale Paolo Rovis ha posto pubblicamente la questione di un fondo di rotazione per dare sostegno a quei piccoli esercenti ed agli artigiani che in questi tempi di crisi acuta sono costretti a misurarsi con questo problema. Sottoscrivo la necessità di risolvere il problema anche per queste categorie che stanno subendo la crisi in atto con difficoltà analoghe a quelle di molti altri cittadini precipitati improvvisamente, loro malgrado, nella categoria degli “insolventi”.

Trieste, 05.11.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 24 ottobre 2011

Dopo l’uscita dell’AP di Trieste quale futuro attende la società Alpe Adria?-

Premesso che nella Cronaca di Trieste de “Il Piccolo” di lunedì 24 ottobre u.s. è stato dato molto rilievo all’intenzione dell’Autorità Portuale di Trieste di dismettere la propria partecipazione azionaria (33,33%) dalla società Alpe Adria SpA e che tale deliberazione sarà al vaglio del Comitato portuale nella prossima seduta di giovedì 27 ottobre 2011;
Rilevato che Alpe Adria è una società di logistica e servizi intermodali partecipata anche da Friulia SpA e Trenitalia Spa, fondata nel 1991 e che è stata, in questi anni, determinante sul fronte dell’ottimizzazione e della competitività dei collegamenti ferroviari da e verso il Porto di Trieste, contribuendo anche all’entrata di circa 300 milioni di euro/anno di imposte dirette;
Preso atto della preoccupazione delle varie categorie di operatori portuali circa il futuro della società che in caso di chiusura infliggerebbe un duro colpo al funzionamento complessivo del Porto di Trieste.

Il sottoscritto consigliere chiede

1. Di sapere quale sia, a fronte della dismissione di quote dell’AP di Trieste il futuro della società e se vi sia, da parte della Regione FVG la possibilità di un maggiore impegno diretto in Alpe Adria nel caso in cui all’AP non dovesse subentrare alcun nuovo soggetto pubblico o privato.

Trieste, 24 ottobre 2011


Igor Kocijančič
Consigliere regionale
Presidente del Gruppo La Sinistra L'Arcobaleno

giovedì 29 settembre 2011

“Traffici portuali tra rappresentazione e realtà”

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad una rappresentazione mediatica non propriamente corrispondente alla realtà riguardante il Porto di Trieste. Esiste un frattura netta tra quello che viene affermato e la realtà dei fatti. Sembra quasi che con il ritorno al comando della Presidente dell’Autorità Portuale sia tornata in auge la stagione della propaganda sui magnifici successi nei traffici portuali dello scalo triestino, siano essi immaginari o reali, non importa. Non sono da meno, in questo esercizio, gli esponenti politici esperti in materia, gli analisti, i Maresca di turno che dalle grandi prospettive del Corridoio 5 passano a fantasticare sull’imminenza di assi adriatico-danubiane e corridoi adriatico-baltici.
In realtà i traffici container del Porto di Trieste viaggiano sempre sugli stessi quantitativi, molto inferiori rispetto a quelli del Tirreno. Una nota polemica va obbligatoriamente riservata a tutti quelli operatori portuali che durante l’ultimo sciopero dei portuali triestini dichiaravano come ciò avrebbe provocato la cancellazione di traffici da e per Trieste. Sempre pronti a previsioni apocalittiche, continuando a fare i propri affari pensando a come erodere ulteriormente i diritti dei lavoratori.
Dal Sole 24 ore del 24 agosto si apprende che il traffico container di Trieste, Monfalcone e Venezia rappresenta appena l’11% del traffico nazionale, mentre i quattro porti liguri movimentano il 57% del volume complessivo. L’informazione più interessante però si ricava dai dati dell’Isfort, presieduto dal presidente della FIT-Cisl Giovanni Luciano: questa fonte autorevole afferma che i porti italiani servono l’Italia e che non ci sono rilevanti movimenti verso il resto d’Europa. Eppure dalle nostre parti non si fa che continuare a parlare talmente tanto di porti al servizio dell’Europa - ad esempio quando ci si focalizza sul futuro super porto di Monfalcone - che l’opinione pubblica viene costantemente indotta a pensare che qualcosa sia stato realizzato o si stia davvero facendo in questa direzione.
La politica propagandista dei megaprogetti, costantemente a rischio di megatangenti, di interessi di parte o quantomeno di sperpero di risorse pubbliche, va definitivamente chiusa, riprendendo ad operare da subito sul versante della politica dei piccoli passi concreti: alcuni traffici passano per la Pontebbana che può essere ulteriormente utilizzata, rimane sempre l’opzione del collegamento ferroviario con Koper (per ora previsto per i passeggeri, ma intanto si muove qualcosa anche su quel versante) - sei chilometri importanti per aprire nuove collaborazioni e smussare le competizioni in corso, poi rimane da giocare, tutta, la partita della piattaforma logistica e di alcuni miglioramenti ferroviari ai quali provvedere in loco. Il resto sono chiacchiere.

Trieste, 29.09.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

“Più fumo negli occhi che road map”

Alla fine la maggioranza ha approvato, con un ordine del giorno non a caso privo di complemento oggetto, un dispositivo che, “preso atto delle dichiarazioni del Presidente della regione e delle linee di indirizzo generale programmatico in esse contenute, approva…”. Ciò potrebbe significare, a giudicare mugugni e musi lunghi molto accentuati in questi due giorni all’interno della maggioranza, che ognuno si sentirà libero di approvare quelle parti che gli piacciono e che, stando anche a quanto sentito nel dibattito generale, riguardano per larga parte il “benaltrismo” non citato da Tondo.
Il Presidente, nella replica finale, non è riuscito ad andare molto al di là dei noti richiami alla sobrietà ed al senso di responsabilità, ha eluso la domanda su cosa dovesse succedere qualora nella primavera del 2012 ci ritrovassimo, cosa molto probabile, più o meno allo stato attuale dell’arte ed ha preannunciato, questo sì, che la “legge voto”, sulla quale ci sarà probabilmente la condivisione di PD, PdL e pochi altri (quella che dovrebbe ridurre i seggi del consiglio regionale a 48, e poi essere approvata dai due rami del parlamento nazionale), dovrà essere approvata per prima. Come dire, si delega il proprio destino ai voleri, ai poteri ed ai tempi di Roma e invece di partire dall’eliminazione dei costi, si mette piuttosto in discussione l’assetto democratico e la rappresentanza politica e territoriale di questa regione.
Alla fine non si può fare a meno di pensare che siamo alle solite, un po’ di fumo negli occhi, un accozzaglia di temi sui quali intervenire senza ordine di priorità. Si può anche chiamarla Road Map, a maggior ragione sapendo che molto probabilmente l’intifada potrebbe partire, stavolta, da settori delle proprie truppe.

Trieste, 28.09.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 7 settembre 2011

“La proposta di riordino del territorio montano non tiene conto delle specificità del Carso isontino e triestino”

Nel corso della prosecuzione del dibattito per l’approvazione del disegno di legge regionale n. 150 “Razionalizzazione e semplificazione dell’ordinamento locale in territorio montano. Istituzione delle unioni dei comuni montani.”, che ha avuto luogo in sede di quinta commissione consiliare, il consigliere regionale del PRC – SE Igor Kocijančič ha rilevato il permanere di forti perplessità, sui territori interessati, riguardo al fatto che per i comuni del Carso isontino e triestino ricadenti nell’ex Comunità Montana del Carso sia previsto semplicemente che siano le rispettive province a svolgere le funzioni anche altrove saranno demandate ad unioni di comuni montani di nuova istituzione.
Kocijančič ha sottolineato il fatto che oltre ai criteri di unità territoriale, economica e sociale non si può non tener conto, soprattutto in un’ottica di riattualizzazione della specificità e dello statuto di autonomia, anche un criterio di omogeneità e continuità linguistica, con chiaro ed esplicito riferimento alla legge 38/2001 di tutela della minoranza slovena e, nello specifico, al Decreto del Presidente della Repubblica che comprende l’elenco dei comuni del FVG per l’attuazione della legge 38/2001, nel quale sono ricompresi tutti i comuni già facenti parte dell’ex Comunità Montana del Carso.
In questo senso ha sollecitato l’assessore competente Garlatti, affinché sia esplicitamente richiamata nelle finalità e nella definizione di Unione montana anche la legge 38/2001, proprio perché direttamente connessa non solo ai contenuti della norma in discussione, ma anche all’idea di concorrere a declinare la riattualizzazione della specificità della nostra regione.

Trieste, 07.09.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 20 luglio 2011

“Aperture domenicali: la Regione può intervenire subito”

La recente sentenza del TAR FVG, che ha rigettato il ricorso proposto dalla proprietà del centro commerciale Città Fiera di Torreano di Martignacco pone a tutti noi la necessità, per ragioni di civiltà soprattutto, di lavorare per consentire che questo delicato settore sia finalmente dotato di regole certe. Tali regole possono discendere unicamente da norme chiare e non interpretabili.
In questo senso c’è un’occasione da utilizzare subito: la sessione di assestamento del bilancio regionale. C’è tutto il tempo affinché la Giunta regionale - che dovrebbe seguire un chiaro indirizzo: quanto contenuto (e finora non applicato) nel programma elettorale del Presidente Tondo - apra un rapido confronto con le parti sociali interessate e arrivi in aula con una proposta di modifica dell’attuale norma.
Da parte nostra auspichiamo che la norma sia improntata ad un numero definito e non estensibile (da 20 ad un massimo di 25) di aperture festive, non interpretabili e non estensibili, salvaguardando quelle festività di chiusura “non negoziabili” peraltro già individuate con la precedente legge regionale sul commercio.
Avere regole certe e non interpretabili è l’unica maniera per garantire gli interessi di consumatrici e consumatori, lavoratrici e lavoratori, imprenditrici ed imprenditori.

Trieste, 19.07.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 27 giugno 2011

Sviluppi situazione Ferriera di Servola

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO: Sviluppi situazione Ferriera di Servola.-


TESTO
Premesso che nei giorni scorsi sui media locali è stato dato ampio rilievo alla difficile situazione che grava sullo stabilimento della Ferriera di Servola a Trieste in ragione della pesante situazione debitoria del gruppo Severstal (già Lucchini Severstal) che ne è proprietario e che potrebbe, a cascata, compromettere anche la futura esistenza della Sertubi (gruppo Duferco), che utilizza ghisa prodotta dalla Ferriera per la produzione di tubi;
Rilevato che da quanto riportato dai media la situazione dovrebbe comunque risolversi entro la settimana corrente e che in vari articoli riguardanti la situazione d’incertezza é stato posto l’accento che lo stabilimento di Servola sarebbe in attivo.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale chiede al Presidente della Giunta Regionale o all’assessore competente

1. Di sapere se vi siano, ad oggi, rilevanti novità sulla situazione complessiva riguardante il futuro destino della Ferriera di Servola e della Sertubi e di sapere se i riferimenti all’attivo rimarcati dalla stampa riguardano l’effettiva produzione o sono riferibili agli introiti garantiti dal CIP 6.

Trieste, 27 giugno 2011


Igor Kocijančič
Consigliere regionale e Presidente del Gruppo
La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 30 maggio 2011

Specificare contenuti proposte Regione FVG a Governo in merito a Superporto.-

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO: Specificare contenuti proposte Regione FVG a Governo in merito a Superporto.-


TESTO
Premesso che recentemente, in data 27 maggio 2011, la stampa locale ha presentato sommariamente i contenuti di una proposta che la Giunta regionale del FVG ha trasmesso o intende trasmettere al Governo nazionale allo scopo di ottenere uno specifico decreto legislativo per favorire la realizzazione del cosiddetto Superporto di Monfalcone;
Rilevato che, da quanto riportato dalla stampa, si evince che tra i contenuti della proposta vi sarebbe una serie di opere urgenti e necessarie al rilancio del sistema logistico del FVG, ma che non si fa alcuna menzione del Porto di Trieste né della piattaforma logistica, ancora in attesa di veder deliberato dal CIPE l’importo necessario all’avvio dei lavori;
Rilevato infine che appare quantomeno incerto l’assetto giuridico in base al quale il governo potrebbe procedere nel senso auspicato della Giunta regionale;

Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale chiede al Presidente della Giunta Regionale ed all’assessore competente

1. Di poter conoscere esattamente i contenuti della proposta in materia di Superporto che la Giunta regionale intende trasmettere al Governo nazionale, i motivi dell’esclusione del Porto di Trieste dal novero delle proposte e di sapere su quale presupposto giuridico verterà la nomina del commissario straordinario.

Trieste, 30 maggio 2011


Igor Kocijančič
Consigliere regionale e Presidente del Gruppo
La Sinistra L'Arcobaleno

giovedì 26 maggio 2011

“Antonione è un bugiardo opportunista”

La lettera che il candidato sindaco Antonione sta mandando alle triestine e triestini è un appello elettorale infarcito di menzogne. Non potendo contare su proposte e progetti non gli resta che il tentativo di emulazione del premier. Il pericolo per Trieste sarebbero cinque potenziali eletti di Rifondazione Comunista e di Sinistra e Libertà (riportato in grassetto). Poi inizia la sequela di menzogne:
Sono contrari alla modernizzazione dei collegamenti infrastrutturali (No Tav). Essere No Tav non significa essere contrari alla modernizzazione ed al miglioramento dei collegamenti infrastrutturali, lo abbiamo spiegato tante volte e continueremo a farlo.
Vogliono destinare improtanti risorse ai nomadi favorendoli nelle assegnazioni delle case e dei posti di lavoro(?) a scapito dei nostri ragazzi. Siamo sempre stati per l’integrazione di rom e sinti (chi sono i nomadi?) e le assegnazioni sono disposte in base a leggi regionali, peggiorate dai suoi alleati della Lega Nord e che l’Unione europea ha più volte impugnato.
Vogliono omologare le coppie omosessuali alla famiglia tradizionale sottreaendo così a quest’ultima importanti risorse. E’ universalmente risaputo che il Comune, anche in questo settore, non può far altro che applicare le norme statali e regionali. Menzogna colossale.
Vogliono realizzare indicazioni e insegne bilingui su tutto il territorio comunale con una spesa pubblica rilevantissima. Altra menzogna colossale. Anche i muri sanno che si tratta di applicare la legge nazionale 38/2001 e che le risorse sono già stanziate.
Possiamo immaginare che Antonione affidi a ghost writers improvvidi la stesura dell’ultimo appello elettorale, ma non che non dia almeno un’occhiata al testo.
Non ci sono altre possibilità: o è vittima di un ‘insolazione o è semplicemente un bugiardo opportunista che falsa la realtà.

Trieste, 26.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 25 maggio 2011

“Porto: strumentali le proteste di terminalisti, armatori e spedizionieri contro lo sciopero dei lavoratori portuali”

Sorprende alquanto che nessuna delle tante cassandre, tra questi Maneschi e Samer, che in questi giorni stanno prefigurando un futuro nero per il porto di Trieste, addossandone la colpa alle “conseguenze” dello sciopero dei lavoratori portuali, non abbia protestato all’inizio di febbraio di questo anno, quando Trieste era stata invasa dai TIR destinati alla Turchia che erano in attesa di imbarco nel nostro scalo perché in quei giorni il porto di Marsiglia era bloccato da uno sciopero dei portuali francesi (cfr. articolo di Paolo Rumiz dd. 12 febbraio 2011 su Il Piccolo).
Le inevitabili perdite di traffico ascrivibili allo sciopero di questi giorni in realtà sono state già recuperate, nel conteggio annuale, dall’eccezionale quanto inaspettato afflusso di mezzi pesanti in quelle giornate. Possiamo supporre che anche i terminalisti e gli imprenditori francesi del settore avranno previsto scenari grami e utilizzato toni apocalittici contro i lavoratori marsigliesi in sciopero.
Invece di dare la stura allo squallido gioco delle parti questi signori potrebbero spiegare le proprie responsabilità nel mancato rilancio di traffici, piuttosto che confidare sulla “durezza” degli scioperi francesi e greci per incrementare di qualche migliaio di TEU le proprie statistiche.
Intanto i portuali triestini, oltre alla solidarietà di molti scali italiani, hanno incassato anche la solidarietà dei colleghi di Capodistria e di Fiume. Giova rammentare che ai portuali di Capodistria negli ultimi anni era bastato minacciare lo sciopero per vedere accolte da Luka Koper tutte le richieste di aumento salariale e miglioramento delle condizioni di lavoro. I vertici del Porto di Capodistria non lo fecero perché mossi da ragioni filantropiche, ma perché ritennero fosse una soluzione preferibile alla possibile temporanea perdita di traffici.

Trieste, 25.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 24 maggio 2011

“Sulla vertenza Porto di Trieste”

Le vicende di questi giorni stanno mostrando il fallimento del “modello Trieste”: ossia una organizzazione del lavoro portuale fondata sulla sostanziale cancellazione della Compagnia, sulla frammentazione del lavoro (classificato impropriamente come articolo 16) realizzata attraverso decine di imprese messe in concorrenza le une con le altre.
Questo modello ha determinato la compressione salariale e la cancellazione di diritti scatenando quella che abbiamo chiamato la “guerra delle braccia”.
Nel Porto di Trieste sono autorizzate a operare diverse cooperative che vengono messe in concorrenza tra loro dai terminalisti i quali premono per l’abbassamento delle tariffe. Le tariffe concretamente applicate – aldilà di quanto formalmente stabilito – costituiscono la ragione principale della mancata applicazione del Contratto Unico dei Porti. Chi applica correttamente il contratto viene “strangolato”: questo è il caso della Cooperativa Primavera.
I terminalisti del Porto di Trieste non possono credere di competere a livello internazionale giocando esclusivamente sull’abbassamento dei salari e sulla cancellazione dei diritti dei lavoratori.
Si tratta di una concorrenza al ribasso che non produce nulla di positivo per nessuno: né per i lavoratori (le prime vittime di questo sistema), né per il Porto nel suo insieme, né per il territorio che rischia di perdere i vantaggi della presenza di un Porto funzionante e qualitativamente elevato.
L’efficienza di un Porto e la tutela piena dei lavoratori vanno di pari passo.
I sistemi portuali che si confrontano a livello internazionale fanno degli investimenti, della qualità dei servizi e della valorizzazione del lavoro portuale i loro punti di forza.
Per questo riteniamo che i principali soggetti in campo (Autorità Portuale, Istituzioni locali e Regione, soggetti imprenditoriali) debbano fare fino in fondo la loro parte trovando una soluzione concreta al problema del Porto di Trieste.
La soluzione va trovata con gli strumenti che già oggi la normativa fornisce ed in particolare nell’ambito delle possibilità offerte dall’articolo 17. Non entriamo nel merito tecnico delle varie opportunità fornite dall’articolo 17. Non ne escludiamo nessuna, purché siano funzionali alla tutela dei livelli occupazionali e in grado di garantire dignitose condizioni di lavoro ai lavoratori.
Non escludiamo nemmeno la soluzione alternativa a quella della gara, ossia la costituzione di una Agenzia (articolo 17) che, tra l’altro, avrebbe il merito di costituire un pool di prestazioni di lavoro il cui utilizzo sarebbe maggiormente garantito da un meccanismo di responsabilizzazione dei terminalisti stessi.
La soluzione esiste. Serve la volontà politica di realizzarla.

Trieste, 24.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

“Ballottaggi: non votate per l’uomo che scappa!”

Ha attinto al repertorio classico (“non lasciamo la città in mano ai comunisti”), ha rischiato di farsi “bruciare” da una Fiamma Tricolore forte dell’ 0,5% dei suffragi del primo turno e di non potersi apparentare proprio con nessuno, nemmeno con la Lega Nord.
Da ultimo, ha pensato bene di scappare dai giornalisti, che stavano semplicemente facendo il proprio mestiere. Ma un candidato sindaco che non sa fare niente di meglio che fuggire davanti a un po’ di giornalisti, cosa farà davanti a difficoltà ben più serie, nel malaugurato caso dovesse diventare sindaco?
Alle triestine ed ai triestini ci sentiamo di dare un solo consiglio: non votate per l’uomo che scappa.

Trieste, 23.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

sabato 7 maggio 2011

“Dopo ennesimo flop Superporto, a Trieste rimane l’emergenza del lavoro portuale.”

Era già tutto previsto, come cantava Cocciante. Noi l’abbiamo capito subito, ma nessuno dei media locali, né ieri né ieri l’altro ha ritenuto interessante pubblicare un comunicato di poche righe nel quale si spiegava senza tanti giri di parole di come l’incontro di mercoledì scorso a Roma - dal quale era uscito con grande clamore mediatico, il rilancio del progetto Unciredit per il cosiddetto Superporto di Trieste e Monfalcone – non fosse altro che una boutade elettorale.
Ieri abbiamo appreso che proprio mentre il Governo stava trattando il rilancio del progetto Unicredit e stava assumendo il solenne impegno, con i vertici di Unicredit e della Regione Friuli Venezia Giulia, di non finanziare altre infrastrutture portuali in Italia, il CIPE deliberava lo stanziamento di 106 milioni di euro a favore del progetto di isola off shore per il potenziamento del Porto di Venezia. Forse all’interno di quei 106 vi sono anche i 30 milioni promessi per la piattaforma logistica del Porto di Trieste. Tondo forse adesso avrà capito perché Brunetta non ha partecipato a quella riunione e non si è scomposto più di tanto…
E nell’attesa di conoscere le opinioni di candidati e dirigenti politici di rilievo regionale e nazionale in merito all’ennesima beffa ai danni di Trieste e Monfalcone, ci piacerebbe che qualcuno si occupasse anche dell’emergenza che ha colpito i lavoratori della cooperativa Primavera, secondo un copione già conosciuto, e non casuale, in base al quale era stata fatta fuori recentemente l’Impresa Portuale (ex Compagnia). Sembra che almomentoalcuni di loro verrebbero assorbiti dalla Compagnia Portuale di Monfalcone, che si troverebbe così ad operare nel Porto di Trieste. Probabilmente da un punto di vista tariffario la cosa risulterà più vantaggiosa per gli operatori, mentre dal punto di vista retributivo significherà un peggioramento per i lavoratori.
Ci sarebbe, come c’era anche ai tempi dell’uscita di scena dell’Impresa Portuale, circa due anni fa, una soluzione espressamente prevista dalla legge, che consentirebbe ai lavoratori attualmente in crisi di non diventare “esuberi”: ampliare in base alla legge 84/94 il novero di lavoratori ex art. 17. Dovrebbe essere un obiettivo perseguito in primis dall’Autorità Portuale, potrebbe (e dovrebbe) diventare una proposta condivisa e trasversale di tute le forze poltiche in questa città. Se non sarà così significa solo che del destino di questi lavoratori in realtà a nessuno importa nulla.

Trieste, 07.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

venerdì 6 maggio 2011

“Svelato l’arcano sul Superporto Unicredit”

“Svelato l’arcano sul Superporto Unicredit”

Svelato il mistero sull'asserita “improvvisa e forte valenza operativa” dell’accordo sottoscritto ieri a Roma sull’imminente “decollo” del Superporto Unicredit Trieste e Mionfalcone: tra dieci giorni ci saranno le elezioni amministrative a Trieste e Monfalcone, ma non a Venezia.
Casualmente assente dalla riunione romana il ministro Brunetta, sponsor del progetto di “porto isola off shore” per Venezia, che sicuramente sosterrà l’impegno, assunto dal Governo, di non finanziare altri progetti di infrastruttura portuale diversi da quello per Trieste e Monfalcone.
Il ministro Matteoli prevede di perfezionare e concludere la procedura per la definizione del progetto Unicredit entro l'estate.
Passata la festa (le elezioni), gabbato lo santo (Trieste, Monfalcone e tutti i creduloni).

Trieste, 05.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

sabato 30 aprile 2011

“Acegas Aps: associazione per stacchi (e pubblicità ingannevole)?”

C’è chi, non avendo niente di meglio da fare, come il candidato sindaco Franco Bandelli, scrive lettere aperte d’amore all’ACEGAS APS (“Acegas, ti amo”), ma c’è anche chi, come il gruppo di abitanti di Prosecco, assurti, loro malgrado, a protagonisti della cronaca in questi giorni per essersi visti bloccata l’erogazione dell’acqua nonostante i regolari pagamenti dei consumi, sicuramente non è nello stato d’animo adeguato per scrivere lettere d’amore alla multiutility della nostra città, che negli ultimi anni ha posto troppo spesso (o Estgas per essa) in atto l’odiosa pratica degli stacchi delle utenze (acqua, elettricità o gas).
In altra parte del giornale di ieri si apprende di come l’assemblea ACEGAS APS abbia deciso di procedere sulla strada della riduzione del pesante indebitamento (viene resa la cifra di 345 milioni di euro) decidendo di destinare solo parte dell’utile netto, più che raddoppiato rispetto al 2009 (9,8 milioni su 22) al dividendo da distribuire ai soci, destinando il rimanente (12 milioni) al contenimento del debito. Il presidente Paniccia e l’AD Pillon esprimono grande soddisfazione. “il nostro indebitamento non solo è in linea con la media, ma è addirittura migliore”. Significa forse che il debito è miniore o maggiore?
L’Acegas Aps è la dimostrazione, nei fatti, della degenerazione provocata dalla privatizzazione delle ex municipalizzate, un vero caso scuola. Non solo non risponde più ai legittimi proprietari (Comuni di Trieste e Padova, quindi noi cittadini tutti) ma solo all’assemblea degli azionisti, come avevamo tentato di spiegare invano fin dal 1997, prima che fosse quotata in borsa, non solo persegue unicamente profitti causando pesanti disagi ai cittadini in difficoltà (stacchi), ma riesce anche a promuovere campagne pubblicitarie ingannevoli, quelle che negli Stati Uniti d’America sarebbero legalmente perseguite per non corrispondenza con la veridicità. Molti saranno certamente incappati nei graziosi manifesti in cui compaiono personaggi cittadini più o meno illustri e semplici cittadini (dipendenti, personaggi non pubblici) dietro a dei cassonetti sotto i quali capeggia la scritta “Facciamo la differenza. Città pulita, più qualità di vita.” C’è qualche cittadino che possa affermare che negli ultimi dieci anni Acegas abbia migliorato la qualità dei propri servizi? Non crediamo proprio, ma saremmo lieti di ricevere smentite.
L’esecrabile condotta che Acegas Aps sta mettendo in atto in questi ultimi tre anni a fronte di servizi erogati sempre più scadenti sarebbe un contenuto sul quale ci piacerebbe si pronuncino, assumendosi precisi impegni, i candidati sindaci. E’ proprio uno di quei temi “da Comune e di competenza del Sindaco”. Sarà per questo che nessuno dei candidati ne parla, preferendo solenni sproloqui su leggi speciali necessarie per il rilancio di Trieste, che come noto, non competono né al Sindaco né al consiglio comunale?
Trieste, 29.04.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

venerdì 29 aprile 2011

Interrogazione su TAV TAC tracciato Mestre Trieste

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO: Richiesta di chiarezza su TAV/TAC sul tracciato Mestre – Trieste.-


TESTO
Premesso che recentemente (precisamente in data 26 aprile 2011) la stampa locale riportava la notizia che, nell’ipotesi sia realizzato l’attuale progetto preliminare TAV/TAC - le velocità d’uso previste da RFI sul tratto Ronchi – Trieste non supereranno i 60 km/h, velocità inferiori di quelle sviluppate attualmente sul tracciato esistente;
Rilevato che in data 29 aprile “Il Piccolo” pubblicava l’intervista con l’ing. Mauro Moretti, ad di Trenitalia che in sostanza dichiarava che la linea TAV/TAC Venezia – Trieste non sarà mai realizzata per insufficienza di “massa critica” di potenziali bacini passeggeri e che per i traffici di merci ed i treni ad alta capacità sarebbe opportuno privilegiare la linea Pontebbana, attualmente utilizzata al 10 – 15% delle potenzialità;
Dato atto che quanto sopra riportato rende sostanzialmente vani ed inutili tutti i progetti preliminari finora presentati e, soprattutto, a parere dello scrivente, pone un problema di responsabilità civile ed etica da parte di tutti quei soggetti istituzionali che in questi ultimi anni hanno avallato e spinto per la progettazione del cosiddetto tracciato per l’alta velocità sprecando, di fatto, ingenti risorse pubbliche in progetti che alla luce di quanto dichiarato dall’AD di Trenitalia non saranno mai realizzati su territorio regionale;

Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere regionale chiede al Presidente della Giunta Regionale ed all’assessore competente

1. Di conoscere, alla luce della posizione molto chiara di Trenitalia ed RFI in merito alla TAV/TAC, quali siano le intenzioni ed i programmi alternativi che la Giunta regionale intende assumere per lo sviluppo futuro dell’infrastruttura ferroviaria nella nostra regione.


Trieste, 29 aprile 2011


Igor Kocijančič

Consigliere regionale e Presidente del Gruppo
La Sinistra L'Arcobaleno

“TAV/TAC: avevamo ragione noi”

Dopo la recente pubblicazione della notizia che, nell’ipotesi fosse realizzato l’attuale progetto preliminare TAV/TAC - le velocità d’uso previste da RFI sul tratto Ronchi – Trieste non supereranno comunque i 60 km/h, e quindi anche in galleria i treni viaggerebbero a velocità inferiori di quelle sviluppate attualmente sul tracciato esistente, dopo quanto dichiarato nell’intervista di ieri rilasciata a “Il Piccolo” dall’ing. Mauro Moretti, AD di Trenitalia che in sostanza ha dichiarato che la linea TAV/TAC Venezia – Trieste non sarà mai realizzata per insufficienza di “massa critica” di potenziali bacini passeggeri e che per i traffici di merci ed i treni ad alta capacità sarebbe opportuno privilegiare la linea Pontebbana, attualmente utilizzata al 10 – 15% delle potenzialità.
Tutto ciò, oltre a rendere sostanzialmente vani ed inutili tutti i progetti preliminari finora presentati, aprire un problema di responsabilità etica e civile di chi ha acriticamente sostenuto in questi anni quel tipo di progettazione impattante, dimostra che avevano ragione quanti - il nostro partito tra questi, i comitati territoriali No TAV, le associazioni ambientaliste, tutti i soggetti qualificati intervenuti sul tema - avevano espresso perplessità, criticità e soprattutto avevano coerentemente sostenuto, fin dall’inizio, che sarebbe stato sufficiente adeguare e migliorare il tracciato esistente. Dopo anni di discussioni e milioni di euro pubblici spesi per progetti costosi e di difficile realizzazione, lo confermano, in sostanza, anche le ultime dichiarazioni di RFI e Moretti.

Trieste, 29.04.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

giovedì 28 aprile 2011

“PortoVecchio: niente merci ma molte parole alla rinfusa”

Si continua a parlare, molto e molto a sproposito del Porto (Nuovo e Vecchio) di Trieste. Sulle vicende del Porto Vecchio sarebbe ora di smettere l’odiosa pratica di estrarre casualmente dal cilindro frasi, o meglio luoghi comuni, che in questi anni sono stati utilizzati dai vari contendenti in campo. Per questo motivo vale la pena tentare di riordinare per importanza gli argomenti aperti e di rispondere ad alcune domande rimaste inevase.
L’area del Porto Vecchio nacque a sola ed unica vocazione portuale con lo sviluppo del porto impresso da Maria Teresa nel periodo austroungarico. Affermare che quel territorio va restituito alla città è una bufala colossale, perché non c’è mai stata “città” in quei luoghi prima della lro trasformazione in porto. Non esiste quindi un riferimento precedente e a riprova delle nostre affermazioni richiamiamo l’attenzione sugli edifici esistenti. Sono dei grandi magazzini edificati su vari piani, come si usava secoli fa nei porti, ma non vi sono edifici che richiamino ad una urbanizzazione precedente all’insediamento portuale, che sarebbe tutta da inventare. Chiarito questo punto possiamo formulare la prima domanda: “Cosa scegliere tra un futuro ancora portuale e una ricostruzione – recupero che comporta evidenti rischi di speculazione edilizia?”
I porti moderni non trattano solo container, un porto ben organizzato deve mantenere varie quote anche nelle merci che non viaggiano nei container e quindi rinfuse ed altre voci. Ad esempio, per Trieste, n termini di volumi di traffico complessivo nessuno può minimizzare il ruolo dell’oleodotto.
Il Porto Vecchio potrebbe essere ancora interessante per questo tipo di traffici e di merci? Certo, andrebbe ripristinato il collegamento ferroviario con la vicina stazione Centrale e create le condizioni per lo sviluppo dei più moderni collegamenti tra ferrovia, rete autostradale e traghetti. Proviamo solo a immaginare le potenzialità di un collegamento turistico, che permetta di arrivare dal Nord Europa in Grecia con la propria automobile, ma avendo viaggiato prima su ferrovia e poi su traghetto fino a destinazione.
Continua inoltre ad operare nell’area del Porto Vecchio, anche se con difficoltà, la grande struttura dell’Adriaterminal che non ha gli handicap dei magazzini multipiano di concezione asburgica e può contare su fondali che su quel lato della costa sono di tutto rispetto e sottoutilizzati.
La vicenda del possibile riutilizzo del Porto Vecchio nasce molti anni fa con vari titoli, dal campus universitario ad altre ipotesi, ma in tutti questi progetti era (ed è) evidente l’interesse dei costruttori e della rendita immobiliare. La parentesi dell’Expo era stata vista come una scorciatoia praticabile per sgombrare il campo degli ostacoli e probabilmente è lo stesso “movente” che sta alla base della paventata sospensione dei divieti per l’utilizzo delle aree per la Biennale. Per quanto riguarda l’Expo invitiamo la categoria di “nostalgici assertori delle occasioni perdute” ad andare a visitare la cattedrale nel deserto con annesso bilancio negativo dell’Expo di Saragozza (il bilancio della manifestazione spagnola è in profondo rosso: un milione e mezzo di visitatori in meno rispetto alle previsioni e circa 30 milioni di euro di perdite. Fonte Corriere della Sera - 13 settembre 2008 ).
Altra storia emblematica e simbolica dei tentativi di “mettere le mani sul Porto Vecchio” alla faccia della dichiarata “restituzione” all’interesse cittadino, ci riporta a nomi ricorrenti nelle cronache di questi anni e più recenti: Marina Monassi , Luciano Maneschi , Evergreen . E’ storia recentissima la prima sentenza riguardante il canone d’affitto irrisorio applicato a Greensisam per i primi cinque anni della concessione di cinque magazzini in Porto Vecchio.
Avevamo ritenuto inopportuna la nomina della dott.ssa Monassi a Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste anche perché era in corso un procedimento per danno erariale nei suoi confronti.
Prendiamo atto del giudizio favorevole alla Presidente Monassi e al Segretario Generale Gurrieri, ma a questo punto dobbiamo chiederci quale sia stata la parte inadempiente del contratto. Gli accordi sono firmati da almeno due soggetti. A fronte di un ridottissimo canone d’affitto annuale (296 euro), il concessionario aveva assunto precisi impegni di intervento che al momento non sembra siano stati realizzati. Ora risulta ancora più deleteria e criticabile, come stiamo facendo da anni, la decisione di affidare all’interno del Porto Vecchio una concessione della durata di novanta anni ad un soggetto che possiamo presumere inadempiente già nella fase iniziale della concessione.
Ci stiamo riferendo alle diverse società che si possono collegare ad Evergreen ed in particolare a Maneschi. Esistono impegni chiari per realizzare, come era stato promesso, un centro operativo Evergreen per il Mediterraneo ed il Sud Europa all’interno del Porto Vecchio? Sono stati presentati progetto e relativi impegni finanziari per il raddoppio del Molo VII o siamo sempre fermi alla fase di pubblicità e propaganda?
Per la gestione dell’Interporto di Cervignano, anch’esso diretto da una società collegata a Maneschi (oggetto di una mia recente interrogazione in consiglio regionale) la regione dovrà bandire una nuova gara visto che la gestione Maneschi maneschi non ha avuto successo, malgrado i molti denari pubblici investiti dalla Regione per il rilancio dell’Interporto di Cervignano.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, denunciamo il ruolo delle società riconducibili a Maneschi nella crisi che colpisce i lavoratori portuali e le loro cooperative, visto il mancato adeguamento delle tariffe e la continua corsa al ribasso del costo del lavoro perseguita da terminalisti ed operatori portuali. In questo contesto appaiono gravissime le affermazione del Segretario Guerrieri, che minaccia i portuali di far venire a lavorare al Porto di Trieste manodopera da tutta Europa per piegare le giuste richieste dei lavoratori portuali triestini. I lavoratori di molti scali europei (quelli che molto spesso si citano come modelli di efficienza ed efficacia), sicuramente non verrebbero, né verrebbero i lavoratori del Porto di Capodistria, gruisti in testa, ai quali negli ultimi anni è bastato minacciare lo sciopero per vedere accolte da Luka Koper tutte le richieste di aumento salariale e miglioramento delle condizioni di lavoro. Evidentemente il dott. Guerrieri ha un’idea di Europa ristretta alle ormai poche realtà nazionali nelle quali i lavoratori portuali hanno trattamenti peggiori di quelli italiani (www.kocijancic.blogspot.com).

Trieste, 28.04.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

giovedì 17 febbraio 2011

paventata chiusura del corso di laurea di scienze della formazione primaria all’Università degli Studi di Trieste

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA REGIOANLE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: paventata chiusura del corso di laurea di scienze della formazione primaria all’Università degli Studi di Trieste.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che, a pochi anni di distanza dalla soppressione del corso di laurea di scienze dell’interculturalità, si starebbe paventando, per asserita mancanza di risorse umane e finanziarie, la chiusura del corso di laurea di scienze della formazione primaria presso l’Università degli Studi di Trieste, nell'ambito la quale si effettuavano anche i corsi di abilitazione per insegnanti ed educatori;
Preso atto che tale eventualità deriverebbe esclusivamente da ragioni riconducibili ai tagli causati dalla “Riforma Gelmini”, che. nella fattispecie priverebbero l’ateneo triestino delle risorse necessarie a promuovere un nuovo corso di laurea quinquennale in scienze della formazione primaria;
Rilevato che tale eventualità apre seri interrogativi anche in ordine alla permanenza, a Trieste, dell’anno aggiuntivo di tirocinio pratico destinato agli insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori;
Ritenuto che, ove ciò avvenisse, nella nostra regione l’unica sede universitaria con corso di laurea in scienze della formazione primaria rimarrebbe l’Università di Udine;
Rilevato che tutto ciò rischia di penalizzare fortemente non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti e gli educatori che dovrebbero obbligatoriamente rivolgersi esclusivamente all’Università di Udine per accedere ai corsi di abilitazione professionale ed anche ai tirocini formativi per futuri insegnanti presso le scuole d’istruzione primaria di primo e secondo grado e d’istruzione secondaria;
Rilevato che presso l'Università di Trieste, in base alla Convenzione, sottoscritta dalla Regione Autonoma Friuli - Venezia Giulia, dalle Università della regione e della Repubblica di Slovenia in data 22 marzo 2002 ai sensi dell’art. 17, comma 98 della legge 15 maggio 1997, n. 127, sono stati attivati dei percorsi di formazione in lingua slovena a favore degli insegnanti che fanno capo alle scuole statali con lingua di insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno-italiano nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia;
Considerato che nell'eventualità della chiusura del Corso di laurea in Scienze della formazione primaria tale patrimonio di esperienze rischierebbe di andare disperso;

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga il competente assessore regionale per sapere

1. Se corrisponde al vero che presso l’Università degli Studi di Trieste si starebbe paventando, per asserita mancanza di risorse umane e finanziarie, la chiusura del corso di laurea presso la facoltà di scienze della formazione primaria;
2. Se non ritenga che il rischio di chiusura andrebbe scongiurato proprio per evitare a studenti, insegnanti ed educatori i disagi evidenziati in premessa;
3. Se sia possibile attingere le risorse finanziarie necessarie a scongiurare la paventata chiusura con un utilizzo ad hoc dei fondi assegnati alla recente L.R. 97/2011 “Finanziamenti al sistema universitario regionale”.

Trieste, 17 febbraio 2011
Igor Kocijančič

mercoledì 16 febbraio 2011

“Terzo mandato e quaquaraquà ”

La recentissima reiterazione della manifestazione d’intenti o di “riflessione sulla possibilità” di togliere con apposita norma regionale il limite dei due mandati consecutivi anche ai sindaci dei comuni capoluogo di provincia e di abrogare il doppio turno, dimostra semplicemente che ha ragione chi sostiene che con questo centro destra, anche a livello regionale, bisogna sempre tenere alto il livello di tensione e di attenzione, perché pur di risolvere i propri problemi interni di fase sarebbe capace anche di contrabbandare qualsiasi porcheria come “ragionamento che riguarda una posizione non finalizzata al contingente o a interessi di parte”.
A questo punto urge verificare nei fatti se in questa composita maggioranza, oltre al PdL vi siano uomini, mezzi uomini o semplici quaquaraquà. Se Lega Nord ed UDC dovessero repentinamente rivedere e mutare le proprie posizioni e convinzioni, quelle stesse che hanno impedito in sede di finanziaria regionale che terzo mandato e turno unico rientrassero nel cosiddetto pacchetto degli asseriti tagli ai “costi della politica”, allora dovremmo trarre tutti alcune semplici conclusioni: che è proprio vero che solo i paracarri non cambiano idea, ma anche che nel consiglio regionale vi sono pochi uomini, molti mezzi uomini e decisamente troppi quaquaraquà.

Trieste, 16.02.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

E’ vero che sarà necessario pubblicare un nuovo avviso pubblico e ripetere l’intero procedimento di VIA relativo al progetto TAV/TAC?

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE ALLA GIUNTA REGIOANLE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: E’ vero che sarà necessario pubblicare un nuovo avviso pubblico e ripetere l’intero procedimento di VIA relativo al progetto TAV/TAC? .-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che sono attualmente in corso, in molti luoghi del territorio regionale, assemblee pubbliche e riunioni promosse da amministrazioni pubbliche o anche da semplici ed informali comitati e gruppi di cittadini, che hanno lo scopo di analizzare gli elaborati ed informare riguardo all’ultima versione del progetto di TAV/TAC che interessa la nostra regione, con particolare riguardo alle tratte Portogruaro – Ronchi dei Legionari e Ronchi dei Legionari Trieste;
Rilevato che in un recente telegiornale di Telefriuli è stata data “in apertura” la notizia che il Ministero per i Beni Culturali avrebbe confermato la necessità di ripubblicazione dell’avviso pubblico e di riavvio dell’intera procedura di VIA relativa al progetto TAV/TAC per mancanza di contraddittorio, come a suo tempo pubblicamente segnalato dal Comitato Friuli Rurale;
Rilevato inoltre che tale decisione deriverebbe dalla mancata pubblicazione del progetto e relativa documentazione sul sito del Ministero dell’Ambiente oltre all’oggettiva difficoltà di reperimento di detto materiale presso le amministrazioni locali;


Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga il competente assessore regionale per sapere


1. Se corrisponde al vero quanto rivelato nell’edizione del telegiornale di Telefriuli indicata in premessa.
2. Come intenda procedere l’amministrazione regionale del FVG in proposito, con particolare riguardo alle tratte citate in premessa..
3. Quali saranno le conseguenze pratiche di quanto riportato nell’edizione di telegiornale in argomento.

Trieste, 14 gennaio 2011
Igor Kocijančič

venerdì 11 febbraio 2011

“Superporto Unicredit e giochi di parole”

Siamo alle solite. In due giorni siamo riusciti a passare da affermazioni definitive (Sfuma progetto Superporto: Unicredit abbandona Trieste e Monfalcone e punta su Capodistria corroborate dal rinvio della “firma sull’intesa” tra Stato e Regione FVG prevista dapprima per venerdì 11 febbraio e poi rinviata a data da destinarsi) al ritorno di spiragli “possibilisti” (Il Governo offre intese sul superporto) viziati da incognite veneziane (legge speciale “Brunetta” per un superporto “insulare” al largo di Venezia con piattaforma logistica a Marghera). E’ bene rimettere in fila i fatti e tentare, per l’ennesima volta, la ricostruzione di un quadro reale e realistico, scevro da semplici e pure manifestazioni d’intento basate sul nulla, o peggio, su speculazioni elettorali.
Innanzitutto va specificato che gli interventi governativi “promessi” per il Nord Adriatico hanno caratteristiche diverse, tali da permettere la fiera degli equivoci e di giochi di parole in libertà costruiti ad arte dalle attuali maggioranze di governo (nazionale, regionale e comunale) ed alle quali stiamo assitendo da parecchi mesi.
Per quanto riguarda lo scalo triestino va ribadito che l’intervento aggiuntivo alle risorse già stanziate dall’Autorità Portuale (presidenza Boniciolli) per la costruzione della piattaforma logistica è finora l’unica cosa certa e concreta, mentre il CIPE continua a negare, nei fatti, i trenta milioni di euro necessari per l’avvio dei lavori e la Regione FVG è riuscita miracolosamente a liberare ulteriori risorse (5 milioni di euro) da destinare allo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria solo dopo la nomina della nuova Presidente.
Per quanto riguarda il cosiddetto superporto Monfalcone-Trieste, Unicredit ha posto alcune condizioni per “prestare” i soldi e pretende sia lo Stato, con vari interventi, a investire almeno 300 milioni di euro prima di aprire i cordoni della propria borsa. Da rilevare che stiamo parlando di un grande gruppo bancario, che persegue in senso generale il conseguimento di profitti ed in particolare gli interessi dei propri azionisti. Un grande gruppo bancario multinazionale che non dovrebbe avere né “mission” né vocazione alcuna nel campo della programmazione infrastrutturale e portuale italiana, anche se, preso atto dell’inaudita assenza del governo in questo campo, come in quello della programmazione di infrastrutture ferroviarie al servizio dei traffici merci, qualcuno potrebbe anche essere portato a pensare il contrario. E’ per questo e su questo che avevamo recentemente già evidenziato l’impatto disastroso che questo progetto potrebbe avere sul Porto di Trieste. Le condizioni poste da Unicredit però non si fermano qui. Infatti il colosso ha avanzato anche la pretesa che NON vi siano ulteriori interventi concorrenziali da parte dello Stato nel Nord Adriatico, pretendendo una sorta di monopolio a garanzia del proprio investimento, con buona pace delle norme europee sulla libera concorrenza.
E’ in questo preciso contesto che la bozza di legge speciale per il Veneto, che verrà presentata al Consiglio dei Ministri dal ministro Brunetta, nasconde il finanziamento statale al proprio porto istituendo di fatto una speciale “autonomia finanziaria” per decreto ed al solo servizio di Genova. In parole povere non si chiede che lo Stato versi dei soldi ma di poter trattenere una percentuale dell’1% sui traffici e di utilizzare quelle risorse per finanziare ciò che potrebbe servire ad ulteriori sviluppi infrastrutturali dello scalo veneziano. In questo modo eviterebbero di trovarsi nell’attuale situazione triestina, con il CIPE che continua a negare il finanziamento per la piattaforma: a loro non potrebbe succedere, perché tratterrebbero i soldi alla fonte.
Tutto ciò, ove passasse, non potrebbe non provocare una vera e propria “insurrezione” in tutti gli altri porti di interesse nazionale, anche perché il disegno di legge di riforma portuale esistente finora discusso in sede di competenti commissioni nei due rami del Parlamento non prevede alcun reale meccanismo di autonomia finanziaria per i porti, si dice per espressa volontà del ministro Tremonti, che molto probabilmente non potrebbe reggere “un fronte del porto nazionale” se il governo davvero concedesse tali e tanti vantaggi unicamente al Porto di Venezia.
Questa sono le vere ed uniche ragioni per le quali, quando si “entra nel merito” è bene riflettere in modo approfondito, essendo consapevoli di trovarsi in presenza di manovre diversive che per ora riescono a sortire l’unico effetto concreto nell’impedire che i progetti di sviluppo già approvati e quindi attuabili in tempi ragionevoli al Porto di Trieste restino al palo.
Chi continua a propugnare la tesi che in questo lembo di Adriatico in un futuro non tanto prossimo si potrebbero avere 3 milioni di teu a Venezia, 3 a Monfalcone/Trieste ed altri 3 magari a Ravenna, per tacere di Capodistria (più di quanto fanno tutti i porti italiani messi assieme) o non sa di cosa sta parlando, o è un perfetto idiota, oppure, cosa molto più probabile, è in profonda malafede.

Trieste, 11.02.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

venerdì 4 febbraio 2011

la Regione FVG finanzia corsi di formazione dello IAL per i lavoratori di FIAT Auto Serbia a Kragujevac ?

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: corrisponde al vero che la Regione FVG finanzia corsi di formazione dello IAL per i lavoratori di FIAT Auto Serbia a Kragujevac?-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che recentemente sono purtroppo assurti agli onori della cronaca varie ipotesi di malversazione e di utilizzo improprio di ingenti risorse finanziarie erogate dalla Regione FVG ad alcuni enti ed associazioni, attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria;
Rilevato che in base a quanto riportato in un volantino sindacale diffuso dall’Alpis – Zujst FVG si apprende che la Regione FVG, che non ha ritenuto di reperire le risorse necessarie a chiudere l’intesa sul Comparto Unico come auspicato dalla maggior parte delle OO.SS. - avrebbe stanziato un importo superiore ad un milione di euro per corsi di formazione che lo IAL dovrebbe organizzare in Serbia, nella fattispecie nella città di Kragujevac, per i lavoratori dell’ex Zastava, attualmente FIAT Auto Serbia;
Dato atto che in base a quanto comunicato recentemente ai mezzi di comunicazione dallo Samostalni Sindikat di Kragujevac affiliato alla JSO (Jedinstvena Sindikalna Organizacija) - maggior sindacato presente all’interno dello stabilimento già Zastava ed attualmente FIAT Auto Serbia – La FIAT Auto Serbia che si era impegnata con il governo serbo ad occupare entro il 2012 ben 2500 dipendenti (al 31.12.2010 i dipendenti di FIAT Auto Serbia erano 1120, 1592 quelli di Zastava Auto di proprietà pubblica) ha finora assorbito una minima parte dei 1592 dipendenti di Zastava Auto ritrovatisi in mobilità dal 5 gennaio 2011, data in cui il governo serbo ha deciso di chiudere Zastava Auto;
Rilevato che dei 1592 lavoratori in argomento solo 53 sono stati assunti da FIAT Auto Serbia, 60 sono stati impiegati nell’ambito delle attività produttive residuali di Zastava AD, 10 lavoratori ricorreranno al prepensionamento, mentre sono ben 1349 i lavoratori sui quali incombe totale incertezza circa la propria futura collocazione;
Preso atto del fatto che per tutti i 1349 lavoratori indicati (salvo i casi di invalidità e di prossimità alla quiescenza, stimabili in alcune decine di unità) si prevede l’entrata in mobilità e l’utilizzo delle poche indennità e delle poche e scarse misure di ammortizzazione sociale attualmente previste in Serbia (indennità mensili di disoccupazionevicine ai 200 euromensili per il prossimo biennio e poi niente);
Rilevato infine che la FIAT non sta attuando alcuno degli impegni assunti pubblicamente e recentemente “reclamizzati” anche in Italia (investimenti di 940 milioni di euro e trasformazione dello stabilimento di Kragujevac nel più grande polo automobilistico di tutto l’Est Europa e dei Balcani – 30.000 posti di lavoro garantiti tra FIAT ed indotto);
A fronte dell’evidente ed enorme “risparmio” di risorse finora ottenuto da FIAT, che ha utilizzato solo i finanziamenti pubblici messi a disposizione del governo serbo e, sembra, si stia accingendo all’utilizzo dei fondi della Regione FVG per non meglio specificati corsi di formazione, a fronte dei più di 900 lavoratori già formati ed esperti che non sembra intenzionata ad assorbire;

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente per sapere

1. Corrisponde al vero quanto riportato nel volantino sindacale diffuso dall’Alpis – Zujst FVG su stanziamenti superiori ad un milione di euro per corsi di formazione previsti nella città di Kragujevac, per i lavoratori dell’ex Zastava, attualmente FIAT Auto Serbia?
2. Corrisponde al vero che sarà lo IAL FVG, istituto prossimo ad un’importante organizzazione sindacale ad organizzare detti corsi di formazione?
3. Non ritiene il Presidente Tondo che a fronte di pubblici impegni del tutto disattesi e soprattutto dell’inqualificabile condotta fin qui tenuta dalla FIAT soprattutto nei confronti dei lavoratori serbi, sia del tutto inopportuno che una pubblica istituzione, in questo caso la Regione FVG, finanzi con risorse proprie tali corsi di formazione?

Trieste, 3 febbraio 2011
Igor Kocijančič

venerdì 28 gennaio 2011

macroscopici errori di traduzione in lingua slovena nell’opuscolo riguardante la Convenzione sui diritti dell’infanzia.......

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE AL COMPETENTE ASSESSORE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: macroscopici errori di traduzione in lingua slovena nell’opuscolo riguardante la Convenzione sui diritti dell’infanzia pubblicato dall’Ufficio del tutore Pubblico dei minori della Regione FVG.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso di aver recentemente preso visione della versione tradotta in lingua slovena dell’opuscolo riguardante la Convenzione sui diritti dell’infanzia pubblicato dall’Ufficio del tutore Pubblico dei minori della Regione FVG e già distribuito in alcune scuole con lingua d’insegnamento slovena della provincia di Trieste;
Rilevato, anche da una prima sommaria lettura, della presenza di macroscopici errori di trascrizione e traduzione nel testo redatto in sloveno;
Rilevato che anche dopo lettura più approfondita risulta che la traduzione in sloveno riportata nell’opuscolo sia peggiorativa rispetto al testo ufficiale vigente in lingua slovena e già disponibile su svariati siti informatici;
Ritenuto che quanto segnalato, al di là della pessima qualità della traduzione, riveli un preoccupante atteggiamento di incuria e di svilimento della lingua slovena;
Preso atto che la traduzione in sloveno è stata conferita alla società Serling scarl;

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga la Giunta regionale per sapere se

1. Al riguardo, siano già pervenute segnalazioni sull’inadeguatezza della traduzione in lingua slovena.
2. Alla luce di quanto accaduto non ritenga opportuno ritirare dalla distribuzione la versione slovena dell’opuscolo in argomento.
3. Intenda promuovere, ed in quali forme, azione di rivalsa nei confronti della Serling scarl, che oltre ai macroscopici errori di traduzione evidenziati in premessa ha indubbiamente causato anche un notevole danno d’immagine alla Regione FVG.

Trieste, 28 gennaio 2011
Igor Kocijančič

Rischi pendenti per Porto Trieste dopo nomina nuovo Presidente APT.

Primo interpellante: Igor Kocijančič
Gruppo politico: S.A – Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Consigliere proponente: Igor Kocijančič
Presentata il: 28.01.2011
Oggetto:
Rischi pendenti per Porto Trieste dopo nomina nuovo Presidente APT.

Testo:
Premesso che una precedente interrogazione del sottoscritto sull’argomento ha avuto come unica risposta il proseguimento del percorso amministrativo che ha portato alla nomina della dott.ssa Monassi a Presidente dell’Autorità portuale di Trieste
Rilevato che la mancata motivazione e il giusto approfondimento della materia in questione, che lo scrivente continua a ritenere necessari, e quindi la decisione assunta di procedere in ogni caso alla nomina, in assenza di una discussione pubblica e istituzionale, non può che comportare, nel prossimo futuro, un ulteriore aggravamento della situazione.
Constatato che tale modo di procedere conferma la convinzione dello scrivente sul fatto che il Presidente della Regione abbia agito in tal senso per motivi di equilibri interni alla maggioranza e non nell’ottica di effettuare una scelta appropriata per lo sviluppo del Porto di Trieste.
Richiamate brevemente alcune contraddizioni, tuttora esistenti e niente affatto superate che la nomina in questione comporta:
1) il ruolo di vicepresidente dell’Unicredit Corporate Banking ancora ricoperto dalla dott.ssa Monassi permetterà alla stessa, in veste di presidente dell’AP di Trieste, di esprimere una valutazione equilibrata del Progetto Unicredit relativo al cosiddetto superporto ?
2) nel quadro delle attuali posizioni coperte nella mappa dirigenziale della città di Trieste il Presidente della Regione non ritiene vi sia un eccessivo accentramento di potere nella persona della dott.ssa Monassi che risulta ricoprire il doppio incarico di Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste e di Direttore generale di AC.E.GA.S. APS ?
3) il comma 5° dell’art. 2393 del c.c., prevede la revoca dall’ufficio degli amministratori di Società per Azioni sottoposti ad azione di responsabilità e quindi la loro immediata estromissione dalla SpA. Nello specifico l’azione di danno erariale altro non è se non un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. In altre parole pende sulla neo nominata Presidente dell’APT la possibilità di rimozione dall’incarico almeno fino al pronunciamento della Corte dei Conti nel procedimento che la riguarda direttamente.

Tutto ciò considerato e premesso il sottoscritto consigliere regionale

Interpella il Presidente della Regione FVG per sapere se e come intenda porre rimedio alle varie contraddizioni descritte in premessa, che, lungi dal permettere scelte e iniziative in favore del Porto e della città di Trieste, rischiano di congelarne l’attività e di consegnare il Porto ad un lungo periodo di incertezza, instabilità ed immobilità.

Il consigliere regionale PRC – SE/Sinistra Arcobaleno
Igor Kocijančič

martedì 18 gennaio 2011

in relazione all’ultima versione del progetto TAV riguardante le tratte Venezia – Ronchi e Ronchi - Trieste.-

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE
DELLA REGIONE FVG O AL COMPETENTE ASSESSORE

OGGETTO: problematiche inerenti la presentazione dello studio di valutazione d’incidenza ambientale in relazione all’ultima versione del progetto TAV riguardante le tratte Venezia – Ronchi e Ronchi - Trieste.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che, tra le festività di natale e capodanno le testate di stampa ed i media locali hanno dato ampio risalto al fatto che è stato depositato presso l’UE - prima della scadenza del 31.12.2010 - il progetto preliminare per la linea ferroviaria ad AV/AC Venezia – Ronchi – Trieste redatto da Italferr e RFI, salvaguardando così la possibilità di attingere ai fondi europei per finanziare il progetto in argomento;
Rilevato che a inizio gennaio del corrente anno le testate di stampa ed i media locali hanno evidenziato che il progetto preliminare era stato consegnato alle amministrazioni locali che avranno 60 giorni di tempo per l’esame degli elaborati e la formulazione di osservazioni, proposte, correzioni ed integrazioni;
Atteso che alcune organizzazioni ambientaliste, nella fattispecie il WWF regionale, hanno già evidenziato alcune criticità, quali la suddivisione in quattro tronconi di un tracciato unico che potrebbe falsare le procedure di VIA, la mancanza di alcuni elaborati prescritti ed indispensabili per un’esaustiva valutazione del progetto, lamentando, nel contempo l’insufficiente trasparenza del processo valutativo e la limitazione della partecipazione delle comunità locali e dei cittadini;
Rilevato inoltre che allo scrivente risulta che il progetto in questione non è stato trasmesso al servizio competente alla valutazione d’incidenza ambientale presso la Direzione regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestali;
Preso atto che in molte realtà territoriali sono già in corso o in predisposizioni iniziative pubbliche di informazione o di approfondimento del progetto preliminare in argomento

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga la Giunta regionale per sapere

1. Se sia a conoscenza delle criticità evidenziate dal WWF regionale indicate in premessa e come intenda intervenire in merito ai rilievi esposti;
2. Se corrisponda al vero che il progetto preliminare sia stato depositato solo presso la Direzione regionale all’Ambiente e non ancora trasmesso al servizio competente alla valutazione d’incidenza ambientale presso la Direzione regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestali che

Trieste, 18 gennaio 2011
Igor Kocijančič