mercoledì 1 agosto 2012

“Ferriera, o delle occasioni perdute.”


C’è di che rimanere esterrefatti a leggere i resoconti giornalistici dell’assemblea di martedì scorso dei lavoratori di Ferriera e Sertubi, che per l’ennesima volta producono, insieme a tutte le organizzazioni sindacali, un documento contro l’inerzia della politica e per la prosecuzione dell’attività anche dopo il 2015. Arrivano anche a contraddire se stessi, chiedendo un tavolo, l’ennesimo. Come se sul problema ferriera non ci fossero e non ci fossero stati decine di tavoli istituzionali, come se al Ministero per lo sviluppo economico ed a quello dell’ambiente ignorassero il problema, come se gli stessi operai non sapessero,che rispetto ai 500 posti di lavoro, indotto escluso, gli 12000 dell’Ilva di Taranto o i circa 2000 di Piombino (sempre indotti esclusi) sono un problema di entità sicuramente maggiore rispetto al problema della Ferriera di Servola, anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, che è l’unica cosa alla quale sembra davvero tenere il Governo.

Intanto a Taranto è stata indetta per domani una manifestazione promossa dal comitato spontaneo ed apartitico “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, sorto “…per superare il conflitto ambiente/lavoro, che fino ad oggi ha visto gli operai contrapposti ai cittadini…”Il comitato, si legge nella nota “nasce con gli obiettivi della tutela della salute e dell’ambiente, coniugata al reddito di cittadinanza e alla piena occupazione. Riunisce operai Ilva, lavoratori, disoccupati, precari, studenti, cittadini che d’ora in poi, per la prima volta insieme, pretendono di essere al centro di ogni decisione politica sul futuro della città di Taranto” (fine della citazione).

Siamo di fronte alla riproposizione del Forum Ferriera più di dieci anni dopo, forum che era sorto come laboratorio per praticare gli stessi obiettivi delineati dal comitato di Taranto, forum che avrebbe potuto essere un’esperienza avanzata alla quale si sarebbero potuti ispirare anche altrove e che invece fu affossato perché qualcuno preferì rimanere più comodamente nella morsa della contrapposizione lavoro/salute/ambiente e continuare a sottostare ai ricatti occupazionali della Lucchini.

Il 2 agosto saremo in piazza non per contestare la decisione della magistratura, né tanto meno per difendere gli interessi della proprietà e le posizioni dei sindacati, ma per reclamare il rispetto di diritti fondamentali fino ad oggi calpestati.

Sembra una lezione, ancorché tardiva, per chi giustamente denuncia l’inerzia della politica ma potrebbe anche fare autocritica sulle proprie battaglie di retroguardia in tutti questi anni.



Trieste, 01.08.2012

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno