venerdì 25 gennaio 2013

“Si può avere la memoria corta, ma non far torto all’intelligenza altrui”


Destano non poca sorpresa le dichiarazioni rese dal segretario provinciale del PD, Francesco Russo, sull’asserita volontà di confermare la consulenza (da 47 mila euro per sei mesi) per favorire la riconversione della Ferriera, all’ex direttore dello stabilimento, Francesco Rosato. Non torno ancora sulle ragioni di inopportunità di tale incarico, ampiamente descritte negli ultimi giorni, pur tuttavia non riesco a non sorprendermi su quanto il segretario provinciale del PD abbia, in proposito, la memoria corta. Infatti, a chi ha seguito da vicino la vicenda dello stabilimento di Servola non potrà non ricordare che a fine anni novanta l’allora sindaco Riccardo Illy affidò all’allora ex ad dell’Illva Taranto, tale Giovanni Gambardella, una prima consulenza mirata ad affrontare la trasformazione privatistica delle municipalizzate, ma soprattutto, come scriveva il Corriere della Sera nel lontano 1994, atta a risolvere i punti di crisi (Ferriera di Servola, Lloyd Triestino, Arsenale S. Marco) per un importo complessivo di 200 milioni di lire (oggi 100.000 euro abbondanti). Gambardella mantenne poi il suo ruolo di “advisor” privilegiato di Riccardo Illy anche quando questi divenne Presidente del FVG, affidando alla “Omnia”, società del Gambardella, una consulenza per affrontare il nodo riconversione Ferriera. L’importo complessivo di quella consulenza (eravamo ormai nel 2004) era di 168.000 euro: Gambardella produsse quattro relazioni trimestrali che dubito siano state lette da più di dieci persone, mentre sull’efficacia del tutto è sufficiente guardare al deterioramento del tessuto industriale cittadino degli ultimi 15 anni.

Passi la memoria corta, ma per favore, Russo non faccia torto alle nostre intelligenze. Ritenere che l’ex direttore della Ferriera possa individuare interlocutori in grado di garantire un’efficace intervento di riconversione, quando non ci sono riusciti sindaci, presidenti di Regione, e vari ministri, susseguitisi sul tema specifico nell’ultimo decennio, significa o avere un fine senso dell’umorismo o prendere in giro la gente. Vero è che Rosato, rispetto a Gambardella sembra costare molto meno. Ma vi sembra opportuno spendere 47.000 euro per niente, di questi tempi?



Trieste, 25.01.2013

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 23 gennaio 2013

APPELLO

Illustre Signor Presidente,

per millenni queste terre hanno avuto destini affiancati o comuni all’interno di quel mosaico di popoli che, nell’Impero, ha in qualche modo prefigurato l’Europa moderna.
Il ’900 ne ha fatto poi strame, contrapponendo con violenza le identità etnico-linguistiche, le ideologie, i sistemi economici e i perimetri statuali. Tutte le spinte negative che ne sono discese hanno sfogato qui i maggiori danni.
Oggi, con i tanti mutamenti verificatisi in Europa e con l’avvento dell’Unione Europea, il retaggio del “secolo breve” appare finalmente dietro le spalle e si aprono scenari diversi fatti anche di possibili obiettivi comuni.
Uno di questi, chiaro e immediato, è al momento sotto gli occhi di tutti. L’ultimissimo tratto dell’Adriatico è minacciato dal possibile insediamento di un rigassificatore, la cui presenza nuocerebbe pesantemente all’ecosistema marino. In merito, solo pochi giorni fa sono state espresse delle dichiarazioni inequivocabili e all'apparenza irrevocabili dal ministro italiano allo Sviluppo economico Corrado Passera.
Tra l’Istria e il Veneto (dove già il Po scarica il portato della pianura padana) c’è molta meno acqua di quanto si possa pensare: l’area delimitata tirando una retta tra Chioggia e Promontore contiene lo 0,4% dell’intero volume idrico dell’Adriatico. E vi esiste già un impianto di rigassificazione, quello di Porto Viro, l’unico esistente in questa parte del Mediterraneo. E’ al largo, a ciclo aperto, con scarico in mare di acqua gelida e di pesanti quantità di cloroderivati  (allegata una foto delle schiume prodottesi e depositate sulla costa, a 17 km di distanza).
Di questo quattro per mille, solo una ridottissima parte è quella compresa tra Grado e la punta di Salvore, dove, quasi baricentricamente, verrebbe collocato un rigassificatore che prevede di utilizzare quotidianamente 800 mila metri cubi d'acqua. I gravi e comuni danni all’ambiente che ne deriverebbero sono stati esaminati da un Tavolo tecnico transnazionale di cui fanno parte anche scienziati dell’Istituto “Jožef Stefan” di Lubiana. 
Le chiediamo, signor Presidente, di aiutarci a difendere il Nord Adriatico, adoperandosi in tal senso in sede europea (in quest’ottica sarebbe auspicabile un ragionamento in termini di strategie energetiche e ambientali di tutti gli stati che vi si affacciano, includendo anche la Croazia, che vorrebbe realizzare un rigassificatore nell’isola di Veglia).
Crediamo comunque non debba venir realizzata un’opera progettualmente obsoleta, pesantemente impattante, e fuori da ogni logica sia di collocazione, sia di strategia energetica (visto il prossimo arrivo del gasdotto South Stream). Le chiediamo conseguentemente  la disponibilità ad incontrare una piccola delegazione di rappresentanti istituzionali del territorio perché Le possano illustrare meglio gli aspetti negativi della questione.
Grati per la sua attenzione, La salutiamo con stima.

I sottoscritti consiglieri regionali del FVG

Stefano Alunni Barbarossa
Franco Codega
Igor Gabrovec
Igor Kocijančič
Sergio Lupieri
Alessia Rosolen
Edoardo Sasco


                                                                                                                      Trieste, 22 gennaio 2013