E’ significativo che le denunce giungano sempre dopo un licenziamento, dopo un infortunio e invece i lavoratori che sono in produzione osservino un rigoroso silenzio.
Sul ruolo di certi sindacalisti che si fanno ambasciatori dell’azienda il nostro giudizio è netto: si comincia con la concertazione e si finisce a cogestire i problemi con l’ufficio del personale rinunciando al ruolo e ai compiti di tutela dei lavoratori.
Rilanciamo la proposta che avevamo avanzato su un nostro stampato nel febbraio di quest’anno . La magistratura dovrebbe predisporre un meccanismo protetto per raccogliere le testimonianze dei lavoratori costretti al silenzio in questi anni dal ricatto occupazionale. Solo partendo da una “completa “ conoscenza di ciò che succede all’interno dello stabilimento, solo acquisendo le dirette testimonianze dei dipendenti su come si lavora e quali sono i rischi si può cominciare a ragionare e proporre le scelte opportune per costruire un progetto per la città che risolva anche il nodo Ferriera.
Questo pezzo di verità che è emerso dall’intervista pubblicata dal Piccolo può essere un inizio e non un semplice episodio ferragostano.
Igor Kocijancic
Consigliere regionale FVG
Rifondazione Comunista – S E
TRIESTE 19 agosto 2010
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