martedì 12 ottobre 2010

“Superporto Trieste – Monfalcone e numeri ballerini”

Ci conforta senz’altro apprendere che la colazione di lavoro indetta ieri a Roma dal ministro Frattini per fare il punto sul Progetto Unicredit, alias “Superporto regionale di Trieste – Monfalcone” sia servita a sbloccare l’impasse ed abbia registrato l’interesse della Maersk, il più grosso operatore mondiale nel traffico dei container. Eivind Kording, AD di Maersk, avrebbe confermato il forte interesse del colosso multinazionale danese per la gestione del futuro megaterminal container (nuovo terminal a Monfalcone + raddoppio del Molo Settimo a Trieste). Si sarebbe già deciso di integrarlo sul fronte ferroviario, e Frattini preannuncia già di presentare il progetto in una riunione del Consiglio dei Ministri per metà novembre. Inoltre si sarebbe già deciso di incaricare un commissario per la realizzazione del progetto, pur in assenza di un quadro giuridico e normativo (nazionale e regionale) che attualmente consenta questo tipo di soluzione.

Vi è poi un altro fattore, non trascurabile per coloro i quali seguono con attenzione l’evoluzione del cosiddetto Progetto Unicredit (riteniamo che anche i giornalisti più accorti dovrebbero rientrare nella categoria), che riguarda il balletto di numeri già iniziato prima che il progetto sia effettivamente abbozzato: si è partiti con l’altisonante profezia di un superporto da 3 milioni di teu, incuranti delle perplessità di chi segnalava (e continua a segnalare) che tale cifra è assolutamente irrealistica. Oggi si afferma che la Maersk porterebbe in dote 1 milione e mezzo di teu (sono al metà di tre, ma sempre troppi), perlopiù dirottati dai porti del nord Europa.

La stessa Maersk, coinvolta anche su un progetto di piastra logistica a Vado Ligure (tra Savona e Genova), è notizia apparsa sul secolo XIX e su “Shipping on line” del 1° ottobre, avrebbe non poche difficoltà a garantire i 750 mila container annui necessari a garantire il finanziamento della piattaforma di Vado Ligure ed avrebbe perciò già intrecciato trattative con la Cosco (colosso container cinese) per riuscire a saturare gli spazi della nuova banchina in progettazione.

A questo punto alcune domande sorgono spontaneamente: Come mai la prima compagnia amatoriale del mondo non riesce a saturare le necessità del terminal ligure (Mar Tirreno) e riuscirebbe agevolmente, a spostare un milione e mezzo di container su Trieste e Monfalcone? Perché la Cosco, che è probabilmente il maggior concorrente dei danesi, dovrebbe arricchire con il proprio lavoro ed il proprio contributo in container proprio la Maersk?

A rischio di essere nuovamente tacciati di disfattismo ci piacerebbe che alcuni degli illuminati sponsor del superporto (ministri, politici, banchieri, imprenditori, sindacalisti, giornalisti), che sicuramente ne capiscono più di noi, ci spiegassero un po’ il perché di questi numeri ballerini. Magari riuscirebbero a convincerci che il progetto c’è e che non si tratta, come continuiamo a ritenere, di parole e, soprattutto numeri (di teu) in libertà…

Trieste, 12.10.2010

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

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