lunedì 21 aprile 2008

intervento al Comitato Politico Nazionale - P.R.C.

CPN 19/20 aprile 2008
Intervento di Igor Kocijančič, Federazione di Trieste

Non vorrei davvero che l'assenza di rappresentanza a livello parlamentare ci portasse alla politica di rappresentazione, magari di situazioni inesistenti. Lo dico in relazione alla predisposizione del clima di questa riunione, agli appelli a non cercare capri espiatori e ad assumersi responsabilità collettive. Ritengo sia bene affrontare questa discussione tenendo in considerazione dati, documenti votati, interventi svolti e documentati in questo CPN che risalgono ad alcuni mesi fa, non alla preistoria.
Prima considerazione: questo Partito e questo organismo hanno discusso e condiviso a larga maggioranza ed insieme ad altri il progetto di costruzione di un soggetto unitario e plurale della Sinistra. La condivisione e l'adesione a tale progetto da parte di un'ampia maggioranza del Partito, sia a livello nazionale che locale, arriva fino agli stati generali di Roma, 8 e 9 dicembre 2007. Da allora inizia una serie di forzature, accelerazioni ed errori dei quali non si può chiedere la condivisione, perché né a livello nazionale, nè tantomeno a livello locale é stato possibile discutere e votare su alcune scelte decisive prese da una cerchia ristretta del gruppo dirigente, che di questo si deve assumere la responsabilità. Ne elenco solo alcuni, quelli a mio avviso più gravi.
1. L'autoproclamazione di Fausto Bertinotti a candidato premier della Sinistra Arcobaleno: oltre ad aver infastidito i partner di coalizione ed il Partito non é stata davvero un capolavoro in termini di comunicazione: quale messaggio di affidabilità può veicolare un candidato premier che dichiara in partenza di volersi ritirare al termine della campagna elettorale?
2. Il segno grafico degli Sinistra Arcobaleno diventa simbolo elettorale della coalizione. Anche di questo iscritte, iscritti, organismi dirigenti prendono atto dai mezzi di comunicazione. In compenso questo modo di procedere innesca immediatamente un dibattito lacerante dentor il Partito, a tutti i livelli.
3. Dopo che il CPN aveva votato a maggioranza la delegazione di candidate e candidati, »eleggibili« e di presunta seconda fascia ne la Sinistra l'Arcobaleno, abbiamo scoperto anche una non corrispondenza tra quanto avevamo votato e l'effettiva composizione delle liste.
4. Sopita in qualche modo fino al Congresso la polemica sulla scelta del simbolo, sulla sparizione di falce e martello, l'8 aprile il candidato premier annuncia urbi et orbi che il nuovo soggetto si farà, e sarà un partito unico con un gruppo dirigente unico e, ancora, che il comunismo sarà, d'ora in poi, una tendenza culturale dentro il nuovo soggetto della sinistra, alla pari dell'ecologismo e del femminismo.
Il resto é storia troppo recente. Sfido chiunque a dire che quanto abbiamo votato a maggioranza nel CPN in questi ultimi mesi contenesse mandati a teorizzare lo scioglimento del Partito e la costituzione del soggetto unico. Va riconosciuto ad Alfonso Gianni di essere stato l'unico a proporlo apertamente e pubblicamente, a partire dalla Conferenza di organizzazione di Carrara. Ma é stato il solo.
Sul disastro elettorale. E' vero che Veltroni ha distrutto la sinistra, ma qui si tratta di discutere in che misura sia colpevole chi ha evidenziato fin dall'inizio la propria strategia elettorale ed il progetto di »semplificazione« del quadro politico, assecondato in ciò da Berlusconi - e quanta parte di responsabilità sia attribuibile a noi stessi ed agli altri partner del progetto Sinistra Arcobaleno, ormai definitvamente ad acta. Quando si dichiara che abbiamo prodotto il massimo di innovazione culturale, ma che siamo stati percepiti come fattore residuale, pur affermando di essere l'unica vera novità sullo scenario politico italiano, allora significa che sul versante delle relazioni sociali non ci siamo proprio, che il fare società é pura propaganda enunciativa. Paradossalmente ci ritroviamo ad essere vittime inconsapevoli del processo unitario: sicuramente non è stato intenzionale, ma sembra quasi che questa grande richiesta di unità invocata da tutto popolo della sinistra fosse un pretesto per dissimulare il raggiungimento di un altro obiettivo: unitevi, fate la grande sinistra, poi noi voteremo PD, IdV o Lega Nord e vi manderemo a casa in un colpo solo.
In FVG abbiamo avuto la possibilità di misurare il peso del voto utile, avendo avuto l'election day e la concomitanza tra elezioni politiche e regionali. E' un osservatorio limitato e parziale, ma ci consente di commentare alcuni dati: SA nel FVG prende il 3,1% alla Camera ed il 3,2% al Senato, come a livello nazionale, mentre alle regionali, malgrado la sconfitta di Illy (altro evento inaspettato) raggiunge il 5,65%, migliorando di alcuni decimali il risultato del PRC nel 2003. A Trieste, città di destra ed ultimo capoluogo del nord est italiano prima della nuova Europa, prendiamo il 4,5% alle politiche e l'8% alle regionali. Non credo si possa annoverare la Federazione di Trieste tra le punte di diamante dell'innovazione politica e culturale, però forse tra l'enunciare ed il rappresentare é sempre meglio essere riconosciuti e radicati davvero per ciò che si riesce a proporre ed a produrre. Vi dò un piccolo esempio: il fatto che il ns. Partito sia stato l'unico ammesso ad ascoltare l'assemblea permanente dei portuali triestini durante i recenti quattro giorni di blocco e sciopero, testimonia che la relazione c'é e si é costruita in più di tre anni di rapporti difficili, di diffidenze ancora non del tutto superate, di interlocuzione con una categoria di lavoratori particolarmente incattiviti, che probabilmente a maggioranza nemmeno votano, tuttavia continuano a confrontarsi con noi ed a mantenere una relazione stabile. Qualcuno sembra stupito del fatto che non siamo in grado di trovare un portuale - a Trieste, ma anche a Genova, mi risulta - che stia nelle nostre liste e porti qualche centinaio di preferenze. Se l'innovazione culturale che risuciamo a produrre a partire dal gruppo dirigente é tutta qui, allora é meglio ricominciare da capo.
E' necessario prendere atto che il progetto della Sinistra Arcobaleno é fallito. Il processo di unità a sinistra va perseguito diversamente, a cominciare dal Partito, l'unica base solida sulla quale possiamo contare in questo momento. Sarebbe scellerato perseverare in forzature, sciogliersi per congiungersi a ciò che resta di SD - già correntone, ora più che mai correntino - per finire relegati a tendenza culturale »di sinistra« nel grande PD.

martedì 15 aprile 2008

Ricostruiamo la Sinistra a cominciare dal Partito
Commento “a caldo” del voto alle politiche


Commentare una debacle di simili proporzioni non è certamente piacevole, ma è doveroso farlo, vincendo lo sconforto e lo stato d’animo che ti indurrebbe a fare e pensare altro. Continuiamo a fare politica ed a reagire a questa pesante sconfitta, inimmaginabile ed imprevista anche dai sondaggi più sfavorevoli, non contemplata nemmeno dagli analisti più ostili, non immaginata nemmeno dalle compagne e dai compagni scettici o contrari a questa forma di attuazione del processo unitario delle diverse (è bene sottolinearlo) sinistre di questo paese.
Il PD ha intercettato gran parte dei possibili voti di un soggetto con potenzialità percentuali da doppia cifra, non è riuscito a sfondare al centro, perché l’UDC ha sostanzialmente tenuto nonostante gli anatemi berlusconiani e la Sinistra Arcobaleno (vuol dire PRC – SE + PdCI + Verdi + SD) si è liquefatta e da oggi possiamo dire che la Sinistra in Italia diventa extraparlamentare grazie al fatto che il popolo della sinistra ha ritenuto di fare una scelta di parte, regalando al PD quanto basta ad avvicinarlo significativamente alla soglia del 35%. Resta da appurare ancora, e qualcuno sarà in grado di farlo a breve, a quanto ammonta, a nord, la quota di voto operaio e popolare deluso dall’Unione che ha premiato la Lega Nord.
Un dato è inoppugnabile: si fosse fatta una riflessione approfondita sul valore effettivo ed attrattivo del simbolo tradizionale del movimento operaio, adesso forse saremmo in condizione di consolarci con una sparuta rappresentanza parlamentare, posto che le due liste che presentavano falce e martello valgono insieme comunque l’uno per cento.
L’appello al voto utile ha stravinto, il popolo della sinistra non ha ritenuto di votare una sinistra senza un profilo definito, anche se è riuscita a presentarsi ai nastri di partenza con l’unità di facciata ed un simbolo festoso e multicolore.
Sembra che questo non turbi più di tanto i sostenitori del soggetto unico, che anziché fermarsi un attimo a riflettere su quanto è successo, incitano ad accelerare ulteriormente, come se nulla fosse successo, come se il 13 ed il 14 aprile non avessero dimostrato che una sinistra senza profilo e senza identità definita non serve a nessuno, perché nessuno riesce a vederne l’utilità. Se neanche il tracollo subito dopo il 14 aprile serve a far ricredere i fautori del bonapartismo e del leaderismo di sinistra ed un gruppo dirigente nazionale che ha dimostrato più impermeabilità alle istanze della propria gente e dei propri iscritti di quanto ne abbia dimostrato il Governo Prodi nei confronti dei ceti deboli, allora tocca a noi, alle iscritte ed agli iscritti di questo Partito ribadire che il processo unitario va perseguito comunque ma che questo Partito non si deve sciogliere e, al contrario, deve rinforzarsi. Avremo modo di sperimentare, nel prossimo periodo, quanto siamo in grado di fare società e come utilizziamo l’inchiesta.
Il partito deve reagire al più presto, e confido molto sul fatto che saprà farlo, come seppe farlo nel peggior momento della nostra storia, quel 1999 dove eravamo ancora più isolati di adesso.
Chi ha lasciato, però, faccia il favore di tacere. Se c’è una cosa della quale la Sinistra tutta e Rifondazione Comunista non ha bisogno, in questo momento, è proprio di nuovi sedicenti padri nobili. Chi lascia abbia il buon gusto di lasciare davvero e di tacere, soprattutto dopo questo “splendido” risultato. E niente ulteriori accelerazioni, per favore: chi vuole il nuovo soggetto unico (ammesso che trovi ancora alleati disposti a seguirlo su questa via) è libero di farlo, fuori da Rifondazione Comunista, compresi gli editorialisti che pensano che alcune idee che non sono male compensino il numero enorme di sciocchezze fatte. A Sansonetti vorrei raccontare la storiella del rabbino e delle oche…

Trieste, 15 aprile 2008
Igor Kocijancic
Segretario provinciale PRC – SE Trieste

venerdì 11 aprile 2008

RUSH FINALE

“Il rush finale”

E’ stata una faticaccia, questa campagna elettorale. Fatica fisica e mentale, clima (popolare) ostile o quantomeno diffidente quasi dappertutto, condizioni meteo prevalentemente avverse. Nondimeno ci abbiamo provato e vogliamo continuare a provarci. Unire le forze e partire gravati dalla contingenza elettorale non è stato facile. Più di qualcosa, anche sotto il profilo organizzativo, ha palesato difetti e mancanze inevitabili quando si è costretti ad operare da cause di forza maggiore.
Adesso dobbiamo impiegare il breve tempo del silenzio elettorale per convincere il più possibile, anche con il passa parola, le indecise e gli indecisi a votare la Sinistra l’Arcobaleno alle politiche ed alle regionali, perché il primo dovere di tutte e tutti noi è innanzitutto quello di rafforzare la sinistra nel nostro paese e nella nostra regione. Quest’ultimi due giorni di campagna sono stati particolarmente intensi: oltre ad essere presenti alle iniziative dei due capilista a Camera e Senato, Sabina Siniscalchi ed Alberto Burgio, c’è stato il difficile confronto con i rappresentanti della federazione che aggrega i titolari delle strutture residenziali private per anziani della nostra provincia, un’iniziativa sull’Insiel e sul suo possibile sviluppo futuro, anche per rispondere alle vergognose strumentalizzazioni di Renzo Tondo, infine, l’incontro delle candidate e dei candidati de la Sinistra l’Arcobaleno a Muggia. Nei ritagli di tempo le presenze al gazebo, dove abbiamo potuto incrociare moltissima gente. Malgrado il tempo, abbiamo deciso di mantenere la festa concerto in Piazza Cavana, perché vogliamo comunque chiudere questa breve ed intensa campagna festeggiando e confidando di festeggiare ancora di più dopo il 14 aprile.
Grazie a tutte ed a tutti.

Trieste, 11 aprile 2008

Igor Kocijančič

giovedì 10 aprile 2008


TUTTA COLPA DEI PORTUALI ! PAROLA DI MANESCHI

DI CHI E’ LA COLPA SE NON AUMENTANO I TRAFFICI, SE NON CI SARANNO ASSUNZIONI, SE NON SI FARA’ IL RADDOPPIO DEL MOLO VII ?
DELLO SCIOPERO DEI PORTUALI SOSTENGONO MANESCHI & C.

Samer, Maneschi e Pacorini non hanno dubbi e attaccano lo sciopero dei portuali a seguito del gravissimo incidente del 28 marzo che è costato l’amputazione di una gamba a Sandro Paoluzzi.
Straparlano di guardie rosse e guardie nere, di pochi portuali che hanno bloccato tutto lo scalo, mentre sanno molto bene che uno sciopero di quattro giorni, con il blocco totale delle attività portuali riesce solamente quando c’è una adesione convinta e consapevole e una unità di azione di tutti i lavoratori. E’ proprio questa unità dei lavoratori che preoccupa i terminalisti. Samer, Maneschi, Pacorini & C. rimpiangono le presidenze Maresca e Monassi dell’Autorità Portuale quando potevano impunemente adoperarsi per ribassare il costo del lavoro alimentando la concorrenza al ribasso tra i lavoratori della Compagnia, delle cooperative e del Consorzio Fornitura Servizi.
La costituzione dell’art.17 – pool di manodopera – e quindi l’applicazione dopo 14 anni della legge 84/94 è stata richiesta e voluta dai lavoratori portuali come primo passo per mettere regole certe all’interno dell’organizzazione del lavoro nel porto.
Per quanto riguarda la firma del “protocollo sulla sicurezza”, che è stato l’obiettivo dello sciopero, risulta evidente il ruolo frenante e contrario dei terminalisti. Basta leggersi le dichiarazioni di Maneschi che continua ad opporsi alla possibilità per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza di operare liberamente in tutto il porto. Che segreti nascondono i terminal ed i “business” ?
E’ quindi lecito chiedersi chi ha esasperato la trattativa e protratto i tempi necessari per arrivare ad un accordo, non tanto nei giorni dello sciopero ma nei mesi precedenti.
Al tavolo convocato dal Prefetto accanto ai continui rinvii alle assemblee dei lavoratori – che riguardano il rapporto tra i portuali e le loro organizzazioni sindacali - ci sono state contemporanee verifiche tra gli imprenditori, come ha lamentato il presidente Boniciolli.
Il tentativo di creare confusione da parte dei terminalisti è esplicito quando affrontano la questione dei salari. I portuali hanno sempre affermato che accanto alla costituzione dell’art.17 era necessario un aumento delle tariffe per permettere alle imprese di rispettare il Contratto Collettivo Nazionale Lavoro e di non operare sottocosto, condizione ribadita anche dalla APT in diverse occasioni. Si tratta quindi di una rivendicazione generale che non va confusa strumentalmente con il contratto integrativo dei dipendenti del Molo VII. Ricordiamo a questo proposito che richieste salariali avanzate dai gruisti di Koper, poi allargate a tutti i lavoratori, sono state accordate senza che i portuali abbiano dovuto fare un’ora di sciopero. Non possono continuare a citare il porto di Koper solo come potenziale concorrente di Trieste e usarlo come arma di ricatto nei confronti dei portuali triestini.

Igor Kocijančič

martedì 8 aprile 2008

INTERVISTA A IGOR KOCIJANCIC


Sul numero di marzo di "SINISTRA al lavoro" è stata pubblicata una intervista a Igor Kocijancic che affronta i temi legati alla sua attività di consigliere regionale e le prospettive future di Rifondazione Comunista, Sinistra Arcobaleno e il rapporto con Intesa Democratica



venerdì 4 aprile 2008


“il confine tra temi elettorali e politici”

Noi di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea abbiamo sempre cercato, in questi mesi ed in questi anni di seguire costantemente i problemi del lavoro e le altre criticità (ambiente, questione energetica, tutela sociale) che condizionano quotidianamente, in negativo, la vita di tutti noi. E’ per questo che le forze de la Sinistra l’Arcobaleno hanno voluto distinguersi dagli altri anche proponendo alcune iniziative non elettorali: il convegno INDUSTRIA, AMBIENTE, INNOVAZIONE NEL FUTURO EUROPEO DI TRIESTE 4 ANNI DOPO: IL NODO FERRIERA, e l’organizzazione di un pullman che sabato 5 aprile contribuirà anche da Trieste alla grande manifestazione europea “EURODEMO” per rivendicare più salari, più potere d’acquisto, più uguaglianza salariale e più potere d’acquisto. Preferiamo allentare la tensione ed infrangere la cortina elettorale, prendendoci alcune ore di riflessione per tornare ad occuparci da vicino dei problemi quotidiani, che continuano a rimanere irrisolti su scala locale ed europea, da elezione ad elezione…

Trieste, 4 aprile 2008

Igor Kocijančič

giovedì 3 aprile 2008

INIZIATIVA NON ELETTORALE

MUTUI CASA

“Il calo dei mutui in regione”

I mezzi di comunicazione hanno evidenziato ieri i dati emersi da un’indagine svolta recentemente dall’Osservatorio Mutui casa alle famiglie di banca per la casa dell’Unicredit, dalla quale emerge che nella nostra regione i mutui per l’acquisto della casa sono diminuiti del 5,6% in media (a Trieste addirittura del 10%). La flessione del mercato dei mutui colloca il FVG nella peggior posizione rispetto al veneto ed all’Emilia Romagna quanto a calo del livello di denaro disponibile. L’unico trend positivo, che denota una ripresa del mercato dei mutui riguarda la provincia di Gorizia (+ 9,4%). Se andassimo ad indagare più da vicino scopriremmo che in provincia di Gorizia sono molti gli sloveni che dalla caduta definita dei confini hanno scelto di investire nel mercato immobiliare italiano, mentre a Trieste, dove maggiore è l’emergenza abitativa, molte famiglie hanno dovuto rinunciare al mutuo casa, anche a quelli agevolati regionali, a causa delle condizioni particolarmente penalizzanti. E’ storia recentissima quella di più di cento famiglie di tutta la regione, alle quali, per cavilli burocratici, sono stati revocati i contributi agevolati regionali: in sostanza, a revoca avvenuta, quello che era un contributo diciamo di 10, dopo la revoca è diventato un debito di 20 con la banca convenzionata. Oltre a rappresentare un’ingiustizia ed un onere insostenibile per quasi tutte le famiglie “revocate”, cosa alla quale Intesa Democratica dovrà porre rimedio in caso di riaffermazione alle prossime regionali, l’indagine dell’Osservatorio Unicredit fa capire chiaramente che forse, anche in questa regione servono più risorse per l’edilizia sovvenzionata ed un po’ meno per i mutui casa.
Trieste, 3 aprile 2008

Igor Kocijančič

mercoledì 2 aprile 2008

I PORTUALI TRIESTINI E IL DANNO D'IMMAGINE

“L’esempio dei portuali triestini e il danno d’immagine”

La conclusione positiva dello sciopero che i lavoratori portuali hanno indetto e mantenuto per quattro giorni consecutivi dimostra nuovamente alcuni fatti elementari ed incontrovertibili: la lotta paga, e potremmo chiedere a Veltroni se quella dei portuali di Trieste (Genova, Gioia Tauro, ecc.) sia lotta di classe o altro. E’ stato solo grazie alla forte mobilitazione, alla tenacia ed all’intransigenza dimostrata dai lavoratori, unita ad un adeguata e responsabile condotta delle rappresentanze sindacali se da oggi i lavoratori del Porto di Trieste potranno avere più sicurezza ed una miglior organizzazione del lavoro complessiva. Ma è stato necessario bloccare il porto per portare a casa un buon protocollo d’intesa, perché altrimenti molti di quelli che si preoccupano del danno d’immagine difficilmente avrebbero concesso loro qualcosa. Avrebbero detto di aspettare…
Ed a proposito di danno d’immagine, ci permettiamo di dire che non assilla solo le categorie imprenditoriali di Trieste. A Capodistria, dove i portuali hanno scioperato l’ultima volta ben 24 anni fa c’è stata, alcuni mesi fa, la proclamazione di uno sciopero per ottenere un considerevole aumento degli stipendi dei gruisti e delle altre categorie di portuali. Luka Koper, preoccupata dal danno d’immagine che le sarebbe derivato da uno sciopero, ha convocato un tavolo ed ha accolto le rivendicazione salariali dei lavoratori, senza che fossero costretti a fare una sola ora di sciopero. Questione di stile.
Trieste, 2 aprile 2008

Igor Kocijancic

martedì 1 aprile 2008



Mercoledì 2 aprile, dalle 18.00 alle 20.30
Candidati senza rete:
botta e risposta con i cittadini sul programma di Intesa Democratica e le proposte de La Sinistra l’Arcobaleno per la Regione e per il paese. Saranno presenti le candidate ed i canidati alle politiche ed alle regionali.
Sala Vulcania, Stazione Marittima.
Incontro moderato dai giornalisti Luciano Santin,
e Sandor Tence
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