lunedì 27 ottobre 2008

Interrogazione su ferrovie in Friuli Venezia Giulia

Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG
ED ALL’ASSESSORE COMPETENTE

OGGETTO: situazione e prospettive linee e collegamenti ferroviari in FVG.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che il recente ingresso nell’area Schengen della confinante Repubblica di Slovenia e di altri Stati dell’Europa centro-orientale sta accentuando un ruolo baricentrico della regione Friuli Venezia Giulia e del suo capoluogo in ordine ad un bacino di milioni di abitanti, contraddistinto da una crescente esigenza di mobilità;

rilevato lo stato di pesante insufficienza infrastrutturale del nordest in generale, acuito ulteriormente dalla strozzatura autostradale e ferroviaria tra Mestre e Trieste che ne sta ostacolando gravemente lo sviluppo da ormai molto tempo;

rilevato inoltre, a fronte della grave situazione presente, che da notizie di stampa si evince l’intendimento di Trenitalia di sopprimere, con il prossimo cambio d’orario di dicembre, anche le relazioni diurne Venezia-Udine-Vienna e notturna Venezia-Udine-Praga, in aggiunta all’intendimento di limitare a Domodossola l’unica relazione internazionale ancora rimasta a Trieste ed assicurata con Zurigo dal “Cisalpino”;

ricordato che lo scorso 1° aprile Trenitalia ha soppresso in corso d’orario l’eurocity “Casanova” Venezia–Villa Opicina-Lubiana – in base a quanto dichiarato alla stampa da dirigenti delle Ferrovie slovene – con atto unilaterale e nonostante gli accordi prevedessero per quel treno un periodo di prova più lungo, esteso all’intero 2008;

appreso dalla stampa che Trenitalia rinvia qualsiasi tipo di informazione relativa alle ventilate soppressioni alla pubblicazione dei nuovi orari invernali che saranno presentati il 13 novembre e sostiene che “fino a quel giorno non c’è nulla di deciso e tutto può essere messo in discussione”, affermando nel contempo che “l’apertura della linea ad alta velocità Milano-Bologna-Roma farà sì che l’intera offerta sia rivista tenendo conto prioritariamente dellla sostenibilità economica”;

appreso inoltre dalla stampa slovena che le Ferrovie slovene - Slovenske železnice punterebbero a rilanciare il traffico passeggeri con l’Italia, e che, nel corso di un incontro tenutosi a Lubiana, i vertici delle Ferrovie slovene avrebbero indicato ai rappresentanti di Trenitalia tre possibili linee di sviluppo: il prolungamento della linea Lubiana-Sesana fino a Trieste (o almeno fino a Opicina), la riapertura del collegamento Gorizia-Nova Gorica e il ripristino dell’eurocity “Casanova”già citato;

rilevato che Trenitalia si sarebbe riservata un ulteriore mese di tempo per rispondere in merito ai collegamenti per Trieste e Gorizia, mentre, per quanto riguarda la reintroduzione del «Casanova», le Ferrovie slovene si sarebbero impegnate a presentare un piano che verifichi il numero di potenziali passeggeri interessati a viaggiare su questa linea ed a definire anche un congruo prezzo di mercato del biglietto mentre Trenitalia dovrebbe approfondire i problemi tecnici e finanziari legati al rilancio del Venezia-Lubiana;

preso atto che in base a quanto riportato dalla stampa risulta che le Slovenske železnice motivano la richiesta di rilanciare i servizi per Trieste e Venezia con la necessità dell’ampliamento dell’offerta anche alle esigenze di passeggeri che provengono dall’intera area della ex Jugoslavia, dal momento che i servizi verrebbero strutturati in maniera tale da porsi in coincidenza con i treni da e per Zagabria e Belgrado;

rilevato, infine che a fronte dell’enfasi mediatica con la quale è stato presentato il collegamento ferroviario Trieste – Divača non si ha alcuna notizia riguardo al collegamento ferroviario tra Trieste e Capodistria, previsto dal protocollo d’intesa stipulato recentemente tra Governo e Regione e per il quale è stato ribadito l’interesse di Italia e Slovenia anche nel recente incontro tra i ministri degli esteri dei due paesi;

interroga il Presidente della Regione
e l’assessore competente per sapere

1. Se la Giunta regionale condivide la strategia aziendale di Trenitalia in ordine ai tagli che il Friuli Venezia Giulia potrebbe subire nelle sue relazioni ferroviarie internazionali, scelta in totale contrasto con l’esigenza di un forte avanzamento nel completamento di una rete di interconnessione europea.

2. Se il Presidente e l’assessore competente non ritengano di intervenire presso Trenitalia, al fine di scongiurare la soppressione di relazioni ferroviarie internazionali che andrebbero rafforzate e potenziate soprattutto verso l’area centroeuropea e danubiana, al fine di innescare un virtuoso circuito che valorizzi le potenzialità logistiche della Regione Friuli Venezia Giulia e ne rilanci lo sviluppo.

3. Cosa intenda fare la Regione FVG nei confronti del governo e di RFI per sollecitare gli interventi necessari a completare il collegamento ferroviario tra Trieste e Capodistria.

Trieste, 24 ottobre 2008

Igor Kocijančič
Consigliere regionale del Partito della Rifondazione Comunista - SE
Presidente del Gruppo consiliare regionale La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 21 ottobre 2008

Con gli studenti, contro i tagli e la "riforma" Gelmini

La Federazione provinciale del PRC-SE esprime sostegno e solidarietà alle mobilitazioni ed alle occupazioni degli studenti medi triestini italiani e sloveni che continuano le mobilitazioni e le lotte in opposizione al decreto legge 112, ai tagli del Governo sulla scuola ed all’impianto legislativo regressivo noto come “riforma” Gelmini. Dopo l’importante presa di coscienza di insegnanti, docenti, studenti medi, universitari e ricercatori, si tratta ora di informare e coinvolgere nella protesta anche quei genitori che sembrano essere favorevoli ai provvedimenti previsti per la scuola elementare, uno dei pochi settori del sistema di istruzione nazionale di buon livello che rischia di essere relegato a livelli infimi in ambito europeo.
Dentro l'attacco portato da Governo e Confindustria al CCNL, ai salari ed alle pensioni, ai diritti di alvoratrici e lavoratori, al pubblico impiego in generale, si colloca il tentativo di definitivo svuotamento e demolizione della scuola pubblica, dell'università e della ricerca - l'ultima nefandezza nell'ordine di arrivo é la proposta di introduzione di classi differenziali - ma il dato più grave sono i tagli di 148.000 posti di personale docente e non docente all'interno di quello che gli indicatori di efficienza ed efficacia considerano il peggior sistema scolastico dell'Unione europea. La riforma Gelmini é, paradossalmente, un semplice effetto perverso, costruito a posteriori per giustificare l'obiettivo principale di questo governo: i tagli indiscriminati di spesa.
La Commissione europea ha rimesso in discussione i parametri di Maastricht e sospeso il patto di stabilità. In questo momento al governo va chiesto con forza di riscrivere la Finanziaria, di cancellare la politica dei tagli, di aumentare di almeno un punto la spesa pubblica: sono queste le cose da fare per aiutare l'economia reale ed aiutare le famiglie, non le poltiche di tagli indiscriminati e di aiuti altrettanto indicriminati a banche ed imprese.

Trieste, 21.10.2008

Per la Federazione provinciale
PRC - SE
Igor Kocijančič
Segretario provinciale PRC - SE

mercoledì 15 ottobre 2008

intervento sul federalismo in occasione della seduta del Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia alla presenza del ministro Fitto

Signor Ministro, signori assessori, gentili ospiti, colleghi consiglieri

Mi auguro sia questa una prima opportunità per una riflessione ed un confronto generale di merito su quello che è uno dei termini più abusati in questi ultimi anni sullo scenario politico istituzionale ed anche una delle questioni più controverse ed indigeste per buona parte, se non addirittura per la maggior parte della rappresentanza politica, così come probabilmente risulta ancora incomprensibile – in termini di ricadute pratiche - alla maggior parte dell’opinione pubblica, malgrado abbia rappresentato e rappresenti un vero e proprio manifesto di una forza politica in particolare, mi riferisco alla Lega Nord, che concretizza con l’approvazione del ddl del 3 ottobre scorso una specie di proprio imperativo categorico, tanto da aver dovuto supportare, anche da posizioni di governo, l’attuazione di tale disegno attingendo alla prosa più diretta e ricorrendo a parole forti, non semplice uscita dal governo ma addirittura rischio di una secessione del nord.
Il federalismo è stato uno dei temi più forti e pregnanti alla base della riforma costituzionale, che ne fissò i principi con la modifica dell’art. 119. Questo per dire che in questi ultimi otto anni se ne è dibattuto molto, ma si è proceduto poco, parlandone spesso a sproposito, anche e soprattutto quando si citavano modelli federali consolidati – Germania e Svizzera - per citare quelli più significativi, che davvero non possono assurgere a termini di paragone adeguati di un nuovo modello che ha presentato e probabilmente continuerà a presentare oggettive difficoltà di innesto su un sistema ed una tradizione centralisti che traggono origine già da quella che fu l’Italia prerepubblicana.
Il disegno di legge delega è stato approvato dal Consiglio dei Ministri meno di due settimane fa, ed a far da contraltare alle rassicuranti dichiarazioni rese proprio quel giorno da alcuni ministri, credo fosse presente anche Lei, c’è un appello congiunto di Regioni, ANCI ed UPI per il proseguimento del confronto in Parlamento, appello raccolto e ripreso non più tardi di sabato scorso anche dal Presidente della Camera dei Deputati. Questi fatti a mio parere denotano che esiste ancora un clima di preoccupazione per quello che potrà essere lo sbocco legislativo finale.
Non vorrei impiegare il tempo che mi rimane per esprimere ulteriori perplessità su un approdo che non mi convince affatto e che però appare ineludibile. Vorrei davvero che l’occasione di averLa qui con noi oggi possa servire a chiarire alcuni punti che continuano ad inquietare anche i più fervidi sostenitori del federalismo.
La prima questione ci riguarda molto da vicino, e cioè – come sarà possibile preservare, salvaguardare e rilanciare la specialità – che mi risulta sia uno dei temi sul quale il governo si sia impegnato, come ci ha detto alcune settimane orsono il ministro Frattini. Lo chiedo partendo dal presupposto che quanto anticipato dai media, cioè che la manovra si concretizzerà nel lasciare alle regioni l’80% del gettito IVA, una maggior porzione dell’IRPEF – non meno del 15% - ed il fisco applicato a giochi e tabacchi.
In un quadro così omogeneo le regioni a statuto speciale godranno di ulteriori benefici, quote o percentuali di trattenute, mutuando il modello di fisco federale già in attuazione nelle province autonome di Trento e Bolzano o è previsto qualcosa di altro?
La seconda questione urgente invece riguarda il cosiddetto fondo di perequazione. Da alcune proiezioni che ho potuto leggere non vi è nemmeno un rischio di disparità solo tra quelli che vengono banalmente definiti nord e sud del paese, vi è un di più e cioè che la frattura vera avverrebbe soprattutto tra regioni contermini del mezzogiorno, con Campania e Puglia in posizioni tutto sommato di tenuta e tutti gli altri con disponibilità di risorse del tutto insufficienti a coprire le uscite.
Premesso che il federalismo è uno strumento e quindi non può essere né positivo né negativo a prescindere, così come il centralismo, mentre non sono affatto neutrali gli obiettivi che con essi ci prefiggiamo, rilevo che in questa fase, dove forse ci vorrebbe maggior coraggio per lanciare un federalismo di tipo europeo che tenda ad una miglior qualità della vita, a livelli di salari, standard e servizi omogenei ed unificati verso l’alto, la maggior preoccupazione deriva dai punti di caduta che potrà avere una riforma fiscale in senso federalista tesa a ridisegnare il sistema dentro i confini di uno stato nazionale. Ritengo che chi in questo momento sta ravvisando il rischio di un acuirsi delle disuguaglianze territoriali e sociali nel nostro paese si stia basando su argomentazioni piuttosto solide. Le sarò grato se potrà fare alcune considerazioni anche sui due aspetti che mi sono permesso di evidenziare.

Igor Kocijančič

giovedì 9 ottobre 2008

Gioire o essere preoccupati ?

Leggi il giornale e scopri che con lo sbarco della Coop Nordest a Trieste vi saranno 214 posti di lavoro (potrebbero forse assumere anche qualche portuale ex art. 17?). La giornata comincia bene. A dispetto della crisi finanziaria planetaria. Ecco una buona notizia, dopo le tante cattive che hanno investito il settore del commercio nella nostra città. Vai fiducioso alle audizioni della V. commissione del consiglio regionale sulla proposta di legge (nostra, dell’opposizione) riguardante l’ordinamento della polizia locale, tema piuttosto caldo anche nella nostra città, di fronte al quale la giunta regionale non avanza nessuna proposta concreta se non promettere genericamente fondi per l’armamento delle polizie comunali ed aver già stanziato ben 18 milioni di euro per l’installazione di telecamere un po’ dappertutto. E’ il bisogno di sicurezza, bellezza.
La giornata prosegue. Scorri le mail. Eccone una da Piombino, fonte il quotidiano La Nazione di Livorno: “La crisi non risparmia Lucchini: riduzione dei turni.” Un esempio di applicazione locale della crisi finanziaria globale. La crisi investe il mercato dell’acciaio, il prezzo del rottame d’acciaio crolla da 750 a 350 dollari. Chi ha rottame non lo vende. Senza rottame non si produce acciaio. A Piombino abbasseranno i turni settimanali da 19 a 15. Si comincia a parlare di esuberi e di cassa integrazione, di fermate dello stabilimento per due o più settimane.
Per fortuna è Piombino. A Trieste invece + 214 posti di lavoro. Però abbiamo la Ferriera. La Ferriera produce ghisa e coke per Piombino. Secondo l’azienda la crisi è transitoria, così come lo é l’esistenza di milioni di persone, che non sanno quale fine faranno i loro depositi bancari. Se la Ferriera di Servola dovesse, a breve, bloccare temporaneamente la produzione, Servola precipiterebbe nella situazione di Piombino. Avrebbe ragione Ettore Rosato (sarà la crisi a chiudere la Ferriera?) ed avremmo ragione noi, che lo stiamo dicendo, inascoltati, da molti anni.
Sapere che qualcuno aveva ragione potrà consolare gli operai senza lavoro e coloro i quali stanno reclamando salute, bonifiche e riconversione, visto che si ritroveranno con tutti questi problemi ancora irrisolti dall’improvvisa chiusura non programmata di uno stabilimento siderurgico?
Possono finire male anche le giornate iniziate sotto i migliori auspici.

Trieste 09.10.2008
Igor Kocijančič
Presidente Gruppo consiliare regionale
la Sinistra l'Arcobaleno
Predsednik deželne svetniške skupine
Levica Mavrica