venerdì 21 dicembre 2012

problematiche inerenti la crisi finanziaria del settore dei traffici marittimi containerizzati e possibili ripercussioni sui porti regionali e sul porto di Trieste.-


            INTERROGAZIONE :

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che la crisi dei traffici containerizzati ha investito, con un “ritardo tecnico” di un anno rispetto alla crisi finanziaria, gli scali portuali europei e nazionali appena nel secondo trimestre del 2012;
Rilevato che dalla lettura del saggio di Sergio Bologna “Il Crack che viene dal mare”, ripreso anche da alcune testate giornalistiche nazionali e disponibile liberamente sul sito del Centro Italiano Studi Container, autorevolissimo centro di ricerca di economia marittima e logistica, si evince che dopo la bolla immobiliare e dei mutui subprime sarebbe già scoppiata la bolla dello shipping nel settore dei container con epicentro europeo (Amburgo);
Preso atto che in base ad uno studio della società Alix Partner, solo nel 2011 le prime sedici flotte mondiali del settore container avrebbero perso complessivamente 6 miliardi di dollari, accumulando oggi un indebitamento presso il sistema bancario complessivamente stimato in 90 miliardi di dollari e che una parte di esse sarebbe, secondo lo stesso studio, unable to cover the interest payments – senza risorse per pagare gli interessi di questo enorme debito;
Sottolinea che, in base all’unanime giudizio dei maggiori analisti internazionali, il crack sarebbe causato dalla corsa, da parte delle compagnie di navigazione, a ordinare navi sempre più grandi e costose provocando in tal modo l’eccesso di offerta che ha causato la disastrosa caduta dei noli e la conseguente perdita di valore delle navi stesse, al punto che, come scrive l’autorevole “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, il valore di molte navi è sceso ai livelli dei prezzi di demolizione;
Rilevato che tale condotta risponde più a logiche finanziarie che industriali, volte ad alimentare un rapporto privilegiato con le banche che sostengono queste grandi società sulla base delle quote di mercato e del valore degli asset e senza tener conto minimamente della domanda di mercato;
Rilevato che queste compagnie di navigazione, too big to fail (troppo grandi per fallire), come la CMA CGM francese o la Hapag LLoyd tedesca, costringono gli stati ad interventi straordinari per salvarle oppure per salvare le banche che si sono esposte troppo con loro – com’è il caso della banca pubblica HSH Nordbank, che può essere considerata la Lehman Brother del settore;
Ritenuto, alla luce di quanto esposto, che vadano ripensati in parte ed abbandonati per altra parte progetti fantasiosi d’investimento in opere portuali che ad altro non porterebbero se non ad un ulteriore indebolimento delle infrastrutture esistenti, oltre che a un vergognoso spreco di risorse pubbliche;

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente per sapere

1. Non ritenga opportuno agire tempestivamente in direzione di una rapida e strategica revisione generale delle politiche e degli indirizzi volti agli interventi previsti per i porti del FVG ed in particolare per il porto di Trieste?
2.  Non ritenga necessario concentrare le risorse disponibili nel potenziamento e miglioramento dell’infrastruttura ferroviarie di servizio alle aree industriali ed avviare invece nel sistema portuale regionale un potente sforzo di miglioramento ed implementazione della infrastruttura e dei servizi telematici, in modo da collocare i nostri porti nella sfera della knowledge economy e sottrarli ai puri appetiti dei signori del cemento?

            Trieste, 18 dicembre 2012                                                                                      Igor Kocijančič

mercoledì 19 dicembre 2012

I gravi disagi per i degenti del reparto di geriatria presso l’Ospedale Maggiore di Trieste sono riconducibili alla Spending Rewiev?



Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che lo scrivente ha ricevuto numerose segnalazioni riguardanti le condizioni di criticità e di disagio che i pazienti ricoverati presso il reparto di geriatria presso l’Ospedale Maggiore di Trieste, degenti prevalentemente anziani e non autosufficienti, caratterizzati da precaria autonomia motoria e limitata manualità;
            Rilevato che le numerose segnalazioni pervenute da familiari e congiunti dei pazienti ed operatori nel denunciare uno scadimento generale del servizio di assistenza, sottolineano il peggioramento della qualità dei pasti somministrati ed evidenziano che gli stessi vengano serviti in contenitori e con posate di plastica leggera e fragile, con conseguenze facilmente immaginabili vista la tipologia di degenti;
            Ritenuto che tutto ciò sia una derivazione della cosiddetta logica del risparmio o un effetto diretto della Spending Rewiev, che oltre a rendere più difficili e complicate le condizioni di degenza, si ripercuote anche su lavoratrici e lavoratori della cooperazione sociale, già addetti al ritiro dei vassoi ed al lavaggio delle stoviglie, che rischiano di perdere un lavoro precario e sottopagato, che però grazie al loro servizio garantiva ai degenti una somministrazione di pasti dignitosa;
            Preso atto che tale situazione, riferita nello specifico all’Ospedale Maggiore di Trieste sembra generalizzata alle strutture ospedaliere di Trieste e probabilmente di tutta la regione ed è indice di un approccio disumano e mostruoso al problema del contenimento della spesa;      

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga la Giunta regionale per sapere se

1.   Non ritenga gravissimo quanto segnalato in premessa della presente interrogazione.
2.   Sia intenzione della Giunta regionale intervenire per porre rimedio a tale incresciosa situazione.

            Trieste, 19 dicembre 2012
                                                                                                          Igor Kocijančič

mercoledì 12 dicembre 2012

“Terzo mandato ai sindaci pagina vergognosa di questa legislatura”

Alla fine ci sono riusciti, impermeabili all’insofferenza per politica ed istituzioni, una maggioranza risicata di 18 voti a favore (17 i contrari) agevolata anche da alcune non partecipazioni al voto “tattiche” non registrate nei banchi del PD, ha approvato la norma che istituisce la possibilità di tre mandati consecutivi per i sindaci di tutti i comuni della regione, unici esclusi i quattro comuni capoluogo. Alla fine è passata una norma molto peggiore di quella bocciata la settimana scorsa, perché estesa anche ai comuni nei quali è previsto il doppio turno. Del tutto indifferenti al fatto che il limite di due mandati consecutivi abbinato all’elezione diretta dei sindaci ha una propria ratio giuridica, hanno introdotto “una nuova specialità del FVG”: da oggi, tranne che a Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone, i sindaci potranno essere rieletti e rimanere in carica per quindici anni di fila. Per qualche ignota ed oscura ragione la norma è passata in virtù di un trasversale gradimento di tale ipocrita obbrobrio che ha prevalso sulle contrarietà ed anche sul senso di pudore istituzionale.

Domani è previsto l’assedio del palazzo del consiglio regionale. Chi l’ha proposto ha un motivo in più per attuarlo.



Trieste, 11.12.2012

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 26 novembre 2012

“Rigassificatore. Il Ministero adesso corre (anche per Terna)”



            A pochi giorni dell’incredibile epilogo sulla vicenda del rilascio dell’AIA per il rigassificatore di Zaule che ha sconcertato, se non indignato, istituzioni e cittadini della provincia di Trieste, è doveroso registrare e segnalare, che c’è chi, incurante delle proteste, dei pareri motivati e dei ricorsi presentati in sede amministrativa, ha impresso una forte accelerazione sul versante del rigassificatore e delle opere ad esso correlate.
 
Sul Messaggero Veneto di oggi (guarda caso, non su Il Piccolo), è comparso, alle pagine 14 e 15, l’avviso pubblicato dal Ministero dello sviluppo Economico – Dipartimento per l’energia, di avvio del procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, all’asservimento ed all’occupazione temporanea e di dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione da localizzare nel Porto di Trieste, località Zaule e delle relative opere di interconnessione elettrica localizzate nel Comune di Trieste. In parole povere, ancora prima che sia conclusa la vicenda relativa alle modalità di rilascio per l’autorizzazione integrata ambientale, che tanto scandalo ha suscitato appena pochi giorni fa, il ministero inizia l’iter che consentirà a Terna di iniziare i procedimenti propedeutici agli espropri necessari per la realizzazione di un’opera almeno tanto controversa quanto il rigassificatore, e cioè l’elettrodotto Redipuglia – Trieste, che oltre ad essere necessario in relazione al tracciato TAV/TAC Ronchi – Trieste, è evidentemente strategico anche per l’approvvigionamento energetico del rigassificatore.
            Le due vicende sono emblematiche di cosa significhi, nel concreto, il concetto di poteri forti. Per noi significa semplicemente che la battaglia contro il rigassificatore di Zaule e contro il tracciato di elettrodotto non interrato continua in tutte le sedi proprie, istituzionali e non istituzionali.

            Trieste, 26.11.2012    
                                                                                              Igor Kocijančič, Stefano Pustetto
                                                                                   Consiglieri regionali La Sinistra L'Arcobaleno

venerdì 23 novembre 2012

RISPOSTA all'



interrogazione a risposta immediata n. 931
 Presentata dal Consigliere Kocijancic
“Sulla traduzione in sloveno della documentazione VlA del progetto TAV/TAC".

Con nota del 22 maggio 2012 il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e  del Mare comunicava alla scrivente amministrazione, nonché alla stessa RFI S.p.A., che il Ministero dell'Agricoltura e  dell'Ambiente della Repubblica di Slovenia, ricevuta la documentazione del progetto in argomento, ne  chiedeva una traduzione in lingua slovena.
Nella medesima nota, il Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare invitava la RFI, congiuntamente alla Regione Friuli Venezia Giulia, a provvedere all'inoltro del materiale tradotto direttamente all'Autorità Slovena.
La Direzione centrale ambiente, energia e  politiche per la montagna – preso atto  che in sede di "Commissione lnterGovernativa (C.I.G.) Italia-Slovenia per lo sviluppo del collegamento ferroviario Trieste Divaca” si è comunemente deciso di promuovere un approfondimento tecnico tra RFI ed il Ministero dell'Agricoltura e dell'Ambiente della Repubblica di Slovenia per verificare la sussistenza degli impatti sulla falda idrica della tratta Ronchi dei Legionari -Trieste con nota del  14 giugno 2012 ha chiesto a RFI S.p.A.
di mettere a disposizione del Ministero dell'Agricoltura e dell'Ambiente della Repubblica di Slovenia, secondo quanto previsto dalla normativa vigente (comma 4 art. 32 del D.Lgs. 152/2006) gli elementi del progetto preliminare  e  dello Studio di Impatto Ambientale tradotti in lingua slovena.
Con nota 16/11/2012 pervenuta alla Direzione centrale Ambiente in data 21/11 le Ferrovie dello Stato italiane hanno trasmetto la documentazione progettuale e SIA in lingua slovena.

comunicato stampa



“Progetto e SIA del progetto TAV Trieste – Divača appena trasmessi in Slovenia”

            Malgrado negli ultimi giorni siano circolate voci su presunti accordi raggiunti a Bruxelles in merito ad una possibile “accelerazione” dell’iter progettuale riguardante la tratta TAV/TAC Trieste – Divača, sembra che le cose continuino ad andare a rilento, ad ulteriore conferma delle buone ragioni dei tanti che continuano a considerare la TAV e soprattutto la parte del progetto Ronchi-Trieste – Divača inutile, eccessivamente onerosa e devastante dal punto di vista ambientale.
E’ la sintesi che si può ricavare dalla risposta fornita all’IRI del sottoscritto in merito alla mancata traduzione in lingua slovena della documentazione VIA, che sembra essere stata risolta appena pochi giorni fa e trasmessa al vaglio del Ministero dell’agricoltura e dell’ambiente della Repubblica di Slovenia, che attendeva tale documentazione dal mese di maggio.
            Adesso il Ministero avrà il materiale per svolgere gli approfondimenti richiesti per verificare la sussistenza degli impatti sulla falda idrica e verosimilmente si prenderà il tempo necessario per un approfondimento adeguato, evitando incaute valutazioni ed accelerazioni su un tema di tale sensibilità, al contrario di certe conferenze dei servizi regionali, che su altri versanti – leggi rigassificatore - esprimono pareri favorevoli, prescindendo dai pareri espressi da ben tre amministrazioni comunali e dalla Provincia.

            Trieste, 23.11.2012    
                                                                                              Igor Kocijančič
                                                                                   Consigliere regionale PRC – SE
                                                                       Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

traduzione in sloveno documentazione VIA



Consiglio Regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

(ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE)

CONSIGLIERE INTERROGANTE:   Igor Kocijancic

GRUPPO CONSILIARE    LA SINISTRA L’ARCOBALENO

OGGETTO:  Sulla traduzione in sloveno della documentazione VIA del progetto TAV/TAC.-


TESTO   
Premesso che allo scrivente è giunta notizia che RFI – Rete Ferroviaria Italiana starebbe provvedendo alla traduzione in lingua slovena dei testi allegati alla valutazione di impatto ambientale della tratta Mestre – Trieste del progetto TAV – TAC, in quanto uno dei rilievi presentati in merito, sia da enti che da semplici cittadini, verterebbe proprio sulla mancata disponibilità delle traduzioni in argomento, pur essendo gran parte dei tratti isontino e triestino inserita in aree densamente abitate da popolazione di lingua slovena e compresi nel territorio soggetto a tutela ex legge 38/2001;

Tutto ciò premesso e rilevato Il sottoscritto consigliere regionale chiede di sapere

  1. Se  quanto riportato dallo scrivente corrisponda al vero e quali siano i tempi previsti per l’ultimazione delle traduzioni di cui alla premessa della presente interogazione.


Trieste, 19 novembre 2012


                                                                                                    Igor Kocijančič
                                                                            Consigliere regionale e Presidente del Gruppo
                                                                                              La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 22 ottobre 2012

impianto di rigassificazione Gas Natural a Zaule

Consiglio Regionale Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia X LEGISLATURA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA (ARTICOLO 163 REGOLAMENTO INTERNO CONSILIARE) CONSIGLIERE INTERROGANTE: Igor Kocijancic GRUPPO CONSILIARE LA SINISTRA L’ARCOBALENO OGGETTO: Quesiti di attualità sull’impianto di rigassificazione Gas Natural a Zaule.- TESTO Premesso che solo alcuni giorni il ministro all’ambiente Clini ha dichiarato, a margine dell’incontro bilaterale interministeriale tra Italia e Slovenia che l’installazione del rigassificatore a Zaule sarebbe una questione interna dell’Italia; Rilevato che Gas natural ha aperto nella nostra città da alcuni giorni dei gazebo – info point con i quali si presume sia intenzionata a pubblicizzare l’installazione dell’impianto di rigassificazione on shore di cui sopra; Rilevato che allo scrivente a tutt’oggi non risulta che Gas Natural abbia provveduto a risolvere le numerose criticità progettuali che stanno alla base dei pareri negativi resi da ben tre consigli comunali e dal consiglio provinciale di Trieste, né si hanno ulteriori notizie pubbliche circa gli esiti della conferenza dei servizi che sta affrontando le numerose criticità connesse alla progettazione dell’impianto e della quale fa parte anche la Regione FVG; Dato atto che dovrebbe ancora sussistere l’incombenza del parere negativo reso dagli organi competenti della Repubblica di Slovenia; Dato atto che non è dato sapere quale sia il destino della conferenza dei servizi di cui sopra: Tutto ciò premesso e rilevato Il sottoscritto consigliere regionale chiede di sapere 1. Su quali presupposti giuridici vertano le dichiarazioni del ministro Clini, se alla Regione FVG risulti che oltre alla posa in opera dei gazebo – info point allestiti in questi giorni da Gas Natural .in vari punti della città l’impresa in argomento abbia provveduto a risolvere le numerose criticità progettuali di cui alla premessa della presente ed infine quale sia lo stato dell’arte della conferenza dei servizi di cui sopra. Trieste, 22 ottobre 2012 Igor Kocijančič Consigliere regionale e Presidente del Gruppo La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 1 agosto 2012

“Ferriera, o delle occasioni perdute.”


C’è di che rimanere esterrefatti a leggere i resoconti giornalistici dell’assemblea di martedì scorso dei lavoratori di Ferriera e Sertubi, che per l’ennesima volta producono, insieme a tutte le organizzazioni sindacali, un documento contro l’inerzia della politica e per la prosecuzione dell’attività anche dopo il 2015. Arrivano anche a contraddire se stessi, chiedendo un tavolo, l’ennesimo. Come se sul problema ferriera non ci fossero e non ci fossero stati decine di tavoli istituzionali, come se al Ministero per lo sviluppo economico ed a quello dell’ambiente ignorassero il problema, come se gli stessi operai non sapessero,che rispetto ai 500 posti di lavoro, indotto escluso, gli 12000 dell’Ilva di Taranto o i circa 2000 di Piombino (sempre indotti esclusi) sono un problema di entità sicuramente maggiore rispetto al problema della Ferriera di Servola, anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, che è l’unica cosa alla quale sembra davvero tenere il Governo.

Intanto a Taranto è stata indetta per domani una manifestazione promossa dal comitato spontaneo ed apartitico “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”, sorto “…per superare il conflitto ambiente/lavoro, che fino ad oggi ha visto gli operai contrapposti ai cittadini…”Il comitato, si legge nella nota “nasce con gli obiettivi della tutela della salute e dell’ambiente, coniugata al reddito di cittadinanza e alla piena occupazione. Riunisce operai Ilva, lavoratori, disoccupati, precari, studenti, cittadini che d’ora in poi, per la prima volta insieme, pretendono di essere al centro di ogni decisione politica sul futuro della città di Taranto” (fine della citazione).

Siamo di fronte alla riproposizione del Forum Ferriera più di dieci anni dopo, forum che era sorto come laboratorio per praticare gli stessi obiettivi delineati dal comitato di Taranto, forum che avrebbe potuto essere un’esperienza avanzata alla quale si sarebbero potuti ispirare anche altrove e che invece fu affossato perché qualcuno preferì rimanere più comodamente nella morsa della contrapposizione lavoro/salute/ambiente e continuare a sottostare ai ricatti occupazionali della Lucchini.

Il 2 agosto saremo in piazza non per contestare la decisione della magistratura, né tanto meno per difendere gli interessi della proprietà e le posizioni dei sindacati, ma per reclamare il rispetto di diritti fondamentali fino ad oggi calpestati.

Sembra una lezione, ancorché tardiva, per chi giustamente denuncia l’inerzia della politica ma potrebbe anche fare autocritica sulle proprie battaglie di retroguardia in tutti questi anni.



Trieste, 01.08.2012

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

mercoledì 4 luglio 2012

“La nuova fase istituzionale del già assessore Andrea Garlatti”



            In questi giorni sta tenendo banco, mediaticamente parlando, il futuro professionale dell’ormai ex assessore Andrea Garlatti, per il quale il Presidente Tondo, alcuni giorni fa, nel dare comunicazione all’aula delle dimissioni appena presentate, ha dichiarato che “lascia dopo aver raggiunto gli obiettivi che gli erano stati assegnati”.
Ora, nessuno mette in dubbio la preparazione specifica ed il livello di conoscenze del prof. Andrea Garlatti, riconosciuto ed autorevole docente universitario di diritto pubblico ed amministrativo. Diversa e del tutto negativa è invece la valutazione che dobbiamo esprimere se parliamo di efficacia nel ruolo di assessore regionale, ruolo che ha ricoperto per quasi tre anni pieni. Ignoriamo, quali siano stati gli obiettivi che gli aveva assegnato il Presidente Tondo, se però rimaniamo ancorati ai risultati concreti possiamo rilevare che, pur avendolo annunciato più volte, non è riuscito a presentare alcun disegno di legge di riforma della autonomie locali, che il tanto propagandato e strombazzato “riassetto  delle comunità montane” che ha prodotto (per ora solo sulla carta) le unioni dei comuni montani, a più di un anno dalla sua approvazione risulta non attuato ed inapplicabile. Il fatto che dopo più di un anno nessuna delle unioni montane non solo non riesca a funzionare, ma non sia ancora riuscita ad approvare nemmeno uno statuto, la dice tutta.
Sono gli esempi più eclatanti, e ci fermiamo a questi, perché su questi l’amministrazione Tondo e la maggioranza hanno investito molto, riuscendo, per il momento a dimostrare unicamente che non sempre è facile costruire sulle proprie macerie.
            Il senso comune di opportunità avrebbero poi dovuto suggerire a Tondo un’indicazione diversa da quella dell’assessore uscente per l’incarico di direttore scientifico della scuola regionale della funzione pubblica, che è un’altra delle “creature” che Garlatti ha contribuito ad istituire da assessore. A questo punto non vorremmo che, come avevano già anticipato alcune testate locali, un altro possibile futuro ruolo istituzionale di Andrea Garlatti sia quello di amministratore del fondo previdenziale regionale che è un’altra delle operazioni ispirate dall’assessore Garlatti ed approvate da questa maggioranza.
            Conflitto d’interessi, cosa sarà mai?       
   
            Trieste, 03.07.2012
                                                                                            Igor Kocijančič
                        Consigliere regionale PRC – SE
                       Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

venerdì 1 giugno 2012

“Se la destra fa la destra…”

Prendiamo dalla cronaca più recente due esempi dell’arroganza della destra, che sembra riprenda a fare con maggiore zelo il proprio mestiere di portavoce diretta degli interessi padronali e di classe.

Alcuni consiglieri del centrodestra hanno proposto di abolire i pochi sostegni ai “poveri e bisognosi” e di dare questi soldi alle imprese, per favorire lo sviluppo delle stesse e contribuire, per questo tramite, alla crescita dell’occupazione.

E’ bene puntualizzare che in questa crisi globale e profonda “i poveri” non sono una categoria astratta dello spirito. Sono state inventate, a proposito, numerose nuove definizioni a livello globale tra le quali spicca quella di “working poors “ lavoratori poveri, o, più letteralmente “poveri con impiego” per indicare coloro i quali - pur disponendo formalmente di un’occupazione lavorativa - non riescono ad arrivare a fine mese. Si tratta quindi della solita politica antipopolare che finanzia banche e imprese promettendo ricadute positive per i lavoratori negli anni a venire. Anni che - ormai l’abbiamo imparato bene - non arrivano mai, né sono destinati a venire, perché per qualche oscura ragione - solitamente innescata da quegli “organismi imparziali” che Monti non si dimentica mai di citare per rafforzare le scelte liberiste del suo governo – non è mai il momento di ridistribuire la ricchezza prodotta dal paese. Le uniche volte in cui questo è avvenuto è stato per effetto delle lotte degli operai e dei lavoratori negli ormai lontanissimi anni sessanta e settanta.

A livello regionale la destra ha nascosto all’interno della legge sulla portualità regionale delle norme di peggioramento delle condizioni di lavoro dei portuali, autorizzando, in contrasto con la legge nazionale, la cosiddetta autoproduzione e cioè il fatto che le navi fornite di mezzi e personale possano eseguire da sole le operazioni di scarico e carico. In nome dell’autonomia e della specificità regionale la destra persegue apertamente una politica contro i residui diritti dei lavoratori portuali per un’ulteriore rincorsa al ribasso del costo del lavoro, incentivando l’autosfruttamento nelle cooperative. Una politica di deregolamentazione dei diritti dei lavoratori che con vari artefici e protagonisti ben conosciuti stanno portando avanti da anni all’interno del porto e che produce sfruttamento, precariato e drammatiche contestazioni come quella di alcuni giorni fa avvenuta nello scalo triestino. Episodi che non dovrebbero essere necessari, perché nessun lavoratore dovrebbe essere costretto a gesti eclatanti per poter richiamare l’attenzione pubblica sulle pessime condizioni di lavoro e di trattamento economico. Sarebbe interessante sapere quale lezione abbia potuto trarre dalla vicenda in questione la Presidente dell’Autorità Portuale, che ha potuto ascoltare dalla voce di quel lavoratore e di altri portuali quali siano le condizioni lavorative alle quali sono costretti proprio nel giorno in cui le locandine riportavano la notizia dell’aumento della sua indennità di funzione.

Quando la destra fa la destra è ora che tutta la sinistra riprenda a fare il suo vero lavoro politico facendosi guidare dalle indicazioni che emergono dal mondo del lavoro e del non lavoro.

Trieste, 01.06.2012

Igor Kocijančič

Consigliere regionale PRC – SE

Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

coordinamento regionale Federazione Sinistra

Si è riunito in questi giorni ad Udine il coordinamento regionale della Federazione della Sinistra, che partendo da un’analisi dell’attuale situazione politica, ha ravvisato la necessità di una maggiore articolazione, anche a livello regionale, della campagna di mobilitazione nazionale per l’opposizione alle politiche liberiste ed antipopolari del Governo Monti e la difesa dello Statuto dei lavoratori e dell’art. 18, in continuità con i contenuti della manifestazione nazionale organizzata a Roma il 12 maggio dalla Federazione della Sinistra a livello nazionale.


Nel corso della riunione si é discusso anche dei recenti esiti del voto amministrativo, che anche nella nostra regione ha interessato alcune importanti realtà. Nel contesto di un quadro generale discontinuo e totalmente mutato rispetto alle ultime tornate elettorali e non nascondendosi le difficoltà di consenso che riguardanop anche l’esito della FdS, va rilevato però che in FVG vi sono stati alcuni buoni risultati conseguiti dalle liste della Federazione sia in coalizione, come a Duino Aurisina, a Sagrado ed a Gorizia, dove si è eletto un consigliere, o in collocazione autonoma, come a San Canzian d’Isonzo o a Cervignano. E’ stata inoltre espressa viva soddisfazione per la riconferma del sindaco Patat a Cormons e l’affermazione della lista civica di sinistra.

Il coordinamento regionale della FdS ravvisa la necessità di contribuire con il proprio programma ad un confronto con i vari soggetti politici, sindacali e di movimento che anche nel Friuli Venezia Giulia avvertono la necessità di un’uscita a sinistra dalla crisi e ad una ricomposizione della sinistra anche a livello regionale e proporrà quindi, prima della fine dell’estate, un’assemblea pubblica aperta a tutti i soggetti impegnati su questo terreno.

Nel corso della riunione sono stati eletti a portavoce della Federazione della Sinistra per il Friuli Venezia Giulia Isabella Sartogo ed Igor Kocijančič.





Trieste, 1 giugno 2012

L’Ufficio stampa della FdS FVG

mercoledì 23 maggio 2012

“Il DDL sulla portualità regionale non appassiona la maggioranza”


L’interesse dimostrato in aula per il disegno di legge riguardante la disciplina della portualità regionale è risultato, finora, inversamente proporzionale alla rilevanza attribuitagli dalla giunta regionale e dai media locali. Il fatto che non si sia riusciti a procedere con la discussione dell’articolato, malgrado l’esaurimento della discussione generale già nel primo pomeriggio è significativo.
Ribadendo il rischio di contraddizione giuridica e rimandando, in materia, alle puntuali ed acute osservazioni del prof. Bartole (cfr. Il Piccolo di sabato, 19 maggio 2012), che alludono al velleitarismo legislativo regionale, rimane anche un interrogativo riguardante il senso di questo provvedimento, che sembra non convincere nemmeno chi dovrebbe sostenerlo con convinzione, l’attuale maggioranza regionale.
Questo DDL è ciò che resta dopo due anni di convegni e di tentativi di “lancio” del cosiddetto progetto Unicredit e di potenziamento del porto di Monfalcone, che quale primo effetto concreto della norma vedrà il proprio declassamento da porto di rango nazionale a scalo di interesse regionale. Inoltre, in un momento in cui sono state finalmente sbloccate ed assegnate dal CIPE le risorse per la piattaforma logistica del Porto di Trieste, aprendo una nuova serie di opportunità, sarebbe stato certamente più produttivo ragionare da subito in termini di estensione dell’Autorità Portuale di Trieste anche agli scali di Monfalcone e Porto Nogaro nell’ottica di contribuire fattivamente almeno in questa regione al sistema di porti dell’Alto Adriatico, sul quale a parole sembrano tutti d’accordo, piuttosto che ostinarsi a discutere una norma di carattere interlocutorio e transitorio, che dovrà essere comunque adeguata.
Giova ricordare, senza nulla togliere ai porti di Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, che Trieste è, malgrado gli attuali limiti e la crisi il secondo porto nazionale per tonnellaggio movimentato e che rimane, assieme a quello di Genova, lo scalo più importante per le comunicazioni con l’Europa, soprattutto per i collegamenti con l’est europeo. Inoltre è lo stesso Statuto del FVG che conferisce al Porto di Trieste valenza e rilevanza centrale e strategica regionale, appare quindi ancora più difficilmente comprensibile, allo stato attuale, la creazione di una dimensione portuale regionale che prescinda da un ragionamento complessivo della situazione dei porti della regione. 

            Trieste, 23.05.2012
                                                                                                                                          Igor Kocijančič
                                                                                                                 Consigliere regionale PRC – SE
                                                                                     Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 24 aprile 2012

“Basta con le provocazioni fasciste alla foiba il 25 Aprile”




E’ ormai da qualche anno che il sedicente GUD – Gruppo Azione Difesa, soggetto inesistente per il resto dell’anno, all’approssimarsi del 25 Aprile, Festa Nazionale della Liberazione, procede ad affissioni abusive di manifesti riproducenti deliranti slogan inneggianti al fascismo ed alla Repubblica di Salò per pubblicizzare quella che vorrebbe essere la controcelebrazione del 25 Aprile alla foiba di Basovizza, alla quale solitamente si aggregano alcune decine di neofascisti dal Veneto.
Negli ultimi le autorità preposte, ritenendo probabilmente di agire nell’ambito di una discutibile riduzione del danno, hanno autorizzato lo svolgimento della comparsata fascista, alquanto in controtendenza con molti altri paesi dell’Unione europea e non, che ultimamente hanno pensato bene di tornare a proibire i raduni neofascisti e neonazisti.
Sarebbe molto opportuno ripristinare questa sana consuetudine anche nella nostra città, così come sarebbe altrettanto opportuno che il Comune provvedesse a far togliere quegli orrendi manifesti abusivamente affissi.

            Trieste, 24.04.2012
                                                                                              Igor Kocijančič
                                                                                   Consigliere regionale PRC – SE
                                                                       Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

martedì 10 aprile 2012

disagi ai cittadini derivanti dal malfunzionamento del servizio di prenotazione telefonica unificato per visite mediche specialistiche.-

X LEGISLATURA


INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

OGGETTO:
disagi ai cittadini derivanti dal malfunzionamento del servizio di prenotazione telefonica unificato per visite mediche specialistiche.-


Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che allo scrivente sono pervenute varie segnalazioni riguardanti il malfunzionamento del servizio telefonico unico regionale che dal 1° gennaio 2012 sostituisce i numeri telefonici locali o i numeri verdi per la prenotazione delle visite mediche specialistiche, lamentando che lo stesso è più complicato e costringe l’utenza a lunghi tempi d’attesa che molto spesso si conclude senza che l’utente possa effettivamente parlare con l’operatore;

Rilevato che il precedente servizio su base provinciale risultava molto più efficiente ed efficace, mentre quello nuovo sta creando notevoli disagi a tutti gli utenti e soprattutto agli anziani bisognosi di prenotare visite specialistiche;

Rilevato, infine, che da quanto segnalato le nuove modalità di prenotazione risultano peggiori rispetto alla situazione precedente e che francamente non si comprende quale sia l’effettivo miglioramento ed il risparmio di risorse pubbliche che derivi dalla scelta operata;

Tutto ciò premesso

Il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente per sapere


1. Se non ritenga, alla luce di quanto esposto e nell’ambito di un effettivo miglioramento complessivo del funzionamento del CUP, di disporre il ripristino delle modalità di prenotazione telefonica delle visite specialistiche precedenti all’introduzione del numero unico regionale, che si sta oggettivamente rivelando un peggioramento del servizio.


                                Trieste, 10 aprile 2012                                                                Igor Kocijančič

disagi ai cittadini derivanti dalla reiterata disapplicazione della Legge 23 febbraio 2011, n. 38 nel Comune di Cividale del Friuli in materia di rilascio di carte d’identità bilingui.-

Il Comune di Cividale continua ad essere inadempiente per quanto concerne uno dei propri compiti istituzionali, cioé il rilascio di documenti d’identità. In allegato il testo dell’interrogazione presentata in data odierna che testimonia a quali vicissitudini debbano andare incontro i cittadini che in quel Comune chiedono il rilascio della carta d’identità bilingue. Cividale rientra nel novero dei Comuni nei quali si applica la legge 38/2001, ma il rilascio dei documenti d’idenità non è una competenza dello sportello bilingue: è sufficiente che il Comune si doti di un congruo numero di documenti bilingui e li rilasci ai richiedenti, come succede in tutti gli altri comuni nei quali si applica la legge 38/2001. Non si richiede alcun servizio di traduzione o di conoscenza specifica della lingua slovena, ma il rilascio di modelli bilingui già prestampati ed esistenti, per questo la condotta del Comune di Cividale è da ritenersi inqualificabile e per questo lo scrivente, nello specifico, ipotizza l’omissione di atti d’ufficio.

X LEGISLATURA
INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE FVG
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

OGGETTO: disagi ai cittadini derivanti dalla reiterata disapplicazione della Legge 23 febbraio 2011, n. 38 nel Comune di Cividale del Friuli in materia di rilascio di carte d’identità bilingui.-

Il sottoscritto consigliere regionale

Premesso che in data 24.11.2011 il sottoscritto, unitamente ai colleghi Gabrovec e Pustetto, presentava analoga interrogazione riguardante l’odissea di un cittadino residente a Cividale del Friuli al quale il Comune di Cividale stava negando da mesi il rilascio di una carta d’identità bilingue;
Atteso che al cittadino richiedente, dopo che lo stesso si era visto costretto a rivolgersi alla Prefettura – UTG di Udine, oltre che al Comune di Cividale del Friuli per conoscere i motivi che avevano impedito il rilascio del documento d’identità personale in forma bilingue, fu effettivamente rilasciato il documento nel gennaio del 2012 e che a distanza di pochi giorni il documento d’identità bilingue fu rilasciato senza intoppi ed interminabili attese anche alla figlia del suddetto;
Rilevato che la figlia del richiedente smarriva i documenti a Trieste a fine febbraio e, dopo aver fatto regolare denuncia alla Polizia, provvedeva a richiedere copia della patente e della carta d'Identità agli uffici competenti, presentando quindi al Comune di Cividale la richiesta di rilascio di una nuova carta d'identità bilingue;
Dato atto che in seguito la richiedente riceveva dal Comune di Cividale copia, per conoscenza, della nota che il Comune aveva inviato alla Comunità Montana con richiesta di riattivazione dello sportello bilingue per gli adempimenti del caso, ma nella medesima missiva si segnalava anche la sopravvenuta scadenza della convenzione con il Comune di Cividale per le finalità previste dalla legge 38/2001;
Rilevato che in seguito un impiegato del Comune di Cividale comunicava informalmente alla richiedente che, essendo cessata la convenzione con lo sportello linguistico, non era possibile procedere al rilascio della carta d'identità bilingue;
Rilevato che il Comune di Cividale del Friuli è compreso nella tabella approvata con D.P.R. 12 settembre 2007 contenente il novero dei comuni nei quali si dà attuazione della Legge 23 febbraio 2001, n. 38;
Ritenuto nella circostanza descritta inqualificabile il comportamento del Comune di Cividale del Friuli che, oltre a non ottemperare ad una legge nazionale adducendo motivazioni pretestuose – lo sportello linguistico infatti non è preposto al rilascio di documenti d’identità bilingue, mentre lo è sicuramente il Comune - è imputabile, nella fattispecie, di omissione di atti d’ufficio.;
Rilevato, infine, che il sottoscritto, in attesa di risposta, si riserva comunque di informare dell’accaduto il Commissario del Governo e l’autorità giudiziaria trasmettendo la presente interrogazione.

Tutto ciò premesso
Il sottoscritto consigliere regionale interroga la Giunta regionale per sapere se

1. Non ritenga che nella fattispecie narrata in premessa e nella condotta sin qui tenuta da parte del Comune di Cividale sia ravvisabile il reato di omissione di atti di ufficio?
2. Sia intenzione della Giunta regionale e della competente Direzione centrale richiamare, nella fattispecie, il Comune di Cividale del Friuli ad un corretto svolgimento delle proprie funzioni e ad un’efficiente erogazione dei servizi istituzionali.

Trieste, 10 aprile 2012 Igor Kocijančič

sabato 25 febbraio 2012

IL CIP6 VALE UN MILIONE DI EURO AL MESE

L’assessore Seganti in questi giorni ha completato la risposta ad una mia interrogazione del giugno scorso sulla vertenza della Ferriera di Servola. Credo che il dato sulla consistenza del contributo annuale CIP6 che viene erogato alla centrale Elettra per la produzione di energia elettrica dal recupero dei gas forniti dalla Ferriera di Servola debba entrare nel dibattito cittadino ed essere commentato da tutti gli attori - istituzionali o meno - che si sono confrontati in questi anni con la questione della Ferriera.
Nel 2010 la Elettra Produzione srl ha incassato un contributo di 11.850.000 euro (undici milioni e cinquecentomila euro), poco meno di un milione di euro al mese. Rammento a chi commenterà questa cifra, pagata direttamente dai cittadini con l’aumento nelle bollette del 6%, che si tratta di un contributo ridotto rispetto a quello che era stato versato per i primi dieci anni della convenzione e ricordo inoltre che i Fondi finanziari inglesi proprietari di Elettra si erano iscritti ad un elenco per ottenere l’anticipo di tutto il contributo da qui al 2015 (data di scadenza prevista per l’erogazione del CIP 6)
Ora le indiscrezioni sul protocollo di intesa e il piano industriale della Lucchini per Trieste indicano scadenze e impegni precisi. Vediamoli:
1) La Lucchini spa ha aggiornato la chiusura inizialmente indicata per dicembre 2013 al 2014 per l’altoforno e a tutto il 2015 per la cokeria.
2) Gli investimenti per la manutenzione a garanzia della continuità operativa per i prossimi quattro anni, fino al 2015, risultano essere per 2 milioni e mezzo dalla Lucchini spa e per 18 milioni dalla Servola spa , quindi dall’attività dello stabilimento di Trieste.
3) Non ci saranno investimenti superiori ai 2 milioni e mezzo di euro da parte della Lucchini spa e non vi sarà quindi alcuna ricaduta sul territorio triestino e sullo stabilimento siderurgico nell’ipotesi di eventuali rinegoziazioni con le banche o di sblocchi di crediti attualmente congelati dalla magistratura.
4) Gli interventi economici per la continuità dell’attività produttiva si limitano quindi ai diciotto milioni di euro che dovrebbero essere trovati all’interno delle attività dello stabilimento triestino, e quindi direttamente riconducibili in buona parte al contributo CIP6 che permette ad Elettra di continuare a produrre energia dall’acquisto dei gas dalla Ferriera.
5) Non c’è alcuna assicurazione per danni ambientali o previsione di spesa da parte della Lucchini per quanto riguarda la parte aziendale di responsabilità nella bonifica del sito al momento della chiusura.

Siamo di fronte ad una attività produttiva e ad uno stabilimento che il protocollo definisce non più compatibile con il contesto territoriale in cui è inserito. Ci aspettano ulteriori quattro anni con l’impegno a spendere per la manutenzione circa 20 milioni di euro in totale mentre la centrale di cogenerazione incasserà, visti i dati del 2010, circa 48 milioni di euro di contributo CIP6 di cui una buona parte andrà a potenziare i fondi di finanziamento inglesi e gli stessi investitori.

Trieste ha bisogno di un accordo di programma che tracci un progetto per il futuro, ma come ben sappiamo non bastano parole o idee, servono anche investimenti in denaro contante. In una situazione straordinaria quale è quella presente, il Governo può fare interventi straordinari dirottando i soldi dei cittadini dal CIP6 ad un fondo per Trieste, eliminare le regalie del governo Berlusconi e investire gli euro nella loro destinazione originaria, cioè di supporto alle produzioni di energia rinnovabile: sarebbe già come aprire una porta per nuovi insediamenti produttivi nel nostro territorio.

Trieste, 24.02.2012
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

lunedì 30 gennaio 2012

COMUNICATO SU MUSEO FERROVIARIO E SULLO STATO DEI COLLEGAMENTI FEROVIARI IN REGIONE

COMUNICATO SU MUSEO FERROVIARIO E SULLO STATO DEI COLLEGAMENTI FEROVIARI IN REGIONE
(A SEGUITO DELLA CONFERENZA STAMPA DD. 30.01.2012)

Lunedì 30 gennaio 2012, alle ore 11.30, presso la sede del Museo Ferroviario di Campo Marzio, ha avuto luogo una conferenza stampa congiunta del consigliere regionale del PRC – SE Igor Kocijančič e di alcuni rappresentanti eletti nelle liste della Federazione della Sinistra alla Provincia ed al Comune di Trieste sui temi della tutela del Museo Ferroviario e della necessità di rivendicare un adeguato sistema di trasporto ferroviario per merci e persone, sia per quanto riguarda Trieste, sia per quanto riguarda l’intero territorio regionale.
Nel corso della conferenza stampa, oltre a ribadire la necessità di uno sforzo corale e congiunto delle istituzioni locali e della città intera per trovare una soluzione di sistema che consenta di garantire non solo la semplice sopravvivenza del Museo Ferroviario di Trieste – struttura unica in Italia – ma anche di un suo sviluppo negli anni futuri, i rappresentanti della Federazione della Sinistra hanno evidenziato come la nostra città e la nostra regione continuino ad essere pesantemente penalizzate dalle scelte operate da Trenitalia in tema di collegamenti ferroviari, passeggeri e merci, da e verso Trieste ed il Friuli Venezia Giulia.
Nel ribadire che Trieste ed il suo porto sono sempre più isolati dal resto del paese e dell’Europa soprattutto a causa delle decisioni assunte dai vertici nazionali di Trenitalia, anche a causa di un’inspiegabile passiva inerzia e del sostanziale silenzio delle istituzioni locali preposte al tema dello sviluppo del trasporto ferroviario (Regione in primis), nel corso della conferenza stampa è stato evidenziato anche che all’incontro istituzionale che vedrà presente giovedì prossimo in città l’ amministratore delegato di Trenitalia e di RFI., Mauro Moretti, andrebbero poste le seguenti priorità:
- l’esigenza di fornire la regione di linee ferroviarie senza fermate dai capoluoghi provinciali a Venezia Santa Lucia, per migliori collegamenti alla rete nazionale.
- puntare su un investimento per il potenziamento della Stazione di Campo Marzio verso Sesana, per iniziare fattivamente a concretizzare il progetto di ferrovia transfrontaliera rilanciato anche recentemente in sede INCE, a suo tempo già parzialmente finanziato e che potrebbe costituire un vero e proprio rilancio del trasporto ferroviario per le province di Trieste e Gorizia, garantendo anche adeguati collegamenti da con l’aeroporto di Ronchi dei Legionari da Trieste, Capodistria, Gorizia e Nova Gorica.
- la vicenda dei disservizi subiti continuamente dai pendolari esemplifica senza bisogno di ulteriori spiegazioni le contraddizioni di un servizio di trasporto pubblico assolutamente ibrido, nel quale si misurano gli effetti perversi prodotti da anni di politiche di liberalizzazioni e privatizzazioni a fronte di una gestione della reti monopolistica, che vede lo stesso Moretti a capo sia di Trenitalia che di RFI, lasciando alla Regione l’obbligo di individuare i collegamenti ritenuti necessari e sui quali incombe continuamente il rischio di soppressione, motivato, sempre secondo Moretti, dall’esigenza di non garantire treni al di sotto della massa critica di 600 passeggeri garantiti.
- vincolare l’acquisto dei nuovi treni per i quali il CIPE ha recentemente stanziato 16 milioni di euro a precise garanzie di rilancio e potenziamento dei trasporti in ambito regionale.



Trieste, 30.01.2012

Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare SA