giovedì 10 aprile 2008

TUTTA COLPA DEI PORTUALI ! PAROLA DI MANESCHI

DI CHI E’ LA COLPA SE NON AUMENTANO I TRAFFICI, SE NON CI SARANNO ASSUNZIONI, SE NON SI FARA’ IL RADDOPPIO DEL MOLO VII ?
DELLO SCIOPERO DEI PORTUALI SOSTENGONO MANESCHI & C.

Samer, Maneschi e Pacorini non hanno dubbi e attaccano lo sciopero dei portuali a seguito del gravissimo incidente del 28 marzo che è costato l’amputazione di una gamba a Sandro Paoluzzi.
Straparlano di guardie rosse e guardie nere, di pochi portuali che hanno bloccato tutto lo scalo, mentre sanno molto bene che uno sciopero di quattro giorni, con il blocco totale delle attività portuali riesce solamente quando c’è una adesione convinta e consapevole e una unità di azione di tutti i lavoratori. E’ proprio questa unità dei lavoratori che preoccupa i terminalisti. Samer, Maneschi, Pacorini & C. rimpiangono le presidenze Maresca e Monassi dell’Autorità Portuale quando potevano impunemente adoperarsi per ribassare il costo del lavoro alimentando la concorrenza al ribasso tra i lavoratori della Compagnia, delle cooperative e del Consorzio Fornitura Servizi.
La costituzione dell’art.17 – pool di manodopera – e quindi l’applicazione dopo 14 anni della legge 84/94 è stata richiesta e voluta dai lavoratori portuali come primo passo per mettere regole certe all’interno dell’organizzazione del lavoro nel porto.
Per quanto riguarda la firma del “protocollo sulla sicurezza”, che è stato l’obiettivo dello sciopero, risulta evidente il ruolo frenante e contrario dei terminalisti. Basta leggersi le dichiarazioni di Maneschi che continua ad opporsi alla possibilità per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza di operare liberamente in tutto il porto. Che segreti nascondono i terminal ed i “business” ?
E’ quindi lecito chiedersi chi ha esasperato la trattativa e protratto i tempi necessari per arrivare ad un accordo, non tanto nei giorni dello sciopero ma nei mesi precedenti.
Al tavolo convocato dal Prefetto accanto ai continui rinvii alle assemblee dei lavoratori – che riguardano il rapporto tra i portuali e le loro organizzazioni sindacali - ci sono state contemporanee verifiche tra gli imprenditori, come ha lamentato il presidente Boniciolli.
Il tentativo di creare confusione da parte dei terminalisti è esplicito quando affrontano la questione dei salari. I portuali hanno sempre affermato che accanto alla costituzione dell’art.17 era necessario un aumento delle tariffe per permettere alle imprese di rispettare il Contratto Collettivo Nazionale Lavoro e di non operare sottocosto, condizione ribadita anche dalla APT in diverse occasioni. Si tratta quindi di una rivendicazione generale che non va confusa strumentalmente con il contratto integrativo dei dipendenti del Molo VII. Ricordiamo a questo proposito che richieste salariali avanzate dai gruisti di Koper, poi allargate a tutti i lavoratori, sono state accordate senza che i portuali abbiano dovuto fare un’ora di sciopero. Non possono continuare a citare il porto di Koper solo come potenziale concorrente di Trieste e usarlo come arma di ricatto nei confronti dei portuali triestini.

Igor Kocijančič

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