martedì 15 aprile 2008

Ricostruiamo la Sinistra a cominciare dal Partito
Commento “a caldo” del voto alle politiche


Commentare una debacle di simili proporzioni non è certamente piacevole, ma è doveroso farlo, vincendo lo sconforto e lo stato d’animo che ti indurrebbe a fare e pensare altro. Continuiamo a fare politica ed a reagire a questa pesante sconfitta, inimmaginabile ed imprevista anche dai sondaggi più sfavorevoli, non contemplata nemmeno dagli analisti più ostili, non immaginata nemmeno dalle compagne e dai compagni scettici o contrari a questa forma di attuazione del processo unitario delle diverse (è bene sottolinearlo) sinistre di questo paese.
Il PD ha intercettato gran parte dei possibili voti di un soggetto con potenzialità percentuali da doppia cifra, non è riuscito a sfondare al centro, perché l’UDC ha sostanzialmente tenuto nonostante gli anatemi berlusconiani e la Sinistra Arcobaleno (vuol dire PRC – SE + PdCI + Verdi + SD) si è liquefatta e da oggi possiamo dire che la Sinistra in Italia diventa extraparlamentare grazie al fatto che il popolo della sinistra ha ritenuto di fare una scelta di parte, regalando al PD quanto basta ad avvicinarlo significativamente alla soglia del 35%. Resta da appurare ancora, e qualcuno sarà in grado di farlo a breve, a quanto ammonta, a nord, la quota di voto operaio e popolare deluso dall’Unione che ha premiato la Lega Nord.
Un dato è inoppugnabile: si fosse fatta una riflessione approfondita sul valore effettivo ed attrattivo del simbolo tradizionale del movimento operaio, adesso forse saremmo in condizione di consolarci con una sparuta rappresentanza parlamentare, posto che le due liste che presentavano falce e martello valgono insieme comunque l’uno per cento.
L’appello al voto utile ha stravinto, il popolo della sinistra non ha ritenuto di votare una sinistra senza un profilo definito, anche se è riuscita a presentarsi ai nastri di partenza con l’unità di facciata ed un simbolo festoso e multicolore.
Sembra che questo non turbi più di tanto i sostenitori del soggetto unico, che anziché fermarsi un attimo a riflettere su quanto è successo, incitano ad accelerare ulteriormente, come se nulla fosse successo, come se il 13 ed il 14 aprile non avessero dimostrato che una sinistra senza profilo e senza identità definita non serve a nessuno, perché nessuno riesce a vederne l’utilità. Se neanche il tracollo subito dopo il 14 aprile serve a far ricredere i fautori del bonapartismo e del leaderismo di sinistra ed un gruppo dirigente nazionale che ha dimostrato più impermeabilità alle istanze della propria gente e dei propri iscritti di quanto ne abbia dimostrato il Governo Prodi nei confronti dei ceti deboli, allora tocca a noi, alle iscritte ed agli iscritti di questo Partito ribadire che il processo unitario va perseguito comunque ma che questo Partito non si deve sciogliere e, al contrario, deve rinforzarsi. Avremo modo di sperimentare, nel prossimo periodo, quanto siamo in grado di fare società e come utilizziamo l’inchiesta.
Il partito deve reagire al più presto, e confido molto sul fatto che saprà farlo, come seppe farlo nel peggior momento della nostra storia, quel 1999 dove eravamo ancora più isolati di adesso.
Chi ha lasciato, però, faccia il favore di tacere. Se c’è una cosa della quale la Sinistra tutta e Rifondazione Comunista non ha bisogno, in questo momento, è proprio di nuovi sedicenti padri nobili. Chi lascia abbia il buon gusto di lasciare davvero e di tacere, soprattutto dopo questo “splendido” risultato. E niente ulteriori accelerazioni, per favore: chi vuole il nuovo soggetto unico (ammesso che trovi ancora alleati disposti a seguirlo su questa via) è libero di farlo, fuori da Rifondazione Comunista, compresi gli editorialisti che pensano che alcune idee che non sono male compensino il numero enorme di sciocchezze fatte. A Sansonetti vorrei raccontare la storiella del rabbino e delle oche…

Trieste, 15 aprile 2008
Igor Kocijancic
Segretario provinciale PRC – SE Trieste

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