giovedì 29 settembre 2011

“Traffici portuali tra rappresentazione e realtà”

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad una rappresentazione mediatica non propriamente corrispondente alla realtà riguardante il Porto di Trieste. Esiste un frattura netta tra quello che viene affermato e la realtà dei fatti. Sembra quasi che con il ritorno al comando della Presidente dell’Autorità Portuale sia tornata in auge la stagione della propaganda sui magnifici successi nei traffici portuali dello scalo triestino, siano essi immaginari o reali, non importa. Non sono da meno, in questo esercizio, gli esponenti politici esperti in materia, gli analisti, i Maresca di turno che dalle grandi prospettive del Corridoio 5 passano a fantasticare sull’imminenza di assi adriatico-danubiane e corridoi adriatico-baltici.
In realtà i traffici container del Porto di Trieste viaggiano sempre sugli stessi quantitativi, molto inferiori rispetto a quelli del Tirreno. Una nota polemica va obbligatoriamente riservata a tutti quelli operatori portuali che durante l’ultimo sciopero dei portuali triestini dichiaravano come ciò avrebbe provocato la cancellazione di traffici da e per Trieste. Sempre pronti a previsioni apocalittiche, continuando a fare i propri affari pensando a come erodere ulteriormente i diritti dei lavoratori.
Dal Sole 24 ore del 24 agosto si apprende che il traffico container di Trieste, Monfalcone e Venezia rappresenta appena l’11% del traffico nazionale, mentre i quattro porti liguri movimentano il 57% del volume complessivo. L’informazione più interessante però si ricava dai dati dell’Isfort, presieduto dal presidente della FIT-Cisl Giovanni Luciano: questa fonte autorevole afferma che i porti italiani servono l’Italia e che non ci sono rilevanti movimenti verso il resto d’Europa. Eppure dalle nostre parti non si fa che continuare a parlare talmente tanto di porti al servizio dell’Europa - ad esempio quando ci si focalizza sul futuro super porto di Monfalcone - che l’opinione pubblica viene costantemente indotta a pensare che qualcosa sia stato realizzato o si stia davvero facendo in questa direzione.
La politica propagandista dei megaprogetti, costantemente a rischio di megatangenti, di interessi di parte o quantomeno di sperpero di risorse pubbliche, va definitivamente chiusa, riprendendo ad operare da subito sul versante della politica dei piccoli passi concreti: alcuni traffici passano per la Pontebbana che può essere ulteriormente utilizzata, rimane sempre l’opzione del collegamento ferroviario con Koper (per ora previsto per i passeggeri, ma intanto si muove qualcosa anche su quel versante) - sei chilometri importanti per aprire nuove collaborazioni e smussare le competizioni in corso, poi rimane da giocare, tutta, la partita della piattaforma logistica e di alcuni miglioramenti ferroviari ai quali provvedere in loco. Il resto sono chiacchiere.

Trieste, 29.09.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

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