mercoledì 23 gennaio 2013

APPELLO

Illustre Signor Presidente,

per millenni queste terre hanno avuto destini affiancati o comuni all’interno di quel mosaico di popoli che, nell’Impero, ha in qualche modo prefigurato l’Europa moderna.
Il ’900 ne ha fatto poi strame, contrapponendo con violenza le identità etnico-linguistiche, le ideologie, i sistemi economici e i perimetri statuali. Tutte le spinte negative che ne sono discese hanno sfogato qui i maggiori danni.
Oggi, con i tanti mutamenti verificatisi in Europa e con l’avvento dell’Unione Europea, il retaggio del “secolo breve” appare finalmente dietro le spalle e si aprono scenari diversi fatti anche di possibili obiettivi comuni.
Uno di questi, chiaro e immediato, è al momento sotto gli occhi di tutti. L’ultimissimo tratto dell’Adriatico è minacciato dal possibile insediamento di un rigassificatore, la cui presenza nuocerebbe pesantemente all’ecosistema marino. In merito, solo pochi giorni fa sono state espresse delle dichiarazioni inequivocabili e all'apparenza irrevocabili dal ministro italiano allo Sviluppo economico Corrado Passera.
Tra l’Istria e il Veneto (dove già il Po scarica il portato della pianura padana) c’è molta meno acqua di quanto si possa pensare: l’area delimitata tirando una retta tra Chioggia e Promontore contiene lo 0,4% dell’intero volume idrico dell’Adriatico. E vi esiste già un impianto di rigassificazione, quello di Porto Viro, l’unico esistente in questa parte del Mediterraneo. E’ al largo, a ciclo aperto, con scarico in mare di acqua gelida e di pesanti quantità di cloroderivati  (allegata una foto delle schiume prodottesi e depositate sulla costa, a 17 km di distanza).
Di questo quattro per mille, solo una ridottissima parte è quella compresa tra Grado e la punta di Salvore, dove, quasi baricentricamente, verrebbe collocato un rigassificatore che prevede di utilizzare quotidianamente 800 mila metri cubi d'acqua. I gravi e comuni danni all’ambiente che ne deriverebbero sono stati esaminati da un Tavolo tecnico transnazionale di cui fanno parte anche scienziati dell’Istituto “Jožef Stefan” di Lubiana. 
Le chiediamo, signor Presidente, di aiutarci a difendere il Nord Adriatico, adoperandosi in tal senso in sede europea (in quest’ottica sarebbe auspicabile un ragionamento in termini di strategie energetiche e ambientali di tutti gli stati che vi si affacciano, includendo anche la Croazia, che vorrebbe realizzare un rigassificatore nell’isola di Veglia).
Crediamo comunque non debba venir realizzata un’opera progettualmente obsoleta, pesantemente impattante, e fuori da ogni logica sia di collocazione, sia di strategia energetica (visto il prossimo arrivo del gasdotto South Stream). Le chiediamo conseguentemente  la disponibilità ad incontrare una piccola delegazione di rappresentanti istituzionali del territorio perché Le possano illustrare meglio gli aspetti negativi della questione.
Grati per la sua attenzione, La salutiamo con stima.

I sottoscritti consiglieri regionali del FVG

Stefano Alunni Barbarossa
Franco Codega
Igor Gabrovec
Igor Kocijančič
Sergio Lupieri
Alessia Rosolen
Edoardo Sasco


                                                                                                                      Trieste, 22 gennaio 2013

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