mercoledì 21 aprile 2010

Il ddl del governo sui porti toglie risorse, autonomia, ruoli e funzioni

Venerdì 16 aprile il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che ristrutturerà completamente l’ordinamento portuale italiano, modificando la legge 84 del 1994. Un testo che arriverà alla discussione in Parlamento, dopo ben nove anni di gestazione, svariate proposte e disegni di legge sul tema presentate ed accantonate, innumerevoli variazioni e “cambi di direzione”. Nel 2009 scorso i sindacati avevano proclamato per il 18 dicembre uno sciopero generale dei porti italiani - poi revocato - a fronte degli impegni assunti dal ministro Matteoli di rivedere ulteriormente il testo.
Il ddl approvato dal CdM però sembra andare tenacemente in direzione opposta e contraria a quanto dichiarato dallo stesso ministro dei trasporti ad operatori portuali e sindacati e sembra non tenere in considerazione l’elaborazione finora prodotta dalla commissione Trasporti del Senato della Repubblica.
In buona sostanza oggi, accanto alle preoccupazioni per un testo che di fatto toglie l’autonomia finanziaria alle Autorità portuali, ridefinisce le stesse e i criteri di nomina dei Presidenti escludendo qualsiasi ruolo degli enti locali coinvolti, prevede procedure agevolate per i dragaggi, semplifica e velocizza i procedimenti di approvazione dei piani regolatori generali dei porti e le procedure di rilascio di concessioni ai privati – e – siamo al trionfo dell’ipocrisia - prevede norme per stabilizzare il lavoro portuale attraverso al concessione della Cassa Integrazione (e sappiamo benissimo dove conduce questo bizzarro concetto di stabilizzazione).
Va rilevata, a proposito, la più generale disattenzione e la mancanza della minima reazione ai contenuti presentati ed a questi temi nella città porto di Trieste, dove si preferisce fantasticare di superporti, mentre a Roma qualcun altro assume decisioni in contrasto anche con i “progetti condivisi trasversalmente”.
A Genova, dove la vocazione portuale non si enuncia solamente ma si pratica davvero, sono apparse svariate dichiarazioni pubbliche su quotidiani locali e nazionali fin da sabato scorso, stessa giornata in cui il Sole 24 ore pubblicava la notizia dell’avvenuta approvazione del ddl. Prese di posizione forti e contrarie di Luigi Merlo, presidente dell’AP genovese, della sindaco Marta Vincenti, del Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, dei deputati e senatori liguri del PD, che hanno già preannunciato una massiccia campagna di invio di cartoline di protesta a Matteoli, Tremonti e Berlusconi. Sarebbe proprio il ministro Tremonti l’artefice dell’articolo che – malgrado le promesse di Matteoli – esautora le AP negando loro autonomia finanziaria e la possibilità di reinvestire in infrastrutture portuali il 5% delle imposte dovute (per Genova significherebbe poter disporre di 250 milioni di euro all’anno da investire in opere nello scalo).

Pagine intere dedicate all’argomento, ricche di dichiarazioni molto dirette ed inequivocabili su quella che viene definita, senza tanti giri di parole – la legge truffa, sul necrologio per i porti, e via di questo passo. Genova si rivela anche questa volta una città molto attenta ai problemi del suo porto ed alle questioni portuali in generale, un’attenzione che, a differenza di Trieste, è condivisa dalle sue istituzioni politiche che valutano contenuti, pregi e difetti degli stessi e le possibili ricadute locali dei provvedimenti nazionali. Non come nella nostra splendida città, dove ci sono voluti quasi sette anni per capire che il tracciato della TAV – TAC doveva essere ridefinito (ed eravamo tra i pochi ad averlo sostenuto fin dall’inizio).
Purtroppo sembra che dalle nostre parti nessuno abbia imparato la lezione e compreso che disattenzioni di questo genere si pagano nel tempo. E’ sicuramente più gratificante vivere alla giornata e rincorrere progetti faraonici, molto spesso perdendo il senso della realtà - che come sempre affonda le radici nel lavoro vero che viene svolto.
Esortiamo per l’ennesima volta a ripartire dalle condizioni e dalle regole del lavoro per disegnare progetti veritieri ed onesti. Oggi, anche a Trieste, è necessario sostenere l’opposizione al ddl sui porti – se si vuole davvero il rilancio del nostro scalo e quantomeno vedere realizzata la piattaforma logistica. A chi continua a blaterare di superporti o a proporre parchi del mare risponderemo con le parole, alquanto riviste, del sommo poeta: innanzitutto rifletti, proponi e lavora, non ti curar di lor e guarda e passa.

Trieste, 21.04.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno


Paolo Hlacia
Responsabile lavoro PRC – SE Federazione di Trieste

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