sabato 7 maggio 2011

“Dopo ennesimo flop Superporto, a Trieste rimane l’emergenza del lavoro portuale.”

Era già tutto previsto, come cantava Cocciante. Noi l’abbiamo capito subito, ma nessuno dei media locali, né ieri né ieri l’altro ha ritenuto interessante pubblicare un comunicato di poche righe nel quale si spiegava senza tanti giri di parole di come l’incontro di mercoledì scorso a Roma - dal quale era uscito con grande clamore mediatico, il rilancio del progetto Unciredit per il cosiddetto Superporto di Trieste e Monfalcone – non fosse altro che una boutade elettorale.
Ieri abbiamo appreso che proprio mentre il Governo stava trattando il rilancio del progetto Unicredit e stava assumendo il solenne impegno, con i vertici di Unicredit e della Regione Friuli Venezia Giulia, di non finanziare altre infrastrutture portuali in Italia, il CIPE deliberava lo stanziamento di 106 milioni di euro a favore del progetto di isola off shore per il potenziamento del Porto di Venezia. Forse all’interno di quei 106 vi sono anche i 30 milioni promessi per la piattaforma logistica del Porto di Trieste. Tondo forse adesso avrà capito perché Brunetta non ha partecipato a quella riunione e non si è scomposto più di tanto…
E nell’attesa di conoscere le opinioni di candidati e dirigenti politici di rilievo regionale e nazionale in merito all’ennesima beffa ai danni di Trieste e Monfalcone, ci piacerebbe che qualcuno si occupasse anche dell’emergenza che ha colpito i lavoratori della cooperativa Primavera, secondo un copione già conosciuto, e non casuale, in base al quale era stata fatta fuori recentemente l’Impresa Portuale (ex Compagnia). Sembra che almomentoalcuni di loro verrebbero assorbiti dalla Compagnia Portuale di Monfalcone, che si troverebbe così ad operare nel Porto di Trieste. Probabilmente da un punto di vista tariffario la cosa risulterà più vantaggiosa per gli operatori, mentre dal punto di vista retributivo significherà un peggioramento per i lavoratori.
Ci sarebbe, come c’era anche ai tempi dell’uscita di scena dell’Impresa Portuale, circa due anni fa, una soluzione espressamente prevista dalla legge, che consentirebbe ai lavoratori attualmente in crisi di non diventare “esuberi”: ampliare in base alla legge 84/94 il novero di lavoratori ex art. 17. Dovrebbe essere un obiettivo perseguito in primis dall’Autorità Portuale, potrebbe (e dovrebbe) diventare una proposta condivisa e trasversale di tute le forze poltiche in questa città. Se non sarà così significa solo che del destino di questi lavoratori in realtà a nessuno importa nulla.

Trieste, 07.05.2011
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare La Sinistra L'Arcobaleno

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