lunedì 27 aprile 2009

La responsabilità sociale dell'impresa ed i problemi di Trieste

La vicenda della Stock rappresenta, in ordine di tempo, l’ultimo esempio emblematico su come certi imprenditori interpretino il proprio ruolo, il legame con il territorio e la concezione di responsabilità sociale. Un marchio storico e strettamente legato a Trieste come quello della Stock è ormai un guscio vuoto. Decisa una prima volta la “delocalizzazione” a Milano, la nuova proprietà, che del legame con il territorio sembra non curarsi affatto, annuncia che è disposta a mantenere in città la sede legale della società, mentre la produzione sarà trasferita probabilmente nella Repubblica Ceca o in Polonia. Un ulteriore piccolo problema di esuberi (una trentina), praticamente irrilevante se paragonato all’entità dei numeri complessivi della crisi nella nostra sola regione ed in città. E dovremmo anche essere riconoscenti…
Secondo esempio: la Lucchini Severstal ha già incassato la firma sotto al protocollo d’intesa relativo alla costruzione della nuova centrale termoelettrica da 400 MW. Coro di consensi trasversale per la nuova opportunità da cogliere, possibilmente senza troppo discussioni.
A poche ore di distanza dalla stipula del protocollo d’intesa il presidente dell’Autorità Portuale si reca a Roma, presso il CIPE per un’audizione riguardante la piattaforma logistica. In quella sede non si parla affatto di stanziamenti, tanto che anche dalla lettura dei resoconti emerge chiaramente che i soldi per la piattaforma logistica ancora non ci sono, o quantomeno non è chiaro quanti siano e se siano sufficienti ad iniziare quantomeno il primo lotto di lavori.
A questo punto la riflessione si pone spontaneamente: se la Lucchini Severstal è disposta ad investire 300 milioni di euro in un progetto “per la città”, sapendo che la stessa è interessata anche ad attività di terminalista in ambito portuale, sarebbe più opportuno e più importante, “per la città”, garantire al più presto le risorse necessarie per l’avvio della piattaforma logistica, anche perché sul fatto che Trieste debba basare il proprio rilancio produttivo sull’espansione e la crescita del porto è un altro assunto che vede d’accordo tutti i fronti istituzionali e politici. Questo sarebbe anche un buon esempio di sinergia tra pubblico e privato e ci potrebbe far parzialmente ricredere sul senso di alcuni termini abusati, quali responsabilità sociale dell’impresa e legame di questa al territorio.
Ove ciò non avvenisse, avremmo ragione da vendere a continuare a sostenere che l’operazione centrale termoelettrica è l’ennesima fregatura ai danni della città nell’esclusivo interesse della Lucchini Severstal, che potrà utilizzare allo scopo anche alcune “perle legislative” contenute nel disegni di legge anticrisi della giunta regionale (la mini legge obiettivo, per essere chiari fino in fondo).

Trieste, 27.04.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE
Presidente gruppo consiliare SA

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