giovedì 4 febbraio 2010

“Squallido epilogo della vicenda elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest”

Quasi due giorni di dibattito sulla richiesta di interramento del previsto elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest, hanno prodotto la necessità di un intervento diretto del Presidente Tondo che non è servito per dare risposte certe alla popolazione interessata, presente anche in aula, ma è sicuramente servita a ricompattare una maggioranza che sembrava sul punto di sfaldarsi. Le dichiarazioni di Renzo Tondo, con le quali il Presidente si è comunque assunto l’impegno di verificare le possibilità di proceder preferibilmente con il tracciato interrato (compatibilmente con le esigenze dell’impresa Terna, che attuerà l’opera) è bastata per richiamare all’ordine una Lega Nord sempre più rivendicativa solo verbalmente ed un UDC sempre disponibile ad ogni tipo di accomodamento, pur di non disturbare il manovratore.
Per il resto, si è voluto trasformare impropriamente e strumentalmente una richiesta precisa - quella di mitigare il più possibile, appunto con l’interramento dei cavi, un’opera altamente impattante ed invasiva del territorio – in una contesa tra fautori dello sviluppo ed “alfieri della decrescita”.
Quello che è sembrato più grave è il fatto, inoppugnabile, che questa maggioranza ed il suo Presidente continuano a declinare la crisi esclusivamente dal punto di vista dell’impresa, anteponendo gli interessi immediati dell’imprenditore di turno a quelli più generali della popolazione, del territorio e delle modalità con le quali tentare di garantire un futuro più o meno salubre al pianeta, formalmente assunti anche dai paesi maggiormente industrializzati anche alla recente conferenza sul clima di Copenaghen, sostanzialmente fallita come la precedente di Kyoto.
Il Presidente si è poi soffermato anche sul rigassificatore di Zaule, dichiarando la soddisfazione per quanto sarebbe emerso in seno alla Commissione europea in relazione al VIA riguardante il rigassificatore, ma omettendo di dire che non si tratta di dichiarazioni ufficiali ma semplicemente di anticipazioni informali lanciate a mezzo stampa, un po’ come si sta facendo a livello regionale con bombatici annunci della riforma delle AA.LL. e dell’istituzione della città metropolitana a Trieste in assenza di un disegno di legge.
Spiace infine rilevare l’estrema superficialità con la quale la Giunta, il Presidente e questa maggioranza trattino la questione del ritorno al nucleare e della volontà di intervenire, attraverso l’ENI, nel raddoppio della centrale di Krško, ignorando che sul tema c’è un ampio dibattito pubblico in corso in Slovenia (come anche sul paventato potenziamento della mega termocentrale a carbone di Šoštanj), che molto probabilmente sfocerà nell’indizione di un referendum e che l’intera vicenda potrebbe anche concludersi con una presa di posizione analoga a quella che milioni di cittadine e cittadini assunsero in Italia più di vent’anni fa: che quella del nucleare è una porta da chiudere definitivamente per concentrarsi e potenziare altre fonti di approvvigionamento energetico.
Trieste, 04.02.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

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