lunedì 23 novembre 2009

TAV e Trieste - Divaca: a che gioco stanno giocando ?

Davvero illuminante l’intervista di ieri a Paolo Costa, attuale Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, già sindaco di Venezia, già europarlamentare e presidente della Commissione Trasporti dell’UE, anche se, alla fine, non ha detto niente di diverso rispetto a quanto disse ad un incontro, promosso dall’allora assessore regionale Sonego su Corridoio V° ed infrastrutture ferroviarie e portuali europee, che ebbe luogo nell’ormai lontano 26 marzo 2006 in quel di Udine.
Allora come oggi, a quasi quattro anni di distanza, Paolo Costa, in qualità di presidente della commissione europea per i trasporti affermò che la realizzazione della tratta di Corridoio 5 che interessa il Veneto e la nostra regione è fortemente in ritardo, che l’UE avrebbe dato priorità di finanziamento alla progettazione delle tratte transfrontaliere (cosa effettivamente avvenuta), ma che le risorse necessarie alla realizzazione delle opere avrebbero dovuto essere garantite dai rispettivi governi nazionali.
Sono passati quasi quattro anni (giova ripeterlo), le risorse non ci sono e ove ci fossero, sarebbero sicuramente inferiori alle disponibilità di allora (banche ed imprese con i vari provvedimenti anticrisi sono state destinatarie di drenaggi di denaro impressionanti nei mesi scorsi). Costa ci dice chiaramente che un impegno concreto, anche del Governo italiano, non c’é. Nel frattempo il tempo passa, altri corridoi sono in fase di completamento, sta crescendo il livello di conflittualità ed opposizione sui territori, lo stesso progetto esistente e già finanziato (10 milioni di euro) della Trieste - Divača viene rimesso in discussione (si cerca, saggiamente, di trovare una soluzione non impattante per la Val Rosandra) e il sottosegretario ai trasporti Castelli viene in qualche modo costretto a ribadire (ma ormai non ci credono più nemmeno i bambini) l’interesse prioritario del Governo italiano per la realizzazione della porzione di Corridoio V° che interessa i nostri territori e della TAV.
Non sarebbe ora di finirla e di cominciare di dare ascolto a quanti – l’assessore regionale Riccardi tra questi – stanno dicendo da anni che vanno adeguati i tracciati esistenti all’alta capacità e che nei confronti della Slovenia va aperto un confronto serrato per il collegamento ferroviario tra i porti di Capodistria e Trieste, lasciando perdere altre progettazioni e priorità semplicemente velleitarie? Una scelta in tal senso comporterebbe di realizzare 6 chilometri di tracciato in superficie contro un’ipotesi alternativa di 38 chilometri di tracciato interrato in profondità. Una spesa normalmente sostenibile e preventivabile, una soluzione a basso impatto contro un costo elevatissimo che non si può nemmeno preventivare con approssimazione e dall’impatto notevole: in un paese normale non si perderebbe nemmeno tempo a discutere di cosa convenga fare…

Trieste, 23.11.2009
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

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