mercoledì 5 maggio 2010

“Perché gli sloveni non votano PdL e non si riconoscono nel centro destra”

Nel dibattito presente all’interno della comunità slovena sulla necessità di riforma delle associazioni di riferimento e delle organizzazioni primarie e sulle relazioni tra società civile e politica, spesso emerge la consapevolezza di quanto la comunità slovena in Italia si rapporti quasi esclusivamente, istituzioni a parte, con i partiti del cosiddetto campo del centro sinistra.
Rudi Pavšič, presidente dell’SKGZ (Unione Culturale Economica Slovena) - una delle due associazioni di riferimento regionali per gli sloveni d’Italia, ha recentemente dichiarato di essere stato “benevolmente rimproverato” di ciò anche dal senatore Ferruccio Saro, che motiva in parte la tiepidezza istituzionale di Regione, Governo nazionale ed enti locali amministrati dal centro destra nei confronti degli sloveni anche per questa ragione.
L’obiezione di Saro è logica, anche se un politico di lungo corso come il senatore friulano, dovrebbe anche indagare le cause di alcuni fenomeni. E senza dover scomodare vicende del primo dopoguerra o degli anni della cosiddetta guerra fredda, attingo dalla cronaca locale di questi giorni. Il consigliere regionale Piero Camber, prendendo spunto dal fatto che divise ed automezzi della Protezione Civile di alcuni comuni minori della provincia di Trieste sono dotati di scritte bilingui in italiano e sloveno, chiede al competente assessore regionale se tali scritte siano “intelligibili” all’intera popolazione residente in FVG e propone più opportuno permettere diciture identificative solo in italiano e, al limite, in lingua inglese. Credo non serva commentare ulteriormente.
Oggi, nelle more dello scontro tra i cosiddetti “Bandelli boys” ed il sindaco Dipiazza, tutto interno al PdL triestino, il consigliere comunale Andrea Pellarini rampogna il primo cittadino osservando che “anche oggi le famigerate bandiere rosse, tracce del Primo Maggio, fanno bella mostra su tutto l’altipiano.” Ora, a parte il fatto che, come è ormai generalmente risaputo quelle bandiere rosse sono simboli del Primo Maggio in quanto festa del lavoro e dei lavoratori e che la loro presenza si protrae per consuetudine anche qualche giorno dopo la festa (tradizionalmente vengono allestite nella notte tra il 30 aprile ed il Primo Maggio), Pellarini potrebbe piuttosto apostrofare “famigerate” quelle nostalgiche adunate semisediziose e dal carattere apertamente fascista che alcune organizzazioni di estrema destra locali e del vicino Veneto continuano ad organizzare nella giornata del 25 Aprile (per loro festa degli infoibatori) a Basovizza ed alla quale risulta aver partecipato, in passato, anche personalmente.
Ecco due semplici piccoli esempi molto recenti, ma forse serviranno al senatore Saro, e forse anche a qualcun altro per comprendere, perché sembra oggettivamente difficile che gli sloveni, anche quelli più moderati o di centro destra, possano riconoscersi e votare questo PdL. Della Lega Nord ci riserviamo di parlare in altra occasione. Intanto aspettiamo di apprendere che è stata costituita la commissione (va bene anche una consulta) degli sloveni nel PdL.
Trieste, 05.05.2010
Igor Kocijančič
Consigliere regionale PRC – SE

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