Fa specie aprire il giornale ed apprendere dalla stampa che il capogruppo del tuo partito nel comune capoluogo di regione ha scelto di esprimere il voto sul bilancio di previsione in base ad un’ispirazione momentanea, senza nemmeno fare la consueta telefonata di consultazione o quantomeno di anticipazione di una decisione personale difforme dalle indicazioni del PRC SE. Era stato proprio Marino Andolina, se non vado errato, a dichiarare pubblicamente, alcuni anni fa, che probabilmente non esiste un partito abbastanza grande da poter contenere tutte le idee e le contraddizioni di una sola persona. Tutti noi siamo ben consapevoli di tutto ciò. Così come siamo consapevoli del fatto che abbiamo aderito liberamente ad un partito, cioè ad un’organizzazione politica che ha delle regole e che, a prescindere dalle difficoltà di fase e dal travagliato ed aspro dibattito interno, non rimane indifferente ai fatti che riguardano l’operato, specialmente pubblico, dei suoi dirigenti e dei suoi rappresentanti nelle istituzioni. Questo per precisare che non è assolutamente vero che in questo partito… “si può dire (e fare) qualunque cosa che non succede più niente.” E’ Andolina che non vuole più dire e discutere dentro al partito e che ha chiesto una sorta deroga alla partecipazione. Si pensava fosse finalizzato ad evitare discussioni a volte anche aspre e polemiche, non ad avere alibi per assumere posizioni pubbliche di carattere personale. Tutta la cronaca della lunghissima discussione sul bilancio comunale viene riassunta mediaticamente nell’astensione di Andolina e nel voto contrario del gruppo della Lega Nord.
L’aspetto più grave di questa vicenda non è tanto l’immagine caricaturale del partito che si desume dalle dichiarazioni del nostro capogruppo, ma il fatto che con una condotta improntata all’insegna della massima leggerezza rischi di aver vanificato anche l’impegno ed il lavoro di quelle e quei consiglieri circoscrizionali che si ostinano a partecipare alle periodiche riunioni degli eletti e che nelle proprie sedi istituzionali hanno espresso un voto contrario al bilancio comunale, oppure l’impegno del consigliere Iztok Furlanič, che a fronte di ben 53 emendamenti presentati se ne è visto accogliere uno soltanto, abbastanza irrilevante. Già questo sarebbe stato più che sufficiente a motivare un voto contrario ed avrebbe dovuto quantomeno dettare ad Andolina l’esigenza di una consultazione con l’altro componente del gruppo consiliare.
C’è un’ultima considerazione da fare: Marino Andolina ha scelto di rimanere in questo partito e di non aderire alla neocostituita Associazione per la Sinistra. Capisco che stia attraversando una fase travagliata e difficile dal punto di vista personale, ma sono davvero costretto a chiedergli, pubblicamente, di essere conseguente con le scelte operate e di non recare ulteriori danni alle tante e tanti iscritte/i ed all’immagine di questo partito nella nostra città.
Trieste, 19.02.2009
Igor Kocijančič, Segretario provinciale
Federazione di Trieste PRC -SE
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